Chi scrive, qui, appartiene alla classe ‘86, nata all’epoca di Chernobyl e cresciuta tra i mondi, l’analogico e il digitale, la tv regionale e la pay TV (la prima in Italia) di TELE +, le videocassette erotiche e le signorine a notte fonda sulla via della seta che era la televisione fuori orario. Era il 1997 quando prima su TELE + e poi su SKY noi adolescenti conoscevamo Canal Jimmy, che offriva una finestra internazionale su serie e prodotti d’intrattenimento inglesi e americani. È grazie a Jimmy che il pubblico italiano conobbe Sacha Baron Cohen (Ali G), lo show de Il David Letterman, Nip/Tuck, Padre Ted, Shameless (UK) e ultimo, ma non meno importante, il Jerry Springer Show. Lo show di Jerry Springer, un talk di matrice trash come ce ne erano tanti negli Stati Uniti, veniva introdotto non solo con un logo in sovra-impressione con un cestino della spazzatura, ma anche da ‘non ricordo chi’ intimava noi giovani a non prendere troppo seriamente o emulare le azioni viste sul palco del programma, e in effetti era uno show a 360 gradi: da semplici racconti di corna a storie d’incesto, passando per nane lesbiche litigiose e persone patologicamente obese che rinunciavano a una vita sociale preferendoli una piscinetta piena di prosciutto in gelatina (quell’episodio mi è rimasto impresso). Che bei ricordi. E tra quei ricordi nel primo anno del ventunesimo secolo si affacciava il Grande Fratello o, come tutti lo ricordiamo, il più vero e autentico col compianto Pietro Taricone e compagnia bella. Ora ripensiamo a quelle undici stagioni (fino al 2011) come al GFnip (not important person) in contrapposizione al VIP che va in onda con successo e arrivato, quest’anno, alla sua sesta edizione.
Avendo un retaggio patrizio in fatto di ‘cultura bassa’ non mi sono privata del piacere di sezionare, in modo quasi ossessivo, le giornate dei nostri ‘VIP’ (molti di noi all’entrata di ogni nuovo concorrente deve avvalersi del supporto di Google) attraverso i canali ufficiali e quelli non ufficiali su IG. In un presente in cui c’è un mercato per tutto e tutti, tipo i video di prolassi anali, ammetto di avere storto il naso di fronte alla disfunzionale evoluzione, in quattro mesi e passa, del gioco o, per meglio dire, del buen retiro per molti vipponi (Valeria Marini è alla sua terza partecipazione). I video non mentono (e spuntano sempre sui canali alternativi, che strano) e tra manifestazioni di razzismo e sessismo ad alta voce, ammoniti da un pat pat metaforico da Alfonso Sigorini, un Signorini con la schiuma alla bocca verso il politicamente corretto (a questo ci arriveremo), scarsa igiene domestica, liti, esagoni amorosi e pugnalate alle spalle, di certo la dinamica che abbiamo amato e odiato tutti è stato il triangolo Alex Belli/Delia Duran/Soleil Sorge. Il triangolo ha fatto così tanto divertire (inizialmente) noi spettatori che ne è nata una parodia messa su da due attori (li trovate su IG) Valentina Barbieri e Thomas Basilico. La pantomima in scena da mesi e recitata (?) à la Sogni d’amore ha ritrovato un largo riscontro di share e bestemmie, portando Rolling Stone a tesserne le lodi in un articolo. Il merito del GFVip -per chi scrive su RS- sarebbe portare su Canale 5, in prima serata, temi come il poliamore, l’amore libero (a quanto pare la monogamia è per gente castigata), la bisessualità e così via. Insomma, Canale 5 pare una avanguardia sessuale che manco Berlino negli anni ‘20 del Novecento. Nell’articolo ci si attacca un po’ a tutto, cavalcando quei trend progressisti (ma anche vecchi) che, forse, nascondono una verità più gretta e per dirla con Truffaut tradotto in italiano: non drammatizziamo… è solo una questione di corna.
La questione è semplice e per me sarà difficile e noioso spiegarlo: Alex Belli e Soleil entrano a settembre come concorrenti, c’è un feeling quasi immediato e la cosa sfugge di mano sopra e sotto le coperte scatenando il disagio e la rabbia della di lui moglie Delia Duran. Lei gli fa in diretta l’ultimatum, lui abbracciandola viene squalificato, così i due provano a sistemare le cose facendo ospitate in tv, stories sui social ma non basta. Delia percepisce il marito distante (parole sue), litigano spesso (parole sue) e decide di entrare nella casa del GF per capire l’ambiente che ha portato il marito a farle le corna, artistiche ovviamente. Lui dice che è per l’amore libero, lei insiste che deve esserci il consenso di entrambi per ‘avere’ una terza persona nel letto e che ama le donne.
Insomma, per chi sa cos’è il poliamore la coppia Belli/Duran appare come una normalissima coppia ( non c’è nulla di male) che durante qualche sera annoiata chiama un’amica o usa app (come tantissimi) à la 3Fun per divertirsi sessualmente, e va benissimo, in tre. Il poliamore è altro, una coppia che ogni tanto invita un ospite nel suo letto, però, è un altro ancora. Se c’è una questione interessante che ha sollevato il GFVip non è questa, ma la critica mossa da Nathalie Caldonazzo a Belli etichettandolo come narcisista covert (forse sarebbe più esatto dire overt). Da lì sono iniziati i commenti sotto il profilo dell’attore, e non solo, di migliaia di donne (buttateci un occhio) pronte a raccontare la loro esperienza con un narcisista patologico, sollevando un tema che sì, forse è di moda e si rischia di parlarne con troppa leggerezza, ma che sta diventando una piaga sociale e che è estremamente debilitante psico-fisicamente per le vittime di questi soggetti, e chi scrive qui ne sa qualcosa. Sarebbe stato bello soffermarcisi sopra ma per le dinamiche del programma è più importante continuare il mash-up con Carràmba! Che sorpresa e C’è posta per te, con continue e asfissianti sorprese strappalacrime e mutande per i vipponi.
Non sono una psichiatra e non sta a me valutare se Alex Belli sia narcisista o meno, se lui e Delia hanno messo su un teatrino in cui Soleil è coinvolta o meno (e se sì, in quale misura?), se hanno fatto sesso sotto le coperte (lui ha confessato venerdì che c’è stato qualcosa) ma nel migliore dei casi ci troviamo di fronte a un copione studiato, nel peggiore, e sarebbe preoccupante, siamo di fronte a una edizione che per scagliarsi contro il politicamente corretto riporta l’orologio indietro di trent’anni. Molto spesso, come Alfonso Signorini, sento con fastidio questi finti traguardi progressisti, li considero (opinione personalissima e non condivisibile) problemi da primo mondo, da borghesi annoiati che si riempiono la bocca parlando del declino della civiltà occidentale (e magari non sono mai usciti dalla Cassia o da Cinisello Balsamo). Il GF neanche agli esordi è mai stato un totale esperimento sociale, se così fosse non dovrebbero esserci opinionisti, presentatori e niente o nessuno che vada a intaccare in qualche modo l’esperimento nel suo effettivo svolgimento, se non nella misura in cui lo decidono gli esperti. Essendo soprattutto un programma d'intrattenimento le bestemmie (per dirne una) sono state punite fin dai primi anni.
Benché abbia trovato esagerata la morìa di concorrenti dell’anno scorso, trovo altrettanto esagerato l’atteggiamento di lasseiz- faire del presentatore e degli autori, soprattutto nei confronti di alcuni concorrenti con cui (opinioniste incluse) c’è un atteggiamento amichevole à la Leni Riefenstahl dove, sembra, che i cavalli vincenti siano già stati scelti da tempo. Questa è l’impressione di tante e troppe persone che formano la comunità del GFVip e senza i vari vipponi di turno non potrebbero vivere in quella che, a tutti gli effetti, è ormai un supermercato o per citare Alex Belli stesso nel primo incontro con sua moglie nella casa: ‘qui facciamo product placement’. Credo, fermamente, che non ci sia nulla da difendere nel Grande Fratello, men che meno quest’anno, in cui si è deciso di guardare dall’altra parte di fronte a tanti eventi spiacevoli e sgradevoli, al bullismo psicologico per rivendicare posizioni di presunta libertà perché ‘il politicamente corretto ha stufato’ con una intransigenza bovina. Molto spesso sono convinta che se in passato non avessimo esagerato con la scorrettezza oggi, forse, non ci ritroveremo a dovere chiedere scusa per il solo fatto di respirare e di non essere abbastanza inclusivi, tolleranti e aperti. Ecco perché la conduzione di Alfonso Signorini ha riportato indietro le lancette dell’orologio in un tempo dove, seguendoli per molte ore pagando un extra a Sky, Fedro Francioni raccontava (e spero fosse una spacconeria da ‘macho’) di avere fatto sesso con una amica svenuta e presumibilmente strafatta.
Non venne preso nessun provvedimento, come non è stato preso nel corso di questi mesi di fronte alla superbia di alcuni concorrenti e alla loro scarsa considerazione umana nei confronti dei compagni. Le intenzioni sociologiche su falsariga di The Real World (il primo reality al mondo nel 1992) sono perdute da tempo: nelle prime edizioni del GF si riunivano persone della stessa fascia d’età a cui si chiedeva di confrontarsi su temi scottanti, in base alle proprie opinioni, alla cultura, alle classe sociale d’appartenenza e, perché no, pure in base a provenienze regionali diverse. Trovo imbarazzante volere vedere per forza un arricchimento per il pubblico attraverso il triangolo Belli/Duran/Sorge. È uno spettacolo che ha annoiato tutti, e se tutto ciò che raccontano è la realtà be’… è parecchio triste. E non è una presa di posizione intellettuale la mia, si può apprezzare Godard quanto i reality, ma non tratterò mai i pochi che mi leggono come una massa informe non pensante, non spaccerò mai il Jerry Springer Show (che amavo) per un libro del Dr Seuss. Se questo è un gioco allora voglio citare il leitmotiv tanto caro ai partecipanti attuali: caro GFVip, anche meno.