image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • Calcio
    • NFL
    • combattimento
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • calcio
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Tech
  • Fashion
    • Fashion
    • Moda
    • Gear
    • Footwear
  • EVERGREEN
  • Topic
  • Journal
  • Media
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Culture

Non solo Al Bano e Pupo: dalla Russia alla Cina, quando il cantautore italiano del passato torna di moda. Tipo Di Bari a Sanremo…

  • di Federico Giuliani Federico Giuliani

14 settembre 2023

Non solo Al Bano e Pupo: dalla Russia alla Cina, quando il cantautore italiano del passato torna di moda. Tipo Di Bari a Sanremo…
Si può parlare di risveglio della canzone italiana? Forse, se si abita o si visita il territorio tra la Russia e la Cina: là, oltre ai nomi più noti per vicende recenti come Al Bano e Pupo e ai grandi classici come ‘O sole mio, vanno anche insospettabili come Nicola Di Bari… Siamo andati di persona a verificarlo

di Federico Giuliani Federico Giuliani

Parlare di risveglio della canzone italiana potrebbe essere un’espressione esagerata. Ha più senso, semmai, utilizzare il termine riscatto. Un riscatto da applicare tuttavia soltanto ad una parte della musica nostrana e nell’ambito di un contesto geografico ben preciso: lo spazio geografico che va da oltre i Balcani all’Estremo Oriente, e che abbraccia quindi Russia e Asia. Mentre i ragazzi di Roma e Milano si sparano nelle loro cuffiette dosi sempre più massicce di trap/rap - un miscuglio sempre più indefinibile, spesso amplificato ai quattro venti da mini casse collegate agli smartphone – ci sono Paesi insospettabili che, tra la canzone all’ultimo grido della popstar di turno e il movimento culturale musicale in ascesa – dal Korean Pop al Japanese Pop – riscoprono vecchie stelle comete della (quasi) defunta scena italiana. Di seguito alcune esperienze e vicende emblematiche.

Dalla Russia con amore

Cantautori vintage invitati in occasioni di kermesse o tour improbabili, brani che appartengono al passato in bianco e nero, 33 giri e audiocassette pressoché introvabili, tutto rigorosamente made in Italy, tutto questo emerge dalla nebbia dei ricordi, come per magia, per intrattenere un pubblico desideroso di ascoltare autori che, in patria, sono stati travolti dalle star dei social network. Certo, in alcuni casi non sono mancate le polemiche, visto che le nazioni interessate a riscoprire autori e cantautori italiani non sempre coincidono con democrazie liberali. Una delle vicende più recenti chiama in causa la Russia di Vladimir Putin. Lo scorso 2 maggio, Pupo era stato invitato a Mosca per partecipare, nei panni di giurato, alla finale del festival Road to Yalta. Apriti cielo: complice la guerra in Ucraina, il cantante toscano era finito nell’occhio del ciclone, salvo poi declinare l’invito (attribuendo però la sua decisione ad altre cause). Nel corso degli anni, la Federazione Russa ha dimostrato di amare la musica italiana. Come quella di Al Bano, personaggio apprezzato per le sue hit, come “Felicità” e “Nostalgia Canaglia”, e più volte esibitosi nel Paese di Putin fino al definitivo cambio di passo. "In questi anni dalla Russia mi hanno chiamato e io ho declinato gli inviti. Ci tornerò quando ci sarà la pace e canterò per il popolo russo e per quello ucraino", ha chiarito qualche mese fa lo stesso Al Bano.

Al Bano
Al Bano

L’Oriente chiama

È pieno agosto a Seoul. Nella capitale della Corea del Sud il termometro sfonda il tetto dei 30 gradi Celsius, complice l’intensa percentuale di umidità. Nel distretto dello shopping di Dongdaemun una folla incessante intasa i marciapiedi. Molte persone si spostano semplicemente per tornare a casa o rientrare a lavoro. Altri sono turisti ma tanti altri ancora si trovano in quest’area per fare acquisti. Scarpe, maglie, pantaloni, gadget di ogni tipo. Negozietti e centri commerciali multipiano e venditori ambulanti non vedono l’ora di definire affari e trattative. Ai piedi di Migliore, un palazzone che fa parte di una catena di grandi magazzini della Corea del Sud specializzata in vendita di abbigliamento e accessori moda, svariati banchetti espongono la loro mercanzia. Un commerciante che a occhio e croce sembra superare i 65 anni dialoga con una coppia di clienti italiani. Loro intendono acquistare un paio di Crocs, o un modello simile, che presenta una suola più alta del normale ed è agghindato da gingilli e spille colorate. Lui, con fare amichevole, offre la mercanzia agli acquirenti per poterla provare, osservare, toccare con mano. Nel frattempo inizia a parlare della sua infanzia. Il fatto che gli avventori fossero italiani, risveglia nel sudcoreano di mezza età un ricordo legato al passato remoto. In un inglese più che stentato chiede ai due clienti se conoscono “Di Bari”. Nel pronunciare questo nome, anzi cognome, mima il verso del violino e intona una melodia. Difficile, per i due italiani, capire cosa voglia intendere il loro interlocutore. Dopo qualche minuto di fraintendimenti, il commerciante prende il suo telefono, entra su YouTube e inizia a scrivere. Parte una compilation di spezzoni musicali, in bianco e nero, di un cantante italiano che si sta esibendo. “Nicola Di Bari. Sanremo”, pronuncia quindi il sudcoreano, ricordandosi l’intero nome del cantautore italiano. Nicola Di Bari, pseudonimo di Michele Nicola Scommegna, è il quarto cantante che ha vinto il Festival di Sanremo per due edizioni consecutive, nel 1971 (con Il cuore è uno zingaro) e nel 1972 (con I giorni dell'arcobaleno), vincendo anche Canzonissima nel 1971. Il commerciante, con gli occhi lucidi – e questa volta con l’aiuto del traduttore – spiega che le canzoni di “Nicoladibari” sono state la colonna sonora di una parte della sua vita. Da giovane si divertiva a guardare le esibizioni dell’artista italiano e ha continuato a farlo anche in tempi più recenti. Da una piccola radiolina posizionata con cura accanto alla cassa del banchetto risuonano le note di canzoni italiane. Di fianco si intravedono numerosi cd: Gianni Morandi, Toto Cutugno. “Nicola Di Bari è il migliore”, conclude però il commerciante, intonando Il cuore è uno zingaro.

I fan di Sanremo

La musica della Corea del Nord è fortemente influenzata dalla situazione politica del Paese. La maggior parte delle canzoni ascoltate dai cittadini locali riguarda il culto della personalità della famiglia Kim o narra svariate vicende storiche della nazione. Attenzione però, perché accanto a tutto questo c’è spazio per diverse sorprese. Estate 2017. Nella biblioteca centrale di Pyongyang c’è una stanza con decine di stereo disposti su tavolini marroni. Sono a disposizione del pubblico, che può utilizzarli per ascoltare cd presi in prestito dalla struttura. La guida che ci accompagna per l’occasione preme un tasto e fa partire Best of di Pavarotti, come accadeva a tutti (pochissimi) gli italiani che avevano la rara possibilità di visitare la nazione più inaccessibile del mondo. Un’altra guida, la stessa che ci accompagna nel tour immersivo di circa un mese in Corea del Nord, ha più volte provato ad intonare famose canzoni italiane del passato (‘O sole mio, Funiculì Funiculà e Con te partirò le più apprezzate) per uccidere il tempo durante i lunghi spostamento in pullman da una località all’altra. In Cina, invece, apprezzano Sanremo – inteso come il festival musicale – al punto da proporne uno ad hoc. Dopo la 73a edizione del Festival di Sanremo, l'Istituto Italiano di Cultura di Pechino ha organizzato un concorso canoro per promuovere la canzone e la lingua italiana oltre la Muraglia. L'iniziativa, rivolta a cantanti non professionisti di ogni nazionalità, consisterà nell'esecuzione, ovviamente in italiano, di una delle canzoni portate in una delle precedenti edizioni del suddetto Festival. I vincitori del concorso riceveranno in premio un biglietto aereo per l'Italia.

More

Toto Cutugno, la malattia, Al Bano, Ruggeri, Banfi e le critiche dei morti di fama. Altro che radical chic...

di Roberto Alessi Roberto Alessi

Ma che vi frega?

Toto Cutugno, la malattia, Al Bano, Ruggeri, Banfi e le critiche dei morti di fama. Altro che radical chic...

Pupo “Puposki”, ambasciatore in Russia, è il John Lennon del centrodestra. Altro che meteora...

di Fulvio Abbate Fulvio Abbate

A Mosca, a Mosca

Pupo “Puposki”, ambasciatore in Russia, è il John Lennon del centrodestra. Altro che meteora...

La Russia per vincere la guerra con l’Ucraina ha bisogno di Pupo? Bella, ciao

di Ottavio Cappellani Ottavio Cappellani

Festival patriottico del Cremlino

La Russia per vincere la guerra con l’Ucraina ha bisogno di Pupo? Bella, ciao

Tag

  • Cinema
  • Musica
  • Sanremo

Top Stories

  • FIGLIETTISMO D’ARTE: Ma vi sembra normale che al Teatro San Carlo di Napoli il figlio della Direttrice generale Emmanuela Spedaliere sia stato assunto come Direttore artistico delle Officine San Carlo? E ora gli prolungano il contratto fino a…

    di Riccardo Canaletti

    FIGLIETTISMO D’ARTE: Ma vi sembra normale che al Teatro San Carlo di Napoli il figlio della Direttrice generale Emmanuela Spedaliere sia stato assunto come Direttore artistico delle Officine San Carlo? E ora gli prolungano il contratto fino a…
  • Abbiamo letto “Il giorno dell’ape” di Paul Murray, che ha vinto il Premio Strega Europeo: ma davvero è “il più bel libro dell’anno” (cit. Bret Easton Ellis)? Spoiler, no. Ecco due romanzi usciti quasi in contemporanea che dovreste leggere

    di Riccardo Canaletti

    Abbiamo letto “Il giorno dell’ape” di Paul Murray, che ha vinto il Premio Strega Europeo: ma davvero è “il più bel libro dell’anno” (cit. Bret Easton Ellis)? Spoiler, no. Ecco due romanzi usciti quasi in contemporanea che dovreste leggere
  • Perché dimenticate Garbo, il più grande poeta in musica? Altro che De André, Guccini, De Gregori e Vecchioni, riascoltate la sua discografia che porta oltre le Colonne d’Ercole del già sentito…

    di Aldo Nove

    Perché dimenticate Garbo, il più grande poeta in musica? Altro che De André, Guccini, De Gregori e Vecchioni, riascoltate la sua discografia che porta oltre le Colonne d’Ercole del già sentito…
  • ⁠⁠Se avete amato Joel Dicker e Stephen King amerete questo bestseller: abbiamo letto “Kala” di Colin Walsh (Fazi), ma com’è? Un giallo page-turner che ha tutto: l’adolescenza, l’amore, l’invidia. E una ragazza scomparsa...

    di Riccardo Canaletti

    ⁠⁠Se avete amato Joel Dicker e Stephen King amerete questo bestseller: abbiamo letto “Kala” di Colin Walsh (Fazi), ma com’è? Un giallo page-turner che ha tutto: l’adolescenza, l’amore, l’invidia. E una ragazza scomparsa...
  • Abbiamo fatto ascoltare "Tutto", il disco di Eugenio Finardi, ad Alberto Bertoli. Il risultato? "Ma non si era stufato? Tra canzoni blockchain, amori sconfinati e fisica quantistica, meno male che ci aveva raccontato una bugia..."

    di Alberto Bertoli

    Abbiamo fatto ascoltare "Tutto", il disco di Eugenio Finardi, ad Alberto Bertoli. Il risultato? "Ma non si era stufato? Tra canzoni blockchain, amori sconfinati e fisica quantistica, meno male che ci aveva raccontato una bugia..."
  • Abbiamo fatto ascoltare Libertà negli occhi, il disco di Niccolò Fabi, al poeta Aldo Nove. Il risultato? "Capolavoro di saudade e sguardo a un presente che sfugge. Costringete Tony Effe a sentirlo per una settimana…”

    di Aldo Nove

    Abbiamo fatto ascoltare Libertà negli occhi, il disco di Niccolò Fabi, al poeta Aldo Nove. Il risultato? "Capolavoro di saudade e sguardo a un presente che sfugge. Costringete Tony Effe a sentirlo per una settimana…”

di Federico Giuliani Federico Giuliani

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore moreno.pisto@mowmag.com

Next

Roberto Alessi racconta la sua Moana: “Un'intellettuale, non ho mai capito la scelta del cinema per adulti”

di Roberto Alessi

Roberto Alessi racconta la sua Moana: “Un'intellettuale, non ho mai capito la scelta del cinema per adulti”
Next Next

Roberto Alessi racconta la sua Moana: “Un'intellettuale, non...

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy