E poi ritorna Cattelan. In seconda serata, per tre volte alla settimana (martedì, mercoledì e giovedì), l’ex conduttore piemontese di EPPC (E poi c’è Cattelan) torna su Rai 2 per la seconda stagione di Stasera c’è Cattelan con protagonisti lui e i suoi ospiti ogni volta diversi. Fin dalle prime battute il programma - che al suo esordio stagionale ha registrato uno share in seconda serata del 4,1% - è nel pieno dello stile di EPCC. Il presentatore, ex Sky e dal 2021 a libro paga dell’azienda di servizio pubblico, si è ormai costruito il proprio personal brand sul quell’EPCC da lui scritto e condotto - da qui il calco del nome di Stasera c’è Cattelan. D’altronde, per lo showman piemontese ripiegare su un format di successo come era quello visto a Sky era un po’ l’unica mossa sicura e comfort visto le difficoltà con Da grande, il suo esordio su Netflix. In quel caso, i feedback non erano stati positivi e, se si aggiunge il cambio di emittente televisiva, si definisce il periodo dell’addio a Sky molto complicato. Ma scordammoc’ u passat: Stasera c’è Cattelan, per me, funziona.
Non vuol dire che se è una riproposizione del vecchio EPCC (con tanto di stessa band) il format deve essere scadente. Anzi. Tutto si può dire meno che Cattelan sia ripetitivo e noioso: anche la prima puntata di Stasera c’è Cattelan, ha dimostrato che il talento del conduttore di Tortona è veramente da gotha della tv italiana. Ancora una volta.
Non a caso, anche all’Eurovision si era avuta una nuova testimonianza delle capacità di entertainment di Cattelan, che d’altronde, essendo un po’ amico di tutti, a differenza di altri talk show o varietà della televisione pubblica e privata, ha sempre il sorriso e l’easy speech stampato sulla bocca. Che ci sia Emanuela Fanelli o Antonio Cassano - due degli ospiti della prima puntata - la facilità con cui Cattelan arriva al joke con finalità di innescare un dialogo è la piena realizzazione del suo stile. E infatti il pubblico apprezza. Poi ci sono parti un po’ meno esaltanti, come è ovvio che sia per uno showman quarantenne (ma con già un’esperienza pluri quindicennale).
I momenti di monologo e gli stacchi da un personaggio all’altro sono sempre un po’ difficili da condurre: come sempre, la soggettività aumenta, il peso della conduzione è tutto su una persona soltanto e da questo punto di vista Cattelan - almeno all’esordio - non è stato proprio il massimo. Come se si sentisse un po’ fuori fuoco, come se si sentisse leggermente poco in confidenza con il nuovo pubblico.
Ma appunto, le parti salienti sono quelle con gli ospiti, e lì il programma è andato decisamente bene. Soprattutto con il primo round di ospiti, i membri della Bobo tv (Christian Vieri, Antonio Cassano, Lele Adani e Nicola Ventola) che con Cattelan, fra battute e calcio a 360 gradi, si sono trovati a proprio agio. Giochi, gag, chicche e chicchette sul calcio attuale mixate con alcune rivelazioni sul passato dei calciatori che sono sempre interessanti - e fanno audience. Con Emanuela Fanelli invece, seconda e ultima ospite dello show, il rapporto è stato un po’ più alternato e la conduzione si è dimostrata un po’ meno fluida della parte con la Bobo tv. Ma tutto sommato l’hype per la Fanelli, spalla di Valerio Lundini nell’altro programma Rai Una pezza di Lundini, è stato comunque soddisfatto e fra sketch sull’attualità e l’approfondimento del rapporto della comica romana con il cinema, main topic vista la sua presenza nel prossimo film di Paolo Virzì, Siccità, in uscita la prossima settimana. Per cui aspettiamo la fine del ciclo di Stasera c’è Cattelan per capire come sarà la seconda stagione di questo format riproposto. Ma non c’è da attendere molto per capire che comunque il buon Alessandro si sta prendendo a suo modo anche Rai 2.