“Ma povera intelligenza artificiale. È come una bambina ancora insicura, sta crescendo. È vero che spaventa un po’ tutti ma serve tanto, ci farà risparmiare soldi, le dobbiamo dare una mano e, anzi, ci deve far diventare primi al mondo. Facciamo così: alleggeriamo un po’ le norme sulla proprietà intellettuale qui in Parlamento, perché l’IA possa copiare senza spese dagli autori di genio, come facevamo noi asini quando buttavamo l’occhio sul quaderno del compagno di classe più bravo”. Così si saranno detti a Londra i parlamentari, prima di prendere sul serio l’idea di una norma legislativa che, senza dare un soldo agli ispiratori, faccia progredire l’IA, pestifero problema che intreccia le gioie e i dolori del nostro tempo. Naturalmente è successo il finimondo: perché al di là dei numeri miliardari che riempiranno presto le tasche agli Oasis e dintorni, non solo sta scomparendo a Londra la scena dei club che hanno lanciato quelle che ora sono grandi star, ma anche lo streaming fa la sua parte: per dire, nel 2019 è stato usato per ascoltare 114 miliardi di brani, ma solo il 13 per cento degli incassi è finito a chi lavora nella musica (e soprattutto ai più famosi, che sono l’1 per cento). Proletarizzazione della musica pop?

L’ideona del Parlamento è stata accolta a pernacchie, e in prima fila sono scesi in campo alcuni dei nomi più nobili del gotha dell’ex impero già culla dei Beatles. Anche se oggi La Gran Bretagna soffre più di altri paesi la deriva della battered music del nostro tempo, ecco comparire gente come Kate Bush, Clash, Annie Lennox, Elton John, Cat Stevens e Radiohead e altri mille artisti in un provocatorio album intitolato Is This What We Want?, da un’idea di Ed Newton-Rex, compositore nonché ex dirigente di un’azienda che lavora sull’IA. Praticamente, un pentito. L’album è provocatorio perché muto, ancorché regolarmente in circolazione con durata di 47 minuti e 17 secondi, con 12 titoli che messi insieme suonano: “The British Governement Must Not Legalize Theft To Benefit AI Companies” (“il governo inglese non deve rendere legale il furto di musica per favorire le aziende di IA). I proventi andranno in beneficenza all’organizzazione Help Musicians. In tutto ciò, alla fine, è quasi inevitabile pensare al nostro Paese, e al pesante silenzio del mondo artistico che regna negli ultimi anni. A parte Vasco Rossi, Francesco Guccini, Gigi D’Alessio e Giorgia, e occasionalmente Antonello Venditti in momenti promozionali o Elodie in vigilia sanremese, avete mai sentito un solo artista italiano - di quelli grandi, vecchi, nobili - intervenire in una polemica, in una campagna, in una causa degna e condivisa? Tutti impegnati nel coro a Bocca Chiusa di Madama Butterfly.
