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Perché il governo sgombera il centro sociale Torre Maura, ma non CasaPound? Lo spiega Helena Velena, attivista e leggenda del punk

  • di Helena Velena Helena Velena

11 maggio 2024

Perché il governo sgombera il centro sociale Torre Maura, ma non CasaPound? Lo spiega Helena Velena, attivista e leggenda del punk
Sgomberato il centro sociale Torre Maura gestito da 32 anni da punk anarchici con un blitz della polizia che ha fatto esultare il governo e alcuni politici di FdI. L’immobile, di proprietà del Comune di Roma, era stato occupato nel 1992. Ma Helena Velena, attivista e leggenda della scena musicale punk, ci ha scritto (e pubblichiamo) un suo intervento dove si chiede se sia colpa degli anarchici se nel quartiere non c’è mai stato un presidio sanitario, se davvero ci sono i soldi e la volontà di realizzarlo e come mai, per le stesse ragioni, non viene sgomberata anche la sede di CasaPound (occupata) che sarebbe utile ad altri scopi…

di Helena Velena Helena Velena

Tutti ricorderanno, e se non lo ricordano lo faccio io, che il primo atto del governo Meloni fu il famigerato “Decreto anti rave” definito “un segnale” a un Paese la cui sanità pubblica non esiste quasi più e anche la sanità privata è allo sbando, i salari e pure gli stipendi sono i più bassi dell’Europa “che conta”, la corruzione è una piaga ormai endemica, la mafia è stabilmente presente in tutte le province e la povertà dilaga. Ma il “segnale” da dare era rivolto solo a una infinitesimale minoranza di ravers squattrinati in cerca di divertimento autogestito gratuito, quando il resto della popolazione, probabilmente, ignora persino cosa sia un “rave”. Non solo, l’altro giorno con l’abito buono, in vista delle elezioni Europee, lo stesso governo sgombera, non certo tra casse dritte o riff chitarristici hardcore punk ma tra fanfareschi e piuttosto fanfaroni squilli di tromba, lo storico squat punk anarchico romano di Torre Maura, in via delle Averle a Roma. Attivo da 32 anni, questo squat (per chi non lo sapesse, la versione anarchica dei centri sociali, dove tutto è autogestito, i prezzi sono ridotti al minimo storico, e si cerca di fare controcultura) è sempre stato un punto di riferimento essenziale per una scena musicale punk e hardcore italiana, e per numerosissime iniziative di sensibilizzzione, in genere gratuite, spessissimo rivolte al quartiere, di sensibilizzazione politica e sociale e di creazione di eventi controculturali.

Il centro sociale a Torre Maura a Roma
Lo squat a Torre Maura a Roma

Ma il “mattinale” di Fratelli d’Italia, cioè l’organo di propaganda e di educazione politica del "Minculpop" rivolto a vassalli, valvassori e valvassini del partito di Giorgia Meloni, rigira la frittata in puro stile putiniano, alias da “dittatura democratica”, e scopriamo che a causa della presenza degli anarchici da 32 anni in questo squallido capannone abbandonato, il quartiere non ha mai potuto avere il presidio sanitario e l’ambulatorio pediatrico di cui avrebbe diritto e che in 32 anni nessun consiglio di quartiere, municipio o governo di qualunque colore ha mai pensato a come utilizzare quello spazio lasciando quindi il capannone inutilizzato agli occupanti. Ma ora ecco che sbuca, malandrina, la colpa ai soliti cattivi, gli anarchici, che si facevano gli affaracci loro ai danni degli “onesti cittadini”. No, non è una nostra licenza , l’ha davvero dichiarato Nicola Franco, presidente del VI Municipio che, imboccato dal suddetto “mattinale” ha pure aggiunto: “Erano 32 anni che gli anarchici insurrezionalisti occupavano abusivamente quei locali, usandoli persino come base operativa per le loro attività criminali: come accertato dalle numerose indagini svolte dagli inquirenti nel passato”. Tutto molto tragico, se non fosse comico. Dato che Fratelli d’Italia e il governo in genere considerano l’anarcoinsurrezionalismo, come drammaticamente dimostra la vicenda non ancora conclusa di Alfredo Cospito, un “gruppo terroristico”, che sarebbe come dire - anche se la metafora non è corrispondente - che a Torre Maura ci fosse una base delle Brigate Rosse da cui i suddetti partissero per compiere le loro “attività criminali” in a struttura aperta al pubblico. E che questi “inquirenti”, pur essendone al corrente da 32 anni, non hanno mai “inquirito”, “inquirato” o inquisito, come diavolo si dice, proprio nessuno. Insomma, non hanno fatto proprio un cavolo di nulla in tutto questo tempo di fronte a tale minaccia, fino alla solerte iniziativa del prode Nicola Franco. Ma a chi vogliamo raccontarla questa fesseria, che tra l’altro, se fosse vera, inguaierebbe più le forze dell’ordine che i cattivi anarchici? Ma il “mattinale”, ovviamente, di spararla troppo grossa non si preoccupa. Marco Scurria, senatore di, indovinate un pò, Fratelli d’Italia, dichiara: “Finalmente si pone fine all’illegalità. E si dimostra che quando si vuole le cose si possono fare: facendo tornare nelle mani dello Stato e quindi dei cittadini spazi pubblici da destinare a servizi sociali per il territorio”. Il senatore FdI rileva ch,e con la Casa della Salute, il municipio potrà fronteggiare servizi di vitale importanza di cui i romani hanno dovuto fare a meno per tanti anni. Io però, che un po' cattivella la sono, mi domando: ma i “romani”, non solo quelli del VI Municipio, ne hanno dovuto fare a meno a causa dei punk anarchici "criminali" che frequentavano lo squat, oppure perché i soldi del Pnrr non c’erano? Soldi, è bene sempre ricordarlo, ottenuti dall’odiatissimo governo Draghi, non certo dai vivaci sgomberatori anti-rave di FdI. E ancora, i soldi per creare questa Casa della Salute con ambulatorio pediatrico, che in realtà nessuno ha mai neppure lontanamente pensato di realizzare, ci sono davvero?

Il centro sociale a Torre Maura a Roma
Lo squat a Torre Maura a Roma

E allora qui scopriamo qualcosa di strano… Sempre il nostro uomo dai due nomi e senza cognome, Nicola Franco, dichiara - come se avesse vinto il Gran premio di Formula 1 o conquistato Mariupol - che “devo ringraziare per questo immenso e strepitoso risultato in primis il prefetto di Roma, il dottor Lamberto Giannini, il questore dottor Carmine Belfiore, le forze dell'ordine tutte e, in ultimo ma non per minore importanza, il dottor Nicola Porro e tutta la redazione di Quarta Repubblica. Lunedì 29 aprile ero stato infatti invitato in trasmissione a parlare di questa vergogna e dopo appena sette giorni siamo riusciti a dare una risposta immediata. Oggi abbiamo dimostrato che lo Stato c'è e vince”. Ah, ma allora raccontala tutta! Questo “immenso strepitoso risultato”, di sgomberare uno spazio dove erano presenti solo due persone che non hanno opposto resistenza, è stato ottenuto soltanto per necessità di “celodurismo mediatico” in una ennesima trasmissione televisiva di “regime” che si propone come “vigilantes” contro l’illegalità al posto della polizia? Quindi, ora che dal Gabibbo siamo passati al Batman di FdI, la reputazione mediatica immediata è diventata l’unica cosa che conta, o no? Che poi la Casa della Salute si faccia o meno, forse nemmeno il Joker ce lo potrà mai dire. Ma non basta. Sempre imboccato con la pappa pronta del “mattinale”, plaude al ripristino della legalità anche il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, che ci fa sapere: “Era necessaria l’azione di un’amministrazione di centrodestra per restituire alla comunità i servizi socio-assistenziali primari di cui i cittadini erano stati privati”. E siamo a tre, che oltre alle loro originali prese di posizione ripetono a pappagallo quanto letto sul solito “mattinale”. Ma il capolavoro della fuffa mediatica autoincensaroria, le cui susseguenti dichiarazioni appaiono su tutti i quotidiani allineati, compreso l’indispensabile La Voce del Patriota, è quella del mitico governatore del Lazio, Francesco Rocca, ex spacciatore di eroina (per sua stessa ammissione), ma soprattutto per relativa condanna (però il bidello con la fedina penale macchiata non lo puoi fare, il governatore di regione sì), oltre che presidente della Croce Rossa in tempi di strani e opachi finanziamenti milionari, ma è meglio fermarci qui nella memoria. Da quale pulpito si parla di ripristino della legalità? Non solo, mi chiedo se, non tanto lo squallido capannone in periferia, ma la lussuosa palazzina al centro di Roma in via Napoleone III, altrettanto occupata abusivamente da CasaPound, non potrebbe essere riconvertita in una magnifica Casa della Salute, con abbondanza di ambulatori non solo pediatrici, di cui anche il centro storico di Roma avrebbe tanto bisogno? A quanto pare non è materia di interesse di Nicola Porro, noto castigamatti televisivo e molto solerte su abusivismo e attività criminali. Perché se i “criminali” in questione non sono punk anarchici, che organizzano attività sovversive come concerti, cene vegane e eventi di sensibilizzazione contro la violenza sugli animali, non gli dedica servizi su Quarta Repubblica. Last but not least, visto che il governo Meloni, per tramite dell’altro prode paladino della legalità Vittorio Sgarbi, ha da tempo sdoganato un “ministro ombra" della musica e della canzone d’autore, un certo Marco Castoldi, in arte Morgan - oltre che proporlo come wannabe direttore artistico del prossimo Festival di San Remo, visto che è un “genio” (come si autodefinisce) che ormai rappresenta il pensiero di Stato in tutto quello che riguarda la musica italiana, dalla santificazione di Franco Battiato alla censura dei testi sessisti delle canzoni trap - mi chiedo, per curiosità personale, se lui stesso non volesse intervenire con la sua “grande autorità” sulla questione dello sgombero di Torre Maura, spazio fondamentale per la musica alternativa italiana, magari per trovargli una nuova sede adeguata. Ma temo che il “genio” non abbia molto a genio l’hardcore punk, dopo avermi personalmente aggredita e insultata in maniera transfobica e sessista su whatsapp gratuitamente e per ben due volte, semplicemente per averlo contraddetto sulla data di nascita del punk, nozione conosciuta anche dai fans dei Pinguini Tattici Nucleari, ma che Morgan, per far sfoggio di una raffinata cultura alternativa che in realtà gli manca, voleva retrodatare al 1969, anno in cui divennero operativi i mitici MC5 e The Stooges, certamente padri maledetti e ispiratori, ma non certo iniziatori della scena punk vera e propria. Che dire, quindi? Massimo rispetto per i punk anarchici squatters di Torre Maura e una sonora pernacchia ai megafoni del “mattinale” di Fratelli d’Italia. Ancora una volta non vince lo Stato, ma piuttosto la retorica, l’ipocrisia propagandistica, la repressione, la morte della cultura soprattutto musicale e l’affarismo sfrenato. Cioè tutte le cose contro le quali vengono e verranno sempre fatte le occupazioni di spazi inutilizzati.

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