Non ci sta a passare per colui che ha cercato di plagiare il grande filosofo ideatore del “pensiero debole” per estorcergli beni materiali. La prima udienza si svolgerà il 27 ottobre e Simone Caminada, 38 anni, dovrà rispondere dell’accusa di circonvenzione di incapace nei confronti del professor Gianni Vattimo, 85enne, con il quale vive da dieci anni - ufficialmente nelle vesti di assistente personale - nella splendida casa in centro a Torino. Per capire come mai, nonostante il procedimento giudiziario, condividano ancora lo stesso tetto, siamo andati a trovarli e per la prima volta Caminada ha deciso di parlare: di seguito trovate l’esclusivo video-reportage.
Il tutto è partito da un esposto della geriatra Flavia Longo, amica del professore, che ha denunciato la situazione, preoccupata perché il filosofo avrebbe interrotto i rapporti con tanti suoi cari. Da lì sono partite le indagini, gli accertamenti e le intercettazioni e secondo la procura, Caminada dal 2015 avrebbe “indotto Vattimo ad effettuare bonifici sul suo conto corrente per importi superiori di circa 19 mila euro all’ammontare della retribuzione dichiarata da Caminada”. Per l’accusa, come si legge nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari, il 38enne induceva inoltre il filosofo “a effettuare spese ingiustificate per quasi 60 mila euro” e avrebbe ottenuto dal filosofo persino “la delega ad operare sulla sua cassetta di sicurezza e almeno su tre conti correnti”, convincendolo inoltre, nel giugno 2017, “a stipulare una polizza assicurativa sulla vita da 415 mila euro di cui il 40% sarebbero a lui spettati”. Tra le accuse anche le presunte pressioni su Vattimo perché nel testamento lo nominasse erede di numerosi beni, tra cui orologi, opere d’arte, quadri, audio registrazioni e altri reperti di valore, tra cui il prezioso taccuino di Fidel Castro. In buona sostanza, si sarebbe approfittato della situazione di «fragilità psichica del filosofo». Per il pm, Caminada, «mediante un attività costante di pressione morale consistita nell’approfittare della generosità di Vattimo, è riuscito ad accedere a tutta una serie di benefici economici».
Dal canto suo, il 38enne nell’intervista che ci ha concesso ha smentito ogni addebito. Prima di tutto sottolineando che la perizia psicologica effettuata sul filosofo non avrebbe portato a niente più che a constatare qualche acciacco dovuto alla vecchiaia. E poi ha contrattaccato, accusando chi ha voluto innescare il procedimento giudiziario sostenendo che erano loro a voler mettere le mani sul patrimonio del filosofo, mentre sarebbe stato lui stesso a bloccare una operazione di spartizione del “tesoretto” di Vattimo e per questo si sarebbe attirato le loro accuse.