Marco Molendini è considerato una delle firme più autorevoli nel campo musicale e in questi mesi di avvicinamento a Sanremo è anche stata una delle voci più critiche verso l’organizzazione del festival in tempo di pandemia. Lo abbiamo contattato per chiedergli se, nonostante tutto (in particolare i soldi degli sponsor), sia giusto che la Rai si ostini ad andare avanti con una kermesse che rischia in generale di dare un pessimo segnale e nello specifico di risultare anche rischiosa per i partecipanti.
Molendini, come si spiega tanta ostinazione nell’organizzare questa manifestazione, nonostante quello che sta accadendo a causa del Covid?
La Rai vuole fare il festival a tutti i costi, ma il problema è quello che sta succedendo intorno. Senza contare che sembra far finta di nulla rispetto alla pandemia, il che non mi pare un messaggio esaltante da parte della tv di Stato.
Si è parlato di slittamento, almeno oltre il 5 marzo come previsto dal Dpcm. Ma anche qui, la Rai è apparsa sorda al richiamo di spostare le date previste dal 2 al 6 marzo.
Lo slittamento sarebbe auspicabile, ma anche se non si facesse Sanremo noSì, ma anche se non fa San morirebbe nessuno. La Rai però si gioca molti soldi e quindi ha tutto l’interesse a farlo. Ma ripeto, non mi pare che sia un bel modo di porsi nei confronti del mondo dello spettacolo fermo da un anno. Invece questa manifestazione si fa perché Sanremo è Sanremo? È un po’ violento come messaggio.
L’ultima idea per avere almeno un po’ di pubblico all’Ariston è quella dei coniugi figuranti.
Una scappatoia per avere gente in teatro, credo che alla fine metteranno delle coppie sposate o fidanzate che abitano già a Sanremo. Il problema però non è quello, ma tutta la quantità di gente che si troverà paracadutata in città da fuori. Dove dormirà? Dove mangerà? Starà una settimana chiusa in albergo? Centinaia di persone sulle quali persistono fortissimi dubbi.
Vista la sua esperienza, ha mai vissuto qualcosa di simile?
No, mai. Qui c’è di mezzo un contagio violentissimo mai vissuto in epoca moderna. Non è paragonabile a niente. L’anno scorso è andata benissimo, quest’anno è davvero una incognita. E se durante il festival ci fosse un contagiato cosa succede, salta tutto il meccanismo? È un rischio altissimo che si stanno prendendo Amadeus e la Rai.
Intanto si parla di tutto, tranne che di musica.
Sanremo è un compromesso, la musica è sempre stata un pretesto per fare altro. E cioè uno spettacolo televisivo. Spero che almeno, se lo faranno, diventi l’occasione per una grande manifestazione del mondo dello spettacolo che approfitti della visibilità per far sentire la propria voce.