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Old di Shyamalan è l’horror
dell’estate e se non lo capite
siete vecchi

  • di Grazia Sambruna Grazia Sambruna

27 luglio 2021

Old di Shyamalan è l’horror dell’estate e se non lo capite siete vecchi
Autore de Il Sesto Senso, The Village e Signs o della trilogia Unbreakable, Split e Glass, capace di sfornare capolavori così come flop totali, come al solito sfida tutte le critiche e le recensioni negative che non fanno che aumentare l’hype rispetto a una pellicola godibilissima scritta e diretta dall’uomo più presuntuoso del mondo cinematografico che a questo giro si è voluto divertire. Se tali premesse non vi bastano, continuate a frequentare persone per bene che fanno sempre tutto giusto. Il rischio è solo quello di invecchiare di noia, quella sì, mortale

di Grazia Sambruna Grazia Sambruna

Al cinema è arrivato un horror come si deve, ovviamente ha sbancato al botteghino del primo weekend in sala e come è d’uopo in questi casi, non piace a nessuno. Stiamo parlando di Old, nuovo lungometraggio di M. Knight Shyamalan, regista di pellicole da niente come Il Sesto Senso, The Village e Signs. Per non parlare della trilogia anti-eroistica – una boccata d’ossigeno nell’era di dominio Marvel in cui sono tutti superlativamente “issimi” -  Unbreakable, Split e Glass. Il tutto inframmezzato da una filmografia colma di supercazzole e mastodontiche boiate che sono in molti a non perdonargli tuttora. Uno squilibrato che non sa tenere in mano mezza macchina da presa o un vero genio à la Ed Wood che non siamo in grado di comprendere fino in fondo? Sbertucciato, acclamato, odiato e venerato allo stesso tempo, questo sembra essere il destino di Old. Comune a quello del suo regista. La trama si infittisce. Scopriamo il plot twist?

Prima di tutto c’è da dire che Old, santo cielo, è un film che sta in piedi. Sembra poco, ma con l’incessante pioggia di titoli che quotidianamente ci piombano sulla collottola per (dis)grazia delle varie piattaforme di streaming, era da tanto che non si vedevano oltre 90 minuti filare in modo sensato dall’inizio alla fine, soprattutto in campo horror dove in genere tocca sorbirci i soliti teenager gender fluid che scappano dalla sottomarca della sottomarca della maschera di Scream (che uscì nell’anno del Signore 1998, forse ci siamo abituati – per usare un eufemismo - a quel tipo di narrazione dal jumpscare pretestuoso). Quindi prima di ogni cosa, sarebbe quantomeno necessario un ringraziamento a Shyamalan per averci dato il prodigio: una trama originale e non il solito remake del reboot ma stavolta con le femmine di lontra d’acqua bassa.

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La locandina di Old

La trama, dicevamo: una famigliola apparentemente perfetta va in vacanza in un resort da sogno. Indirizzata verso una spiaggetta deliziosa e isolata, si ritroverà in compagnia di altri turisti a vedersi invecchiare di anni in pochi minuti, presumibilmente fino alla morte entro sera. Una sinossi che sembra il concept per lo spot di una crema solare che si dà al black humor sui danni che il sole fa alla pelle, e invece il miracolo: mentre il tempo scorre inesorabile, ci si ritrova completamente avvinti da questa follia la cui punteggiatura sono trovate registiche sopra le righe e svolte di trama così surreali – ma tutto sommato credibili su quel piano di realtà – da provocare uno smarrimento al limite tra il genio e la locura. Un film nato per divertire e intrattenere. Chi l’avrebbe mai detto che si potesse ancora fare?

In Old c’è tutto quanto ha sempre funzionato (o deturpato) nell’universo mentale e cinematografico di Shyamalan: bambini che si lanciano in conversazioni così profonde e impegnate che manco un pensatore centenario (ma qui c’è una giustificazione: crescono davvero in fretta), una location all’apparenza idilliaca, tanto piccola e isolata quanto mortale e personaggi che perdono la testa in un vortice di follia impreziosito dai soliti camei del regista (che ama metterci la faccia, come sempre) qui nel ruolo dell’autista del van che traghetta i protagonisti verso la rovina. Sì, Shyamalan ha sempre avuto un certo ego, sbeffeggiato dai più, e il carisma di apparire in ogni suo film ritagliandosi parti marginali, nei migliori dei casi, o in cui affida a se stesso messaggi quasi messianici decisamente presuntuosi (per riderne di più, date un'occhiata a Lady in the Water in cui il nostro interpreta un autore destinato a salvare il mondo perché ha il dono della scrittura e quindi è quasi Gesù).

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Una scena di Old

Shyamalan, non ha mai fatto nulla per nasconderlo, è presuntuoso. Ma avendo praticamente esordito alla regia con Il Sesto Senso, diciamo che gli può capitare di poterselo permettere. Nella sua filmografia esistono capolavori incredibili come fiaschi abissali e strazianti per chiunque ami il cinema (E venne il giorno, su tutti). Il motivo per cui vale sempre la pena di precipitarsi in sala quando esce qualcosa di questo autore controverso e spocchioso che perfino la copertina del Times definì “Il nuovo Spielberg” è perché sa essere straordinario sia nel bene che nel male. Quando produce un capolavoro, la sua magnificenza spicca irraggiungibile quasi quanto la profondità dell’abisso delle pellicole che non gli riescono e diventano di diritto Z movies di cui godere quando si ha voglia di trash ad alto budget. Preparate i pop corn.

Con Old non siamo davanti alla baracconata d’autore e ci teniamo a debita distanza dal masterpiece. Quello che abbiamo sono centonove minuti di pura follia horror che hanno un inizio e una fine e non lasciano nulla, ma davvero nulla all’immaginazione. Crudo e (ir)reale, Shyamalan mette in campo tutti i suoi topoi autorali per farci divertire in questa estate post (si spera) pandemica. Vi fidereste di qualcuno di cui sentite parlare sempre e solo bene? Tutte le critiche e le recensioni negative non fanno che aumentare l’hype rispetto a una pellicola godibilissima scritta e diretta dall’uomo più presuntuoso del mondo cinematografico che a questo giro si è voluto divertire. Se tali premesse non vi bastano, continuate a frequentare persone per bene che fanno sempre tutto giusto. Il rischio è solo quello di invecchiare di noia, quella sì, mortale. 

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