Una rivoluzione epocale, un odore che diceva tutto, e il coraggio di spalancare porte che per troppo tempo erano rimaste chiuse. Paolo Crepet, ospite de La Confessione di Peter Gomez, in onda sabato 25 gennaio alle 20.15 su Rai3, ha raccontato un aneddoto potente su Franco Basaglia, il padre della legge 180 del 1978 che mise fine all’era dei manicomi. “Una volta, durante un viaggio, gli chiesi: ‘Perché hai deciso di chiudere i manicomi?’. E lui mi rispose: ‘Ma non senti l’odore di urina?’”, ha rivelato Crepet in una anticipazione di puntata, descrivendo un momento che sembra quasi uscito da un film, ma che invece racchiude tutta la drammaticità di una realtà inaccettabile. “Era chiaro che quella che allora chiamavamo ‘istituzione totale’ non poteva più esistere. Ai tempi, c’erano 120mila persone rinchiuse nei manicomi: erano una vera e propria città,” ha proseguito lo psichiatra. Le parole di Crepet sono un promemoria feroce di cosa significasse vivere in un manicomio prima dell’arrivo di Basaglia, e di quanto quella scelta sia stata tanto necessaria quanto rivoluzionaria.
Paolo Crepet ripercorrendo le tappe della sua carriera, ricorderà, stando a quanto leggiamo sul sito della Rai, anche Oliviero Toscani, il grande fotografo italiano scomparso questo mese. Ospite della puntata anche Marino Bartoletti, una delle firme più amate del giornalismo sportivo e culturale italiano, storico conduttore di Quelli che il calcio e profondo conoscitore del Festival di Sanremo, di cui ha seguito tutte le edizioni, entrando in confidenza con i big della musica che hanno reso grande la kermesse musicale. Con Peter Gomez alla conduzione, La Confessione promette un doppio racconto, intenso e pieno di sfumature: da un lato, il viaggio di Crepet nei ricordi e nelle battaglie della psichiatria; dall’altro, Bartoletti e le sue storie di sport, cultura e vita. Un dialogo senza filtri che si preannuncia denso di emozioni e riflessioni. Perché se Basaglia ha avuto il coraggio di aprire le porte dei manicomi, La Confessione continua ad aprire quelle delle storie più profonde. Non resta che sintonizzarsi.