Abbiamo intervistato l'imprenditore Alberto Forchielli, tra i fondatori del Mindful Capital Partners, per capire qualcosa in più sul piano Draghi, elogiato in Europa, i cui obiettivi sono un rilancio della competitività europea rispetto anche ad alcuni colossi mondiali, tra cui la Cina. Nelle oltre trecento pagine di piano l’ex premier italiano descriva una situazione economica critica, ma anche l’Italia è coinvolta? Come si sta comportando il governo Meloni? Cosa dobbiamo aspettarci entro la fine dell’anno? La sensazione è che la “coperta” dell'esecutivo sia troppo corta.
Partiamo da un suo commento al piano Draghi. Lei come lo interpreta?
Siamo nella mer*a.
Perché?
Non dico che erano cose che sapevamo già, perché non mi ero mai posto il problema. Però questo sotto investimento degli ultimi 10-20 anni ha pesato molto. Abbiamo investito poco. Questa necessità di recuperare con gli investimenti galattici è ovvia, però colpisce. D'altro canto, cosa vuole, penso che il piano sia corretto. La tristezza viene perché sono proposte che l'Unione europea non sarà mai in grado di accogliere.
Per quale motivo?
I Paesi non sono d'accordo. L'onore degli investimenti non convince tutti i membri. Per fare un esempio concreto c'è chi, come i cosiddetti Paesi frugali, non ha alcuna intenzione di condividere il debito congiunto con gli altri, e chi, come l'Italia, non può permettersi di investire di più.
L'Italia ha fatto bene “i compiti” in relazione a quanto contenuto nel piano Draghi?
Se proprio dobbiamo parlare di singoli Paesi, l'Italia è il cugino scemo dell'Unione europea. L'Irlanda, invece, a mio avviso ne esce abbastanza bene. La Svizzera non è nell'Ue, ma anche lei ne uscirebbe bene se fosse inclusa.
Gli aspetti economici vantati dal governo Meloni...
Non c'entra niente il governo Meloni. Sono "successi del piffero". Crescere di uno 0,6%? Cosa vuole che sia... Ci si accontenta di poco, diciamo così. Il merito di Meloni è quello di aver mantenuto il quadro abbastanza stabile. Pensi che ci sono ancora pressioni per abbassare le tasse, quando invece dovremmo fare una manovra monstre per rientrare nei parametri. Eppure ci sono ancora partiti che vogliono, ripeto, abbassare le tasse.
La coperta, insomma, è corta in vista dell'autunno/inverno.
Mi sembra che sia cortissima e che il governo non sappia più dove prendere i soldi.
Dove li prenderà a suo avviso?
Prenderanno qualcosa dalle pensioni, glielo dico io. Toccando il meccanismo di indicizzazione delle pensioni. L'unica soluzione è questa.
Basterebbe?
Le pensioni, quando le tocchi, "sono" tanti soldi. Uno 0,5 sarebbero tanti soldi.
La Lega è tornata alla ribalta con la storia della flat tax. È una battaglia utile?
Non ha senso. O meglio: la Lega ha i suoi elettori autonomi, e qualcosa riesce a fare per il ceto medio, ma i margini sono molto risicati. Come dicevo prima ci sono grandi istanze per abbassare le tasse del ceto medio ma Giorgetti resiste perché non si sa dove prendere i soldi.
A proposito di Giorgetti: come valuta il suo operato nel ruolo di ministro dell'Economia?
Non lo vedo molto criticato, mi sembra che riesca a mantenersi al di sopra delle critiche. Non l'ho mai considerato un genio della politica o un tecnico geniale, ma mi sembra che abbia questa sua abilità di non farsi coinvolgere nella rissa, di stare sopra la bagarre politica, di “tenere la barra”.
Sul fronte auto elettriche c'è tanto da dire. Non si capisce cosa succede né cosa aspettarci.
Si mettono dazi per obbligare gli stranieri (cinesi) a investire. Il problema è che dubito che gli stranieri, in questo caso i cinesi, investano in Italia. Non è un Paese molto competitivo. Sull'automotive, rispetto ai Paesi dell'est, non abbiamo una proiezione di costo competitiva.
È possibile ripartire o gli anni d'oro dell'automotive sono alle spalle?
Se andiamo sull'elettrico ci lasciamo tutto alle spalle. Abbiamo poche aziende che fanno alcuni rotori, impianti, ma in generale siamo abbastanza fuori. Di fatti l'Unione dei produttori di componenti prevedono una forte perdita occupazionale. Mi auguro che Bruxelles ci ripensi. Mi sembra che il mercato non sia ancora maturo per l'elettrico. Infatti la domanda non è così vivace, e il mercato secondario è un disastro. Nessuno vuole una macchina elettrica usata. Mi auguro che ci sia un fronte abbastanza vasto per cancellare il limite del 2035.
Ho letto del suo incubatore politico Drin Drin. Di cosa si tratta?
La politica si dimentica dei giovani. È tutto orientato alle pensioni. I giovani guadagnano un ca**o, sono costretti a emigrare per guadagnare qualcosa. Ormai il delta tra stipendi italiani e stranieri è folle. Non ci sono risorse per la ricerca né per le università. Come fare, come valorizzare i giovani? Questo non è presente nel dibattito. Io credo che invece sia importante che possa esistere un partito che si focalizzi sulle esigenze dei giovani, e dunque su quelle a lungo termine del Paese. Senza giovani non c'è futuro. Io e Boldrin non vorremmo fare un nostro partito, ma fare il partito dei giovani. E cioè aiutare i giovani a crearsi il loro partito. Ovviamente con i giovani non si vincono le elezioni perché siamo un Paese di vecchi, però almeno creare un blocco di voto che possa incidere nelle scelte. Con un approccio molto pragmatico portare a casa un 6% in un'elezione e spostare gli equilibri.
Pensa che possano esserci interlocutori interessati al progetto?
Guarderemo sia a destra che a sinistra. A noi non interessa il colore del gatto ma che il gatto prenda i topi.
Deng Xiaoping. Proporrà di metterlo nel logo del partito?
Quasi (scherza ndr). Saremo molto pragmatici, come spiegavo.
Su quali proposte vorrete puntare?
Bisogna controllare la spesa pensionistica e riservare di più per l'università e per la spesa scientifica. Creare i presupposti per far tornare i giovani che sono all'estero. Serve dare un occhio a tante, tante altre cose: alla scuola, troppo orientata all'insegnamento classico e non utile; a una seria politica energetica che privilegi il nucleare; vorremmo rivedere il rapporto Stato-regioni (pensiamo che le regioni siano cresciute a dismisura); rivedere lo statuto dei lavoratori; i contratti della pubblica amministrazione... In generale, dire che siamo un partito di giovani equivale a dire siamo un partito orientato al futuro.