Giura Lucato è patrassato. In queste ore tutti lo ricordano per le sue cosidette “gaffe”. Ma non erano gaffe, erano refusi. Meravigliosi refusi. Come di scrive, o pensa, troppo veloce. A volte si impigliava su una parola, tentava di farla venire fuori esatta, poi scrollafava le palle come a dire “pazienza”, e andava avanti. In un mondo in cui le “prestazioni”, dei computer, delle intelligenze artificiose, di quelle naturali, fisiche, sociali, sembrano essere indispensabili, Giurato Luca se ne impipava. Essendo un talento naturale a volte gliene venivano fuori di una verità splendente, che abbandonavano il campo dei refusi per librarsi nell’aere cristalline del lapsus, come quando disse: “I telespettatroci”. Applausi. Mai dire gol e Striscia la notizia lo hanno saccheggiato rendendolo una icona. Alla pari di Mike Bongiorno, soltanto che quelle dell’immenso Mike erano gaffe, a volte volute e studiate, quelle di Giura Lucato no: erano istinto. Così lanciò la “rassegna stanca” e a chi non vennero in mente i conduttori assonnati delle rassegne stanche del mattino o della notte. E proprio in una rassegna stanca fece la sua prima apparizione televisiva, durante il Tg1 Notte. Causò un trauma televisivo distorto al ginocchio a Mara Venier, che oggi lo ricorda con parole di sincero affetto e gratitudine: “Se ne va un pezzo di vita, un amico a cui devo tutto. È lui che mi ha voluto per la prima volta a Domenica In”. Peccato non averlo avuto in video in questi giorni, mentre Gennaro Sangiuliano sbigliettava le esibizioni in treno pagati a Maria Rosaria Boccia, avrebbe potuto autocitarsi: “La castità di credito non funzionava”. La Boccia ha negato i riporti sessuosi. Giura Lucato avrebbe commentato: “Qualcosa che non funzionava c’era”. Avesse intervistato la Boccia avrebbe chiesto: “Ci dica, signora”, “Sono dottoressa”, “Ci dica signoressa, ma il ministro Sangennaro, con lei, si è sciolto?”. Per poi commentare con un altro suo classico: “Siamo alla resa dei tonti”.
Era un genio assoluto. Altro che “Corriere della Sor*a”. Per molti ani fu uno dei principali conduttori di UnoMattina, dove ne combinò di ogni: dal “pra foco” alle “calleghe” allo splendido (se fosse detto oggi in tempi di asterischi e schwa) “Signori e signori”. Anche sulla legge dei finanziamenti al cinema, sulla quale molte polemiche ci sono in questi giorni, avrebbe potuto tirare fuori il suo: “I film che fanno tantissimi incazzi”. E in tempi di telemeloni avrebbe potuto riciclare anche il suo famoso “sottosegretario agli ospiti”. Fu anche opinionista all’Isola dei mafiosi. Sempre autoironico (qualità sempre più rara al d’oggi giorno), chiedeva “scudo” con una risata contagiosa. Quella di Luca Giurato era una televisora vera, con tutti gli errori umani, lontanissima dalla mentalità perfezista di oggi. Un ospite, parlando degli Sms, agli albori delle comunicazioni digitose, fu stoppato dal nostro amato conduttore: “Molti spettatori non capiscono il sistema SS”. Su tutte resterà la sua lezione di giornalismo, scolpita nella pietra, alla quale i giornalisti di oggi, abituati a tutte le autocesure, dovrebbero ispirarsi: “Lo dico con il massimo rispetto nei confronti di nessuno”.