Roberto Minervini lo conoscete? No. L'intellighenzia cinematografica italiota non ne ha mai parlato ma il marchigiano ha preso armi e bagagli e, forte di una laurea in cinema, si è trasferito negli Stati Uniti d'America nel 2002 e lì ha scritto e diretto 10 film. Capolavori? Non lo so, non li ho visti, non posso giudicarli, ho visto I dannati e mi è bastato. È difficile fare un film lirico e toccante parlando di guerra ma lui ci è riuscito in pieno. Di cosa si tratta? "Inverno 1862. Nel pieno della guerra di Secessione l'esercito degli Stati Uniti invia ad ovest - il film è girato in Michigan - una compagnia di volontari con il compito di perlustrare e presidiare terre inesplorate. La missione travolge un pugno di uomini in armi, svelando loro il senso ultimo del loro viaggio verso la frontiera". Un film che sarebbe piaciuto moltissimo allo scrittore recentemente scomparso, Cormac Mc Carthy - pensate che "matto", scriveva ancora con la macchina da scrivere e viveva isolato - per la aridità e profondità e serietà del tema. Non ci sono donne e il nemico non lo si vede, lo si sente. Alcune fucinalte vanno a segno lasciando qualche volontario sul terreno. Un film semplicemente epico. Cinema. Non un film che - come Parthenope di Paolo Sorrentino - spingerà la gente a tornare al cinema - vedo resse furibonde davanti alle poche sale rimaste ancora aperte - ma un'opera che fa pensare, in certi momenti fa male ma, alla fine, fa pensare intensamente.
"Le verità spezzate" è invece un libro che va letto. Subito. Non solo perché Alessandro Robecchi sa scrivere molto bene - prova ne sia i 10 libri pubblicati da Sellerio protagonista l'autore televisivo Carlo Monterossi - ma perché é maledettammente attuale. Conosco Robecchi quando sulla defunta L'Unità - non è defunta? Ma, come gli altri giornali non la legge nessuno - si firmava Roberto Giallo e con le colleghe Maria Novella Oppo e Alba Solaro e il sottoscritto seminava il panico al Festival di Sanremo. So il suo impregno, il suo valore, l'amore e la passsione per la musica - ogni libro con Monterossi protagonista è un'ode a Bob Dylan - ma questo è diverso. È un atto di scusa al commediorafo, giornalista e scrittore Augusto De Angelis padre del pacato, e antifascista, e tranquillo commisario Carlo De Vincenzi che venne portato sul piccolo schermo, con imenso successo, dall'impareggiabile Paolo Stoppa. Questo libro - di cui nessuno parlerà - è importante non solo per la trama poliziesca - impeccabile - ma anche perché spero avvicinerà potenziali lettori a De Angelis, massacrato a calci e pugni da un manipolo di fascisti repubblichini a Como dove lui, 56enne romano, era stato rinchiuso e torturato. Si parla tanto di letteratura poliziesca ma, no, scusate, questa è Letteratura. Ripeto, "Le verità spezzate" di Alessandro Robecchi, editore Rizzoli.
Tutti - molti, sì - mi chiedono di scrivere della Roma del miliardario Friekin e di Francesco Totti che a 48 anni vuole tornare in campo - come ha fatto il 34enne Mario Balotelli con il Genoa in procinto di andare in serie B - ma, onestamente, non è il caso. Non so raccontare barzellette. Ah, e complimenti vivissimi al maxi-mega giornalista sportivo Xavier Jacobelli per l'educazione data alla bellissima figlia. Va sempre a letto presto. Magari con qualche calciatore. Stavolta rido con la laziale Ilary Blasi. Adesso la gente comincia a capire e lo stadio Olimpico si sta svuotando. Alleluja. Forse è finita la vendemmia alla vigna dei cojoni. Bruce Springsteen e la formidabile E Street Band, da mesi sono scesi in campo in appoggio alla candidata democratica Kamala Harris ma ora fanno sul serio. Ad Atlanta e a Philadelphia è partito il tour "when we vote we win" che vedrà su palco Springsteen, Kamala Harris e Barack Obama. Mi auguro funzioni ma letto l'articolo di Mark O'Connor sull'Irish Times - a pagina 15, quella dei commenti - penso proprio di no. Perché? Perché la settimana scorsa a Philadelphia, nel municipio, mentre Donald Trump teneva un infervorato comizio due persone si sono sentite male - non funzionava l'aria condizionata - così, dopo 20 minuti Trump ha detto di piantarla con le domande e attaccare con la sua musica preferita. Per 40 minuti. Due volte Andrea Bocelli con Ave Maria e Time to say goodbye - che soddisfazione - Y.M.C.A. dei Village People, Rufus Weinwright che cantava Hallelujah di Leonard Cohen, November rain dei Guns N' Roses e Nothing compares to you di Sinead O'Connor. Ovviamengte questa notizia dubito la leggerete nei giornali, meglio parlare delle tante squadre che vogliono far tornare a giocare il 48enne Franceso Totti. Aveva, e ha, ragione Vanna Marchi, "i coglioni vanno inculati". E tra canti e suoni - nooo - tornerà Donald Trump - solo 30 anni più vecchio di Totti - che pacificherà l'universo mondo. O no? La forza dei nervi distesi. Bruce-Kamala-Barack. La forza dei nervi a fior di pelle. Non si governa così. Sarà una risata che li seppellirà.