Marcello Veneziani esorta Vittorio Sgarbi a guarire? Ma che diavolo di pretesa è? Una persona che è nel pieno di una profonda depressione non si sollecita a fare nulla, tantomeno a uscire da un baratro in cui è stato buttato e nel quale non c’è entrato per sua volontà, ma per via di una società che lo ha vilipeso e perseguitato e indebolito da tutti i punti di vista, facendo di tutto per togliergli credibilità, autorità, spazio di azione e merito. Come si può pretendere che si rialzi una persona che è stata appena investita da un’automobile e ha tutte le ossa fratturate? Con quale faccia tosta gli si potrebbe dire: forza, alzati! Quello che bisogna fare quando avvengono questo tipo di disgrazie è, innanzitutto, soccorrere il ferito con competenza: quindi ci vogliono dei medici specializzati nel corpo umano, non dei passanti che dicono la loro opinione, ma dei tecnici che sanno mettere le mani su un organismo brutalmente danneggiato.

E in secondo luogo bisogna occuparsi di individuare i colpevoli e non permettere che la facciano franca e scappino indisturbati dopo aver calpestato brutalmente un essere umano. Ottusità, tracotanza e indifferenza sono le tre parole per definire i principali tratti di questo Paese. E anche sfacciataggine, mi verrebbe da dire. Boria, ossia ciò che descrive il comportamento di chi fa il mobbing, la violenza morale, l’accanimento umano: quello che è stato fatto a Vittorio Sgarbi negli ultimi anni da parte di moltissimi detrattori incoscienti e misantropi, che hanno fatto di tutto per abbattere, screditare e denigrare una persona così rara e così intelligente, vitale, brillante, energica, inventiva, non banale, colta, spettacolare come Vittorio Sgarbi. Hanno fatto di tutto per eliminare un individuo unico al mondo e irripetibile, probabilmente solo per delle stupide ragioni di appartenenza politica, o peggio ancora per misera invidia, per ignoranza, per insensibilità, per odio. Quell’odio che viene riservato all’intelligenza. Vittorio Sgarbi ha resistito, pieno di forza e ricco di iniziative, di idee, per riuscire a opporsi agli estenuanti attacchi, le cosiddette shitstorm, bufere di merda, violentissime e costanti - cose che anche io conosco molto bene, motivo per il quale ho sempre fatto di tutto per supportare la dignità di Vittorio. E lui lo ha fatto per me: unico essere culturalmente coraggioso e libero che mi ha sempre sostenuto sin dal momento in cui ha compreso il mio valore artistico e umano. Mi ha sempre detto di resistere e di fottermene di tutta la miseria anticulturale che mi veniva contro, e di affidarmi al bello, alla verità, alla legge morale dentro di me, e alle stelle sopra di me, ai valori dell’arte e dell’uomo.

E ora anche lui è rimasto gravemente danneggiato, non è riuscito a emergere dagli ultimi assalti che l’hanno atterrato in modo spaventosamente irreparabile.
Anche il più grande genio della terra è un essere umano, fatto di carne e di ossa. La superiorità mentale spesso è anche accompagnata da una grande sensibilità, e un grande intellettuale non è solo un grande colto, ma è anche un grande pietoso: ossia è colui che ha una grande testa ma anche un grande cuore. Pier Paolo Pasolini, Carmelo Bene, Aldo Moro, Luigi Tenco, Emilio Salgari: nomi di grandi intellettuali italiani che hanno avuto trattamenti immeritati, ossia che intorno a loro, anziché avere una società grata al loro genio, hanno avuto invidia, disprezzo, inimicizia e accanimento, e hanno sofferto o sono addirittura stati eliminati. Oggi l’eliminazione avviene attraverso delle forme di abbattimento “digitale”: non c’è più bisogno di eliminare fisicamente una persona scomoda, basta privarla della dignità civile per ucciderla. Saranno contenti, finalmente, di esserselo tolto di torno il tanto temuto Vittorio Sgarbi, tutti coloro che si sono sentiti minacciati dalla sua intelligenza, perché hanno visto nei suoi occhi la loro mediocrità.
