Sinceramente? Non ce ne importa nulla che sia stato prodotto, girato e completato – più o meno in segreto, ma con il benestare dei sindacati WGA, DGA e SAG-AFTRA – durante l'assedio pandemico. Perché, un film come Malcolm & Marie (su Netflix dal 5 febbraio) è destinato a diventare un'opera duratura, che scavalca il momento storico, la news di giornata e i confini di una narrazione rinchiusa in quattro mura, strabordando invece di parole, di metafore, di incontenibile sensualità. La sceneggiatura, così come la regia, è firmata da Sam Levinson, e con un filo di trama ci porta nella villa - appunto - di Malcolm e Marie, appena rientrati da una serata di gala. Malcolm, che fa il regista, è euforico perché la première del suo ultimo film è andata da paura e, allora, mette su James Brown che canta a tutto volume Down and Out in New York City. In cucina, però, c'è lo sguardo contratto di Marie, intenta a preparare uno svogliato e colloso mac n cheese. Qualcosa è andato storto, forse la serata non è andata poi tanto bene.
E dunque, improvvisamente, un brivido: Malcolm e Marie siamo noi, ancor prima di essere interpretati dagli straordinari (e bellissimi) John David Washington e Zendaya che, per distacco incolmabile, sono già la coppia cinematografica del 2021. E siamo noi quando non vorremmo chiedere se è “tutto ok”; siamo noi quando ignoriamo l'elefante nella stanza; sempre noi quando capiamo di averla fatta grossa, di aver dato per scontato la persona che abbiamo accanto. Ancora noi quando l'ego prende il sopravvento, azzerando la lucidità e la razionalità. Così, il raffinato film di Levinson, filmato in 35mm e tutto in bianco e nero (applausi alla fotografia di Marcell Rév), in 106 minuti diventa un manifesto appassionato e rabbioso sulle dinamiche e l'equilibro di coppia. Una litigata costante mixata ad un consequenziale e viscerale eros.
Un equilibrio che, inutile che vi crogiolate, è precario e instabile, pericoloso e dolente. Per tutti. Perché, come ci dicono Malcolm e Marie, non basta l'amore, non basta la passione. C'è qualcosa di astratto e slegato che va oltre tutto. E, tra i baci e la carne, tra le lenzuola e i coltelli, il flusso di coscienza che mettono in scena Zendaya e Washington sviscera la verità dietro l'apparenza, dichiarando, parallelamente, tutto l'amore per quel cinema interessato solo all'emozioni e non alla morale. Come l'impeto di un brano jazz improvvisato (e infatti orecchio alla colonna sonora, che alterna Duke Ellington, William Bell e Archie Shepp) il loro rapporto si contrae e si espande in un luogo e in un tempo ben definito, mischiando la menzogna alla verità e, per magia, mostrandoci il nostro riflesso. E quindi sì, vedetelo e amatelo ma, ricordate: la vostra relazione di coppia potrebbe cambiare. In peggio o in meglio? Questione di punti di vista.