A proposito di Riccardo Muti e della lettera che ho scritto ormai settimana scorsa, e che non ha avuto risposta, nessun tipo di reazione da parte del Maestro, questa cosa non la trovo particolarmente elegante. Nel senso che il non degnarsi non è così nobile, se non altro una risposta qualunque, almeno che sia altrettanto articolata rispetto alla proposta, all'invito, che non era semplicemente un sollecitare o un coinvolgere o un citare. era proprio una lunga riflessione su tematiche che dovrebbero interessare, dovrebbero essere il centro dell'attività dell'interessato, del destinatario del mio messaggio. C'è una delusione grande in merito a questo, perché non degnarsi, non considerare neanche degni di una risposta, di una reazione, è proprio qualcosa che secondo me non ha nessuna qualità culturale, nessun tipo di dignità.
Mi sembra un atteggiamento veramente di chi ignora. D'altra parte la differenza tra me e chi si comporta in questo modo, sempre per rimanere nell'ambito della musica, è una differenza proprio di bagaglio culturale, direi, di preparazione e di competenza. Perché io conosco bene Bach, Beethoven, Mozart, Mahler, Stravinsky, li pratico, li studio e li inserisco nel mio universo speculativo. Loro no, sono certo che non conoscono. Ma non soltanto non conoscono me. Non conoscono neanche i Beatles, i King Crimson, i Genesis o Franco Battiato, perché questi "sedicenti signori della musica cosiddetta colta", sedicente seria, sono fuori dal mondo, come se si ritenessero dispensati dal dover essere inseriti nell’attualità, nella modernità, nell’universo che inevitabilmente, volenti o nolenti, prevede e diffonde la canzone come forma musicale. Loro snobbano questo senza alcuna nobiltà, sine nobilitate, e si ergono a docenti, grandi direttori d'orchestra, proprio nella loro ignoranza e nella loro antipatia palese. Perché non degnarsi? Quando mai noi abbiamo sentito questi signori comunicare, parlare, diffondere un pensiero, un ragionamento articolato? No, sono tanto capaci di fare i grandi direttori del mondo, delle accademie, senza un minimo di capacità di relazionarsi.