Sabato 21 maggio si è tenuto il Radio Italia Live, tradizionale concertone organizzato dall’emittente nella piazza del Duomo di Milano, con i migliori artisti della scena nazionale ad avvicendarsi sul palco. Tra questi, non poteva certo mancare Blanco, reduce dalla sesta posizione all’ultimo Eurovision in tandem con Mahmood e in pieno, megagalattico tour su e giù per lo Stivale. Quello che poteva mancare, invece, è il caos di polemiche assurde e pretestuose che stanno martoriando i social nelle ultime ore, dopo la pubblicazione su TikTok di un brevissimo video in cui una fan, durante la perfomance live del cantante bresciano, approfitta della prima fila per dargli una manata sul pacco: “Questa è violenza”, si legge in ogni dove. “Inaccettabile molestia”, tuona a voci unificate tutto l’internet vomitando sdegno e rancore verso il gesto di quella che a occhio sarà, con ogni probabilità, una ragazzina. Ma non siamo certo qui a farne una questione d’età (perché non c’entra). Possiamo benissimo tollerare, oramai siamo abituati, che la nuova boiata dei moralisti da tastiera diventi virale. Scriviamo, però, nella speranza che non porti a conseguenze pericolose come già accaduto in passato. Perché se pensate che la manata sul pacco a Blanco sia una “violenza” e lo gridate indignati sui social, i veri violenti siete voi.
Benvenga che si parli (finalmente!) di violenza sugli uomini, visto che la narrazione social-(non)democratica pretende che siano sempre e solo le donne a finir vittima di abusi e angherie da parte di chi è nato del sesso opposto e, di conseguenza, bruto per natura. Come chiunque viva al di fuori della propria mefitica bolla social ben sa, questa tesi è una panzana da hashtag che non tiene conto, per ideologia, dei numerosissimi ex mariti a cui è stato portato via tutto in conseguenza a un divorzio burrascoso, dei maschi sfregiati dall’acido come Giuseppe Morgante e tanti altri prima di lui che si ritrovano senza una vita praticabile e con la ex che esce dal carcere in un paio d’anni per poi postare le foto della propria famiglia felice. Di queste cose non si parla, eccezion fatta per qualche incursione de Le Iene che si limita però a riportare la news, mostrare le conseguenze fisiche e permanenti dell’aggressione, salvo poi chiudere il discorso e non tornarci mai più. Questo perché la violenza sugli uomini perpetrata da donne criminali o disturbate esiste, sì, ma non è trend. Piuttosto, meglio un servizio sulle quattordicenni che scelgono di non depilarsi le ascelle. #Rivoluzione
Come se ognuno di noi non conoscesse, all’interno della propria cerchia di amici, “la stronza” che ha rovinato la vita di qualcheduno fregandolo in un qualunque altro modo che non comporti per forza la violenza fisica, ma anche “soltanto” quella psicologica, andiamo avanti a sorbirci la narrazione della donna per natura vittima e dell’uomo aggressivo in quanto uomo, non persona. La #rivoluzione, quella vera, ci sarà quando il dibattito si sposterà a monte del gender e si comincerà a parlare di “individui”, “soggetti”, violenti in assoluto, a prescindere da ciò che hanno o meno in mezzo alle gambe.
Ma la notizia del giorno, purtroppo, riguarda proprio ciò che sta in mezzo alle diciannovenni gambe di Blanco (per gli amici di Instagram, @Blanchito Beibe) e della “violenza” che avrebbe subito con una palpata da parte di una fan mentre lui, dal palco, intonava (si fa per dire) la hit Notti Bianche cantando a squarciagola gli immortali versi: “Da da da da da da da da da da da da da da ballare e-e-e a te la notte ti piaceva ti piaceva ti piaceva scopare”. I teen idol esistono da che esistono le 14enni e da che esistono le 14enni, ognuna di loro, ve lo assicuriamo, ha cominciato ad avere i primi sogni bagnati immaginando notti di passione (qualunque cosa volesse dire) con il proprio teen idol, generalmente un cantante o un attore famoso. Alla mia generazione capitò Tiziano Ferro (ouch per tutte quelle quattordicenni che, come me, dovettero imparare ben presto quanto la vita di una donna eterosessuale sia fatta di stenti e privazioni), alle precedenti Nick dei Backstreet Boys, Eros Ramazzotti o ancora prima Simon Le Bon. Tra l'altro, è lo stesso Blanco a scrivere in un post Instagram post concerto la seguente caption: "Mi piace vedervi liberi di essere quello che volete. Siete veri, siete amore, rabbia, passione, amicizia, condivisione. Siete TUTTO. Carnali, come me". Senza contare che il cantante ha postato pure, da un'altra angolazione, la stessa scena "incriminata" del Radio Italia live, commentando "Siete un mare d'amore".
I reggiseni vengono lanciati sul palco da che mondo è mondo, le fan si scrivono sul seno la gigantesca scritta “VASCO” e va bene va bene va bene così. Non ci venissero a dire oggi i ventenni che questi siano atteggiamenti da schiave del patriarcato perché sono, invece, espressioni di libertà sessuale, entusiasmo ormonale, emancipazione perfino che nessuna di noi avrebbe mai potuto sognarsi se avessimo vissuto davvero sotto dittature morali ben più pressanti e vincolanti del Vaticano. Per quanto pure il Vaticano rompa storicamente i maroni, certo, ma mai quanto le nuove femministe da social che pretendono che questo tipo di eccitazione orgasmica prenda origine, nelle nuove generazioni, dalla vista dei loro insulsi peli sotto le ascelle. A qualcuna piace (ancora) il cazzo ed è bene che tutt*, nel sacro rispetto delle libertà personali che tanto, legittimamente, si pretende, se ne facciano una sacra ragione.
In ultimo, una considerazione, un piccolo “reminder” come si direbbe qui a Milano: ricordate Andrea Serrani? Probabilmente, no. Non di nome. Ma lui è “il tifoso della Fiorentina che ha tirato una pacca sul culo a una giornalista in diretta tv”. Andrea Serrani per quel gesto da idiota, nonostante le scuse pubbliche, si è visto costretto a “trasferirsi in un luogo segreto” per tutelare se stesso, la moglie e i loro figli (quanto sdegno quando scrisse su Facebook “sono un padre di famiglia”, vero?) dall’odio che gli stavate riversando contro voi, via social, con la sterile e amplificatissima polemica del cazzo di allora. Polemica del cazzo che è arrivata non solo in tv, ma anche in tribunale dove, anche se nessuno ne parla più perché la questione non rientra nei trending topic attuali, al Serrani sarebbe stata comminata una pena detentiva di sei anni. Il condizionale è d’obbligo, vista la difficoltà di reperire notizie certe, ma di sicuro il “molestatore” mediatico più cattivo dello scorso novembre, a processo rischiava, appunto, dai sei ai dodici anni di galera. Per una irrispettosa e idiota, lo ribadiamo, manata sul culo.
Se non vi vergognate nemmeno di questo, continuate a imbastire, a pontificare sull’assurda violenza della pacca sul pacco di Blanco al Radio Italia Live, fomentate il solito dibattito sterile di cui vi scorderete dopodomani. Dategli all’untore e bruciate la pagliuzza nei suoi occhi. La trave nei vostri, intanto, sta ben comoda. E, per fortuna, non è instagrammabile. Qui, intanto, si continueranno a lanciare, orgogliosamente, reggiseni sul palco.