“Non ho mai soldi in tasca, li chiedo sempre ai miei, ma sono in bancarotta, tutta colpa degli ebrei”. È bastato questo passaggio del brano inedito di Anna Castiglia a X Factor per far scoppiare un polverone e a portare anche alla presa di posizione della comunità ebraica: “Quella frase estrapolata potrebbe avvalorare luoghi comuni di antisemitismo”. Ma forse si è trattato di un polverone sollevato sul nulla, anzi. Al contrario, come ci ha spiegato Morgan - giudice del talent di Sky e tra i cantautori più famosi e apprezzati in Italia - è proprio quello il passaggio che mette in luce la forza del pezzo della 24enne: "La canzone difende le minoranze e le vittime della società contemporanea, esattamente il contrario di ciò che sostiene chi la attacca". E ci anticipa perché, secondo lui, Anna Castiglia ha l'X Factor: "È un piccolo genio. Inventiva, cazzuta, naturale, musicale, originale. Va protetta, guai a chi non lo fa".
Morgan, hai saputo della polemica nata dall’inedito di Anna Castiglia?
Sì, ma non avete capito che sta facendo una critica a voi che adesso vi scandalizzate. Vi ha “stanati”, non è certo perché è antisemita, xenofoba e omofoba che canta quelle cose, ma è per pigliare per il cul* chi altera la lingua per censurare il libero pensiero, cioè i veri nuovi seguaci della dittatura e non sono certo i cantautori.
Quello che stai dicendo rientra nel discorso che fai spesso sul non censurare gli artisti?
La canzone difende le minoranze e le vittime della società contemporanea, esattamente il contrario di ciò che sostiene chi la attacca, che dovrebbe essere più capace di approfondire un testo anziché ascoltarlo con orecchie distratte.
È vero che sei stato tu a volerla a X Factor?
Ho voluto Anna Castiglia alle audizioni di X Factor perché io l’ho sentita suonare e cantare quella canzone ben due anni fa. La prima cosa che ho fatto, all’epoca, è stato mandare quel video casalingo dove cantava il suo pezzo, accompagnandosi magistralmente con la chitarra, a Red Ronnie e ai membri del direttivo del Club Tenco, cioè a chi sa ascoltare e capire la musica d’autore. Non l’ho mandato alle case discografiche.
E dopo che cos'è successo?
Poi ho recuperato il suo contatto e le ho scritto, ci siamo conosciuti e l’ho coinvolta nel progetto che stavo facendo, dove arruolavo i cantautori mettendo loro a disposizione sessanta testi inediti che Pasquale Panella aveva scritto come commento delle mie poesie nel libro “Parole d’AMorgan” (Baldini + Castoldi). Lei chiese di poter avere due di quei sessanta testi e dopo tre giorni consegnò le canzoni che aveva realizzato. Sorprendente!
E quindi com'è arrivata a X Factor?
Anna Castiglia, dopo averla “scoperta”, le ho proposto di fare X Factor: si è iscritta e ha passato tutte le selezioni. È arrivata davanti al tavolo dei giurati, di fronte al pubblico in sala e quello televisivo. Ha preso quattro “sì”, una standing ovation e migliaia di commenti entusiasti sui social. È una giovane cantautrice, musicista preparatissima che suona la chitarra mirabilmente, canta da Dio, scrive, pensa con la sua testa. Con che coraggio ci si mette ad attaccare un elemento che per la nostra società è manna dal cielo? Va protetta, portata in palmo di mano, guai a chi non lo fa. Forse a qualcuno sembra strano che una ragazza carina non cerchi il successo attraverso l’esibizione del corpo ma punti sulla sua intelligenza?
Quindi secondo te ha l'X Factor.
È un piccolo genio. Inventiva, cazzuta, naturale, musicale, originale. Che brava, così si fa, pensai. Anche Avincola era in quel progetto e infatti ora ha appena pubblicato il suo pezzo con il testo di Panella che si intitola Barrì. Se i giornalisti quando parlano di me non scrivessero puttanate, ma si concentrassero sul lavoro che faccio io per la musica in questo Paese, si vergognerebbero a leggere quello che si scrive su di me.
Cosa dovrebbero scrivere di te i giornalisti?
Non sono in grado di dire a nessuno ciò che dovrebbe fare, sicuramente però sono capace di dire cosa non devono fare, se quello che fanno è offendere gli altri. Cioè dire che la devono smettere. Poi facciano quello che vogliono di loro stessi.