Il modo migliore per cancellare una nazione è mettere in discussione la sua identità, intaccare i riferimenti culturali, delegittimare le icone, riscrivere la sua storia. In tempi di politicamente corretto e cancel culture dilagante, il revisionismo è diventato non solo una necessità ma un obbligo morale per alcuni promuovendo una cultura universale e senza confini in cui tutti siamo uguali. È evidente che questa visione mal si concilia con l'identità nazionale a partire da una delle tradizionali nazionali più antiche come quella italiana. Nonostante la nascita dello stato italiano sia avvenuta in tempi relativamente recenti, la tradizione nazionale italiana è molto più antica, come spiega Vincenzo Gioberti nel suo De antiquissima Italorum sapientia. L'identità nazionale si fonda su una serie di figure di riferimento e Leonardo da Vinci rappresenta senza dubbio un simbolo dell'italianità e del genio italico. Scindere il suo personaggio dal contesto storico e culturale in cui nacque e si formò significa snaturare la sua opera.
La recente scoperta annunciata da Carlo Vecce, studioso di Leonardo da Vinci, di documenti inediti che attestano che la madre di Leonardo fosse una schiava di origine straniera ha conquistato le prime pagine dei giornali e suscitato grande scalpore. Vecce, annunciando l'uscita del suo romanzo Il sorriso di Caterina. La madre di Leonardo, lo ha reso noto. Certo, presentare una scoperta storica con un romanzo è il modo migliore per confondere realtà e finzione ma lo studioso ha spiegato che presto uscirà una biografia con le nuove carte scoperte in un documento autografo conservato all'Archivio di Firenze.
Secondo questo documento Caterina, madre di Leonardo da Vinci, era una giovane schiava originaria della Circassia, una regione del Caucaso. Catturata e ridotta in schiavitù, venne condotta a Venezia passando per Costantinopoli, dieci anni prima della fine dell'Impero. Da Venezia arrivò a Firenze e infine a Vinci.
Non entriamo nel merito della scoperta che avrà una sua validità scientifica ma ci soffermiamo sulla strumentalizzazione non solo culturale ma anche politica che subito ne è stata fatta. Il fatto che la madre di Leonardo da Vinci possa essere straniera, ha sortito l'effetto di titoli a carattere cubitale: “Leonardo non era italiano”, “la madre di Leonardo era un'immigrata” fino al titolo “arrivò in Italia su un barcone”.
Da qui approfondite analisi sull'universalità del genio toscano: “se Leonardo è l’uomo universale per eccellenza, bisogna purtroppo riconoscere che c’è un’universalità anche nella travagliata esperienza di vita di sua madre”. In poche parole una testimonianza culturale a favore della “società aperta”, del “multiculturalismo” e uno schiaffo alla sua italianità. Sull'identità della madre di Leonardo gli storici dibattono da tempo ed esistono numerose teorie, risparmiateci però la strumentalizzazione politica della figura di Leonardo da Vinci e il tentativo di deitalianizzare uno dei padri della nostra nazione.