Le sette canzoni di Morgan da ascoltare per forza sono altre (rispetto a quelle segnalate da Il Giornale) perché così almeno si capisca cosa e chi è stato ed è questo musicista così famoso eppure così ignoto. Per il popolo italiano un assoluto enigma, perché non basta dire che sia divisivo, dipende di che ambito stiamo parlando. Nell’ambito della canzone d’autore non è affatto divisivo, sono tutti d’accordo ad apprezzarlo, perché insieme ad altri della sua generazione (Daniele Silvestri, Niccolò Fabi, Federico Zampaglione, Vinicio Capossela, John Deleo, Caparezza, J-Ax, Gianluca Grignani, Manuel Agnelli, Frankie HiNrg, Carmen Consoli, Samuele Bersani, Subsonica, Elisa, Bugo, Sergio Cammariere, Alex Britti, Omar Pedrini, Max Gazzè’, Van des Froos, Tricarico, Luca Urbani, Almamegretta, Edda Rampoldi, Cristina Donà, Paolo Benvegnù, Lele Battista, Tiziano Ferro, Verdena, Sinigallia, Cristiano Godano, Francesco Bianconi, Fabri Fibra, Petra Magoni, Cesare Cremonini, Mauro Giovanardi, Dolcenera, Pacifico, Marco Parente, Mauro Gurlino, Marco Masini, Ustmamò, Bobo Rondelli, Giovanni Lindo Ferretti, Francesco Sarcina, Giuliano Sangiorgi) rappresenta originalità e impegno, esperienza e merito, vocalità e presenza scenica, modernità e carisma, anticonformismo e sperimentazione, riconoscibilità e stile. E questo è tutt’altro che “divisivo”, anzi è unanimità, è inclusione, è certezza: Morgan è un eccellente cantautore, non c’è dubbio.
Se invece andiamo nell’ambito televisivo anche lì non c’è ambiguità, ovvero Morgan è un valore aggiunto: porterebbe cultura anche nel peggiore programma, nel becero trash, l’unico che si distingue sempre per ciò che dice per come lo dice e per ciò che porta in contesti di ridicoli teatrini che con la sua presenza diventano dei convegni di filosofa, e - rendiamoci conto - fa i picchi d’ascolto, regolarmente, puntualmente, infallibilmente. Quindi non c’è alcuna divisione di opinioni: Morgan è un outsider del piccolo schermo.
Se parliamo di letteratura, poesia, ambito culturale anche lì non ci sono dubbi: Morgan è stimato, autore di libri elevati, qualitativamente incontestabili, densi e articolati, niente di facile o superficiale, scrittura vera, pienamente inserita nel dibattito letterario, Morgan fa libri veri, non operazioni di marketing, e nonostante ciò anche qui ha successo di pubblico, l’ultimo suo poema in versi è stato primo in classifica recentemente. Altro che divisivo, bensì divulgativo, didattico, istruttivo, nessuno sostiene il contrario.
Vogliamo parlare della sua preparazione culturale che per via della generosità di spirito diventa istruttiva? Come docente Morgan è un modello di passione e preparazione, appassiona ed entusiasma gli studenti con rarissima dedizione, la sua attività didattica è intensa e spesso anche offerta nell’ambito radiotelevisivo dove svolge con serietà un compito si servizio pubblico. Divisivo? Non mi pare. E quindi dove sta la famosa presunta idea che Morgan divida il pubblico?
Semplice: chi non conosce il suo lavoro dubita di lui perché di lui i giornali scrivono male costruendo un’immagine negativa e falsa. Tanto è vero che una volta che conosci cosa fa, qualunque cosa, una canzone, una poesia, un passaggio televisivo, un discorso, un testo, un concerto, una lezione, ti chiedi se sia lui quello che ti avevano raccontato come un folle disperato drogato violento cattivo sporco volgare furioso arrogante. Solo i giornalisti lo dicono “divisivo”, forse perché scrivendo di lui si “dividono” i proventi.
Queste sono le sette canzoni si Morgan da ascoltare:
1- Chains, 1989. Dall’album omonimo, Polygram. Il primo dico ufficiale di Morgan, sedicenne, autore di testo musica e arrangiamento. C’è dentro tutto, la voce, la sperimentazione, l’emozione, la musica classica, l’elettronica, la filosofia. Basterebbe questo.
2- Vivosunamela, 1995 Dal primo album dei Bluvertigo, Acidi e Basi, Columbia. Una cosa completamente diversa: power rock, basso chitarra e batteria, blues acido in italiano. Cesare Pavese gridato a squarciagola, nulla di simile né prima né dopo.
3- Troppe emozioni, 1997. Da Metallo non Metallo. De Andrè incontra i Depeche Mode. Una marcia funebre transgender. L’album sbanca, i Bluvertigo sono la miglior band Euopea agli MTV music award.
4 - I am happy, 1997. Dal primo disco dei Soerba, Playback, Polygram. Morgan produce scrive ed è terzo membro occulto di un progetto seminale e di culto. Primo ovunque, classifiche e recensioni. Per Max Pezzali e altri questo è il più bel disco della musica italiana di tutti i tempi.
5- Sovrappensiero, 1999. Dall'album Zero. Pur di fare un cameo alla fine di questa canzone Franco Battiato raggiunge Morgan in Svizzera dove sta registrando, nello studio dei Queen, e improvvisa una haiku in lingua inventata sopra ad un corale di Bach computerizzato. Non servirebbe aggiungere altro.
6 - Una storia d’amore e di vanità, 2006. Dall'album “daAadA”, Sony. Terzo album solista di Morgan. La canzone è scritta come titoli di coda per il film di Alex Infascelli, Il siero della vanità. Cecilia Chailly è all’arpa. Orchestrazione di Morgan per una delle canzoni più lente di sempre: 47 bpm. Il testo è tratto dalle metamorfosi di Ovidio
7 - Le brutte intenzioni, 2019. Festival di Sanremo. Morgan improvvisa il testo sul palco per liberarsi dalla morsa del mobbing che sta subendo bullizzato da mesi dal suo beneficiario Bugo e i suoi discografici con la complicità di tutta la struttura del Festival, tutti contro uno come un branco di iene contro il leone. Il leone sale sul palco è canta otto versi che tutta Italia conosce a memoria, la performance totalizza il record di ascolti del festival dall’inizio dei tempi, il record di visualizzazioni su YouTube dell’anno. Impediscono a Morgan di depositare il testo come autore, anzi il tribunale lo condannerà a pagare una multa di 10mila euro ogni volta che si azzardasse ad accennare quelle parole in pubblico. Ho hackerato l’intero sistema in un minuto scarso.