image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca Nera
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • Calcio
    • NFL
    • combattimento
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Cronaca Nera
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • calcio
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Tech
  • Fashion
    • Fashion
    • Moda
    • Gear
    • Footwear
  • EVERGREEN
  • Topic
  • Journal
  • Media
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Culture

Michela Murgia è la più patriarcale delle femministe. Basta leggere il suo ultimo libro, “Tre ciotole”, per capirlo

  • di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

16 giugno 2023

Michela Murgia è la più patriarcale delle femministe. Basta leggere il suo ultimo libro, “Tre ciotole”, per capirlo
Michela Murgia esiste grazie alle sue opere? No. Tra popolarità, moralismo da vendere all’ingrosso e il suo ultimo libro, il quadro è ormai chiaro. La Murgia non pretende niente da sé e da suoi libri, mentre chiede molto, moltissimo spazio in un mondo che ha passato la vita a criticare. E intanto ci lascia dodici pessimi racconti, il suo narcisismo e la sensazione che in fondo, stando alle sue stesse idee, non sia poi così pericolosa per la società dei maschi come crede

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

«“Sbaglio o lei è...?” Yes, dottore. I am». È la fine del primo breve quadro intitolato Espressione intraducibile, con cui inizia l’ultima opera letteraria di Michela Murgia che recentemente ha annunciato di avere una neoplasia ai reni e che licenzia in pochissimo tempo questo libro definito da alcuni “urgente”, “necessario”, “coraggioso”. Il primo termine che mi piacerebbe sentire usare per un romanzo è “bello”. Se non bello, “sublime”, cioè dotato di quella bellezza terrificante dei grandi eventi naturali e della grande arte (dei romanzi di Cormac McCarthy per esempio, recentemente scomparso). Certo, nessuno di questi due attributi si addice a Tre ciotole (Mondadori 2023), che a definirlo “fatica letteraria” si direbbe una bugia. Per quello che potrebbe essere l’ultimo libro, o quasi, di un’autrice con tale diffusione (lei sostiene che le rimangano pochi mesi di vita), Michela Murgia chiede pochissimo, quasi nulla, alla sua penna. Ma soprattutto si smaschera.

michela Murgia
Michela Murgia

L’atteggiamento paternalistico della Murgia, che bacchetta e fa la morale al prossimo perché non vuole sentirsela fare, si esprime in Tre ciotole in modo petulante, senza ispirazione. La Murgia è scrittrice ingombrante, sostanzialmente annoiata da quello che scrive. Per descrivere la luce nella prima pagina si scrive che «splende con quella forza solo su Roma». Per parlare del dramma di quel momento (che la Murgia ha vissuto) la scrittrice pesca la prima carta del mazzo, non la seconda o la terza o la decima, ma la prima, la più immediata, delle associazioni di idee. Avendo davanti un dottore l’immagine è questa: «Il medico fermò la traccia dell’ultima linea all’altezza delle altre e le cauterizzò tutte con un piccolo asterisco». Certo, la Murgia stessa si definisce “refrattaria alla scrittura letteraria” e potremmo (ma dovremmo?) perdonarlo l’uso dozzinale, infantile, persino scolastico, del genere narrativo. Ma la domanda sorge spontanea: perché? Perché non scrivere uno di quei trascurabilissimi saggi da opinionista senza nerbo? Una di quelle menate pubblicate da Einaudi (casa editrice berlusconiana) o da Mondadori (casa editrice berlusconiana) che entusiasmano le amiche femministe, gli amici comunisti e qualche telespettatore della politica (cioè di Fazio)? Perché proprio un romanzo (o collezione di racconti), la cui forma e la cui destinazione sono irrisolte, pericolose, violente e insaziabili? Tutti elementi di cui non è dotata.

Tre ciotole (Mondadori) di Michela Murgia
Tre ciotole (Mondadori) di Michela Murgia

Nonostante tenda a volersi descrivere come intellettuale engagé e “rompipalle”, vantando le offese dei politici italiani, clowneschi rispetto a quelli che in Francia l’hanno nominata Cavaliere delle Arti e delle Lettere, non è la donna di lettere antisistema che crede. Famiglia queer, scrittrice di sinistra, popolare, persino fotogenica. Amica di Chiara Valerio – pallone d’oro di riconoscimento pubblico nell’ambiente letterario, a partire dalla direzione di Più libri più liberi a Roma) – e di Roberto Saviano, personaggio televisivo e consumatore di inchiostro (e di tweet) onnipresente. Non esattamente la reietta, isolata, e ghettizzata che invece si sente di essere. La sua posizione, il suo ruolo, l’indice che punta sui meritevoli di biasimo, la rendono piuttosto la più patriarcale tra le compagne femministe. E questo per almeno due motivi. Il paternalismo di cui è impregnata è una delle caratteristiche principali del dominio dell’uomo eterosessuale e bianco sulle donne e gli altri gruppi assoggettati: dal mansplaining al modo di trattare vallette e co-conduttrici in TV, le Non una di meno della situazione hanno sempre accusato l’uomo di avere un atteggiamento condiscendente o ammonitore nei confronti dell’altro sesso, quasi come se vedessero le donne come infantili, non propriamente adulte, non propriamente intelligenti. Michela Murgia rende (sui giornali, nei suoi libri, in TV, in radio) proprio per la tendenza a voler fare la paternale a tutti. I machisti, i destrorsi, gli antipatici. Ma papà Murgia, secondo le sue stesse idee, diventa così padre padrone, cioè non solo moralista ma anche marchingegno di un sistema di dominio sugli altri.

Michela Murgia e Chiara Valerio
Michela Murgia e Chiara Valerio

Il secondo motivo, invece, è l’accoglienza. Mentre scrittori e critici come Massimiliano Parente e Davide Brullo sono stati braccati ed esclusi in diverse forme (Parente parla di una raccolta firme promossa dalla Murgia per impedire la pubblicazione di un suo romanzo; Brullo correlò il suo licenziamento da Linkiesta al trio Terranova, Ciabatti, Veronica Raimo), Michela Murgia gode di platee e di libertà di parola, non solo in questi mesi di gentilezza a volte forzata a volte no, ma da molti anni. Lei usufruisce, bene o male, di tutto ciò che questa società patriarcale ha da offrire. I palinsesti televisivi e i quotidiani diretti da uomini che, virtuosi o meno, saranno sempre in qualche modo complici (una volta scrisse: «Nascere maschi in un sistema maschilista è un po' come essere figli maschi di un boss mafioso»), non le negheranno mai un cantuccio per poter dire la sua. E sarebbe anche un bene, se solo questo ci evitasse i suoi libri promozionali, fatti per ricordare al mondo (e a se stessi?) quanto si sia nel giusto. E sapersene vantare, forse involontariamente. Proprio con quel “Yes, dottore. I am”, confinato in un inglese che tradisce anche un certo narcisismo, l’unica forza presente nel libro, fatto di dodici didascalici siparietti sulla precarietà della vita (manca solo una citazione di Ungaretti), scritti senza interesse per la lingua, per i propri lettori e per il messaggio. Basta leggere la scena di sesso fatta di “perineo”, “sesso” e un dubbio: ma la Murgia sa di cosa parla? 

More

Il Premio Strega è il Sanremo della letteratura e la cinquina senza Griffi lo conferma

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

Come volevasi dimostrare

Il Premio Strega è il Sanremo della letteratura e la cinquina senza Griffi lo conferma

È morto Cormac McCarthy, lo scrittore biblico e selvaggio più grande del nostro tempo

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

Profeti contemporanei

È morto Cormac McCarthy, lo scrittore biblico e selvaggio più grande del nostro tempo

Ma Postorino è davvero brava? Il romanzo candidato allo Strega è un fallimento in cui la Storia passa per scema

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

Arrivano le Streghe?

Ma Postorino è davvero brava? Il romanzo candidato allo Strega è un fallimento in cui la Storia passa per scema

Tag

  • Femminismo
  • Michela Murgia
  • Mondadori

Top Stories

  • Il teatro San Carlo di Napoli pagava la Responsabile anticorruzione 80mila euro all’anno contro il parere del Ministero dell’Economia, mentre la Fondazione pensa a togliere un euro dai buoni pasto dei dipendenti: sindaco Manfredi, ma tutto a posto?

    di Riccardo Canaletti

    Il teatro San Carlo di Napoli pagava la Responsabile anticorruzione 80mila euro all’anno contro il parere del Ministero dell’Economia, mentre la Fondazione pensa a togliere un euro dai buoni pasto dei dipendenti: sindaco Manfredi, ma tutto a posto?
  • Money Road (Sky), le pagelle della puntata finale: Yaser dà la colpa a Danielle (-10), Roberta finta tonta (2), Benedetta protesta (7). E Fabio Caressa? Mentre Alvise e Grazia…

    di Irene Natali

    Money Road (Sky), le pagelle della puntata finale: Yaser dà la colpa a Danielle (-10), Roberta finta tonta (2), Benedetta protesta (7). E Fabio Caressa? Mentre Alvise e Grazia…
  • Abbiamo letto L’Anniversario (Feltrinelli), il libro vincitore del Premio Strega di Andrea Bajani, ma com'è? Un giovane Holden del 2025, ma condito di fascismo e patriarcato...

    di Gian Paolo Serino

    Abbiamo letto L’Anniversario (Feltrinelli), il libro vincitore del Premio Strega di Andrea Bajani, ma com'è? Un giovane Holden del 2025, ma condito di fascismo e patriarcato...
  • Abbiamo letto il libro postumo di Michela Murgia, “Anna della pioggia” (Einaudi, 2025): ma com’è? L’ultimo regalo della scrittrice, che ci ricorda come resistere al patriarcato: “Abbiamo dovuto diventare capaci di sognarci fuori dai sogni degli uomini”

    di Viola Di Grado

    Abbiamo letto il libro postumo di Michela Murgia, “Anna della pioggia” (Einaudi, 2025): ma com’è? L’ultimo regalo della scrittrice, che ci ricorda come resistere al patriarcato: “Abbiamo dovuto diventare capaci di sognarci fuori dai sogni degli uomini”
  • Abbiamo visto Facci ridere (Rai 2) con Pino Insegno e Roberto Ciufoli, ma com’è? Un programma comico che sa solo quello che non è. E se Striscia la Notizia andasse ancora in onda gli avrebbe agevolato una nutrita galleria di Nuovi Mostri…

    di Irene Natali

    Abbiamo visto Facci ridere (Rai 2) con Pino Insegno e Roberto Ciufoli, ma com’è? Un programma comico che sa solo quello che non è. E se Striscia la Notizia andasse ancora in onda gli avrebbe agevolato una nutrita galleria di Nuovi Mostri…
  • Ok, ma chi è davvero Alessio Loparco di Temptation Island, asfaltato dalla fidanzata Sonia Mattalia dopo un giorno? Abbiamo trovato i suoi profili social: tra campionati vinti a calcio, Ruzzle, tartarughe e baci, perché lei lo segue ancora su Instagram?

    di Jacopo Tona

    Ok, ma chi è davvero Alessio Loparco di Temptation Island, asfaltato dalla fidanzata Sonia Mattalia dopo un giorno? Abbiamo trovato i suoi profili social: tra campionati vinti a calcio, Ruzzle, tartarughe e baci, perché lei lo segue ancora su Instagram?

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore moreno.pisto@mowmag.com

Next

Levante si arrende all’hair shaming e da bionda torna mora. Ma, ammesso che ce ne importi, ha fatto bene?

di Micol Ronchi

Levante si arrende all’hair shaming e da bionda torna mora. Ma, ammesso che ce ne importi, ha fatto bene?
Next Next

Levante si arrende all’hair shaming e da bionda torna mora....

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy