Caso Yara, oltre ogni ragionevole dubbio. Ma di chi? Una serie che episodio dopo episodio si è sempre più trasformata in quella che sembrerebbe una marcia innocentista a favore di Massimo Bossetti, il muratore di Mapello condannato in via definitiva all’ergastolo con l’accusa di aver ucciso la tredicenne. Netflix scende in campo con tutta una serie di testimonianze e prove con l’unico obbiettivo, sembra, di traghettare lo spettatore nella confusione più totale. E, perché no, dalla parte di proclama la più totale estraneità ai fatti di Bossetti? Eppure, in tutte e cinque le puntate, c’è una circostanza che non mai è stata menzionata. Ovvero le quaranta lettere piccanti che Bossetti inviava a tale Gina, detenuta come lui nel carcere di Bergamo. Siamo nel 2015 quando questa “particolare” corrispondenza tra i due viene resa pubblica: “Sono alto un metro e 70, peso 60 chili, corpo esile, carnagione chiara. Mi piace il colore che la pelle assume, adoro l’abbronzatura. I capelli sono biondo castano, sotto il sole diventano molto chiari biondo acceso, ma comunque non sono scuro e quando vedi le foto in tv delle sopracciglia e pizzetto, non è che sono ossigenati come dicono, ma io con il sole divento chiaro così e se mi vedrai dal vivo prenderai esempio dal colore delle sopracciglia che sono bionde castane". Se nella serie se fosse fatto menzione, Bossetti sarebbe sembrato troppo poco innocente? “Gina, parla e confidati se vuoi. Io tengo tantissimo al mio corpo: ogni giorno faccio una doccia al mattino e una alle 20 e mi cospargo sempre di crema Nivea, subito a ogni doccia, perché mi piace sentirmi morbido, idratato e profumato. È una bellissima sensazione di freschezza e pulizia”.
Sembrerebbe che tra i due fosse scoppiata una certa “complicità”: "Oh, non sai quanto mi piacerebbe venire lì con te, nella stessa cella, senza avere paura che loro pensino che potremmo fare… Ti confido che con quel buon profumo che ti porti sulla dolce pelle per me sarebbe dura evitare di non toccarti. In sincerità il tuo profumo mi manda in delirio, ti stringerei forte forte a me e mai ti mollerei. La depilazione che faccio io, per intenderci una volta e per tutte, si tratta di ascelle, petto e tutto sotto. Ho subito l’operazione di ernia inguinale e mi ricordo che dopo 15 giorni di medicazione la caposala decide ti togliermi i punti e mi abbasso tutti i boxer e lei mi disse nel vedere. Gina, credimi, sono sincero perché potrebbe capitare un giorno, una volta fuori, di incontrarci e per questo ti dico che la verità prima o poi viene a galla... Niente, mi disse: 'Bossetti, complimenti, che mazza'… Ti giuro, non voglio vantarmi, ma su questo aspetto la natura ha fatto una bella cosa". Poi il riferimento alla morte di Yara: “Cara amica mia non mi permetterei mai di togliere la vita a una persona, per di più a una bambina la quale poteva benissimo essere mia figlia. Odio tutto quello che gli hanno fatto. Odio di dover subire tutte queste cattiverie e se sapessi chi fossero gli farei pagare io per tutto il male che gli hanno fatto a quella povera bambina innocente... mi auguro solo che vengano identificati e lasciarti in mezzo alla piazza. Tutto quello che a me ingiustamente è successo, a chiunque potrebbe veramente succedere, è sufficiente trovarsi in un posto e allo stesso momento sbagliato ed ecco qua che finisci in un maledetto ingranaggio facendo il possibile per non essere stritolato, e che ti sembra possibile uscirne". Lettere che il pubblico ministero Letizia Ruggeri ha ritenuto doveroso inserire negli atti del processo, ma nelle serie no, si è scelto di non parlarne. Come mai? Forse agli autori sarà sembrata più interessante la trama quasi da soap opera fatta di figli illegittimi…