Ci andrei cauto nel perculare il ministro della Cultura, Alessandro Giuli. Anzi spero che i miei studi filosofici e teologici mi stiano facendo travisare le sue parole, che purtroppo non mi sembrano supercazzole bensì, appunto, parole, pensieri. Parlo ovviamente del discorso sulla “Quarta Rivoluzione” e di quello sul “Pensiero Solare”. Prima di spiegare, per come posso, il motivo per il quale questi due discorsi mi hanno inquietato, vorrei porre una domanda. Ma perché mai un ministro della Cultura dovrebbe spiegarci come e cosa pensare? E perché mai dovrebbe spiegarci come e cosa pensa lui? Capisco che la parolina “cultura” possa dare adito a una qualche legittimazione in tal senso, ma di una istituzione è bene ricordare la storia, e quello che oggi si chiama “Ministero della Cultura” nacque come “Ministero per i beni culturali e l’ambiente” un ministero ossia “tecnico” e Alessandro Giuli – o chi per lui, ovviamente – di quello dovrebbe occuparsi, del beni culturali, non di cultura. Dovrebbe, per così dire, spazzare i parchi archeologici, lucidare le statue, cambiare le lampadine nei musei, svuotare i cestini intorno ai monumenti, non leggere e interpretare il mondo. Chi sostituì la parola “beni culturali” con “cultura” o fu qualcuno che non aveva molta dimestichezza con le parole, o se tale dimestichezza aveva era un pazzo furioso: ministerializzare la cultura! Ma vi rendete conto? È una pura distopia nella quale viviamo senza neanche rendercene conto. Ma comunque. Torniamo ai discorsi di Giuli.
La “quarta rivoluzione” della sua prima uscita pubblica viene da la “Quarta rivoluzione – Come l’infosfera sta trasformano il mondo” libro di Luciano Floridi del 2017. Ma già prima, l’argomento, era stato trattato da Klaus Schawb in “La quarta rivoluzione industriale”, pubblicato in traduzione italiana nel 2016, fondatore e presidente del Forum Economico Mondiale (World Economic Forum), chiamato anche Forum di Davos. Fu questa organizzazione a inventarsi il Grande Reset come economia di contrasto alla pandemia del Covid-19. Adesso, io non sono un complottista, sono vaccinato due volte e adoro perculare le teorie del complotto. Però che il mondo in cui viviamo sia profondamente ingiusto, che l’economia che manda avanti questo pianeta sia raccapricciante, che il divario tra ricchi e poveri e la scomparsa della classe media (scivolata nella povertà) sia una vergogna dell’umanità, che il denaro abbia perso il contatto con la riserva aurea e che per evitare l’inflazione si eviti di stamparne (anche potendo) quando si potrebbe attuare il cosiddetto “calmiere” ossia una politica di contenimento dei prezzi, mi sembrano cose sotto gli occhi di tutti e che non hanno bisogno di una teoria del complotto essendo uno stato di fatto incontrovertibile. Per cui mi viene difficile prendere come salvifiche le proposte economiche di Klaus Schwab. Certo, i complottisti, dietro il Grande Reset i vedono gli Illuminati, la Massoneria e persino il “Quarto Reich” che con la “Quarta Rivoluzione” ha quantomeno una preoccupante assonanza. Ma come detto, spero di avere travisato e che quella di Alessandro Giuli sia soltanto una supercazzola. Resta la domanda: ma il ministro dei Beni Culturali non dovrebbe assicurarsi che i bagni dei musei siano puliti? E veniamo al secondo discorso di Giuli: “Posso dire che siamo qui per riaffermare la centralità di quel che si può chiamare pensiero solare" ha detto Giuli con voce stentorea, "il punto d'incontro tra la rigidità delle ideologie, della battaglia delle idee, che si discioglie nella luce meridiana dello spirito mediterraneo”. Qui vado breve e dritto al punto. La svastica, per molti, soprattutto in ambienti esoterici, è un simbolo solare (per l’esattezza un sole nascosto al centro dell’universo) e gli ariani non sono le popolazioni del Nord, ma vengono dalla Persia. Dalla Persia antica. Che si affacciava sul mediterraneo. Ecco, lo ripeto, spero di sbagliarmi, e spero che quelle di Alessandro Giuli siano solo supercazzole, o meramente discorsi complessi che pochi hanno compreso, me incluso.