Una follia. 72 ore per Michele Monina, lo scrittore e critico musicale più al vetriolo su nazional piazza. L’evento, dal titolo Rockdown - Altri 100 di questi giorni, si terrà dal 13 al 15 aprile presso il Teatro Elfo Puccini di Milano. Ma non solo, verrà trasmesso in diretta streaming su Youtube e Twitch nonché proiettato alla Mole Anconetana, del resto è Ancona la città che ha dato i natali alla fervida penna dell'autore. Oltre 350 lettori per questa non stop dalle 8 del mattino a mezzanotte. Roba da Guinness World Record. Tra coloro che saliranno sul palco, anche volti noti della musica e della tv come Gigi D’Alessio che verrà direttamente da Roma per l’occasione, Nicola Savino, Enrico Ruggeri, Simona Molinari, Massimo Bernardini di TvTalk, Paola Iezzi, Red Canzian per la prima volta on stage dopo il lungo ricovero in ospedale e le ragazze del Festivalino di Anatomia Femminile, che da anni lo scrittore porta avanti con successo. Nove milioni di parole tratte dai suoi diari scritti durante i mesi del lockdown erano troppe per un libro solo, ma decisamente più che sufficienti per una perfomance come non se ne erano mai viste. Abbiamo contattato telefonicamente l’autore e l’abbiamo trovato intento a ricercare una brandina dove passare le notti nel teatro durante la rassegna.
Come si parlerà del già famigerato ego di Michele Monina durante e dopo Rockdown?
Magari malissimo. Ma non mi interessa. Inizialmente, pensavo di leggere i miei diari da solo da casa in diretta streaming ma poi ho realizzato che così facendo avrei solo riproposto pari pari la situazione che tutti abbiamo vissuto durante il lockdown. So che questa iniziativa possa apparire megalomane e forse lo è pure, ma la mia intenzione non è quella di leggere i miei diari perché li considero pietra miliare di qualche tipo di letteratura. Mi piaceva l’idea di coinvolgere persone, di farle partecipare a un evento collettivo visto che per due lunghi anni ne siamo stati privati a causa delle restrizioni dovute al Covid-19. Tutto qui.
E com’è stata la risposta della gente?
Beh, 350 persone tra volti noti e non hanno accettato di partecipare. E hanno accettato a scatola chiusa, senza nemmeno sapere cosa sarebbero andati a leggere. Questo mi dà l’idea che effettivamente ci fosse una grande voglia di collettività. Il patrocinio del Comune di Milano e di quello di Ancona, poi, hanno solo contribuito a rendere possibile la rassegna.
Qualcuno le ha detto di no?
Più che altro, alcune persone avevano accettato senza realizzare che la maratona sarebbe capitata proprio nei giorni prima di Pasqua. Quindi c’è chi ha disdetto per via di vacanze e impegni famigliari. Mi fa un po’ strano, però, che, al netto dei tanti personaggi del mondo della musica che hanno aderito a questa mia iniziativa, siano stati ben pochi gli scrittori a rispondere all'appello.
Stupisce anche il fatto che non ci sia Laura Pausini tra i lettori. Ha visto “Piacere di conoscerti”, il suo biopic su Prime Video?
Purtroppo no. Non lo dico con animosità. È proprio che negli ultimi mesi ho lavorato incessantemente per mettere in piedi questa rassegna e non ho avuto il tempo materiale di fare altro.
Sul ritorno dei Telegatti, invece, che dice? Il primo è stato assegnato a Vasco Rossi...
Immagino sia un omaggio alla carriera. Magari non è proprio il nome più nuovo del panorama musicale nazionale, ma la carriera di Vasco non si può certo mettere in discussione. Non capisco il senso di dargli un Telegatto, però. Sono contento per chi lavora a Tv Sorrisi e Canzoni perché questa iniziativa sarà sicuramente un ultimo bel colpo di reni prima di chiudere, ma a parte questo, la trovo un’operazione nostalgia decisamente anacronistica.
Intanto, nostalgia per nostalgia, Gianluca Grignani ha di recente compiuto 50 anni…
L’ho sempre stimato e tuttora lo stimo. So che è al lavoro su cose nuove e gli auguro ogni bene. L’Italia purtroppo è un Paese che a parole si dice tanto rock, ma poi inorridisce per i Placebo che spaccano la chitarra su un amplificatore dell’Ariston durante la perfomance al Festival di Sanremo. In pratica, eleggiamo un’estetica e poi condanniamo chi, come Grignani, la incarna. Gianluca è uno che vive la vita mangiandola voracemente, non vedo perché ci si debba esaltare per artisti stranieri poser, ma se c’è un italiano che vive davvero in quel modo, ci si scandalizza. In questo senso, tornando su Vasco, avrei preferito vederlo lanciare il Telegatto dalla finestra di Segrate. Giusto per non dare sempre l’idea di essere uno che “si sporca” solo sul palco.
L’Italia non è rock, Vasco alle volte nemmeno ma Michele Monina sì?
Io, pur essendo un pacioso padre di famiglia, cerco di essere rock. E Grignani anche.
Cerca di essere rock e prevede di battere un Guinnes World Record per Pasqua: è prevista anche una resurrezione?
No, credo che a Pasqua, proprio il giorno di Pasqua, io più che risorgere, morirò. Come dicevo, sono mesi che lavoro per organizzare Rockdown e subito dopo la 72 ore, non mi resterà che spirare. Altro che risorgere!