Cinquantadue minuti di sbadigli. La nuova veste di Pomeriggio 5, in onda sull’ammiraglia Mediaset dalle 17.35 nei giorni feriali, sta più stretta alla conduttrice Barbara d’Urso dell’outfit bon ton à la Cristina Parodi in cui l’hanno fasciata. Lei, Carmelita, con l’espressione facciale di chi, dopo un’intera estate passata a rosicare, rivede il suo ex a un brunch e raggiunge picchi patetici importanti nel tentativo disperato di risultare un fiore, in realtà malcela la propria passivo-aggressività e, di secondo in secondo, le si legge in viso che stia pensando a quanto fossero belli i tempi andati in cui era la regina di Canale 5 in onda tutti i giorni, domeniche comprese. Del resto, accadeva fino all'anno scorso, nemmeno a dire nel pleistocene.
Ora che la rete l’ha abbandonata (niente più Domenica Live, nemmeno Non è la d’Urso e con una versione di Pomeriggio 5 che dura la metà - la metà! - del talk mattutino dell’acerrima nemica Federica Panicucci - almeno stando al minutaggio della precedente edizione -), Barbarella risulta appannata, non si diverte più. Forse perché raggiunge fattivamente mezza dozzina di primi piani totali per tutta la durata dello show rimanendo perlopiù impallata dagli schermi coi faccioni dei suoi rispettabili ospiti per la maggior parte del tempo. Roba da pretendere i sottotitoli dei pensieri della conduttrice mentre quello che era il suo programma le scorre via dalle mani. Sarebbe divertente. A parte che i suddetti sottotitoli mentali di Carmelita occuperebbero l’interezza dello schermo oscurando, prevalentemente di asterischi, le immagini dei servizi. Del resto, può succedere se, da regina incontrastata - e incontrastabile - di Mediaset, un bel pomeriggio ti presenti in studio per condurre il talk di cui sei al timone dal 2009 e ti ritrovi ad avere meno screentime di una Hoara Borseli qualunque (che, per altro, hai invitato tu).
Passando ai contenuti, doveva esserci un radicale cambio di passo e così è stato. Al dodicesimo anno di conduzione del talk pomeridiano di Canale 5, Barbarella si è vista costretta a subire una trasformazione di linea editoriale che ha reso lo show più irriconoscibile di Charlize Theron in Monster, ma senza l’Oscar finale. Le notizie prese in esame, alla velocissima per motivi di minutaggio decurtato, sono attinte quasi esclusivamente dai meme del momento (la sciura a cui il tabaccaio avrebbe scippato il gratta e vinci mezzo milionario, la sparatoria ad Acireale durante una comunione scaturita da una rissa sui posti a sedere in chiesa e così via).
Nella prima parte sono gli inviati sul posto a parlarne ma non ne va dritta una: da Napoli, davanti alla tabaccheria del presunto furto troviamo un individuo coerentemente travestito da babà fasciato in una giacca di tre taglie in meno per mostrare i muscoli che, molto seriamente, ci racconta la vicenda non riuscendo a intervistare nessuno dei coinvolti, signora derubata compresa, che lo schifa manco fosse una latitante tallonata da Le Iene. La storia resta appassionante e memabilissima, il racconto ha la personalità di una platessa con crisi di identità. Quando si parla di Acireale, poi, nessuno, nemmeno il prete si domanda come mai l’invitato a una comunione, un nonno per altro, si fosse portato dietro una pistola per assistere alla cerimonia del nipotino. Ma qui forse siamo noi a essere eccessivamente naïf. Come la povera inviata che, nel momento in cui indica con enfasi il luogo della sparatoria, si ritrova la telecamera a inquadrare quattro ragazzetti che fanno ciao ciao, ridendo. Con buona pace della musichetta tensiva alla wannabe Sergio Leone sapientemente giustapposta.
Poi arrivano gli ospiti in studio ma Barbarella soffre. Fosse anche solo perché si vede costretta a chiamarli “analisti” (manco fossimo a Tv Talk) perché evidentemente oramai dire “opinionisti” fa troppo popolino. Ci sono, attreppolastati ai due tavoli del nuovo studio, Klaus Davi, Maurizio Belpietro, Hoara Borselli (?), Michele Cucuzza, Simona Branchetti e Candida Morvillo, mentre in collegamento giganteggia su tutti loro l’ologramma di Rita Dalla Chiesa, in collegamento dalla capitale per dire di essere favorevole ai vaccini perché una volta ha fatto l’antirabbica dopo essere stata morsa da “dei cani”. Niente più Francesca Cipriani, dunque, nemmeno l’ombra di un Ken Umano qualsiasi, addio al Mago Otelma e alla starlette di turno alla disperata ricerca della madre biologica e della giusta visibilità che il suo nuovo passaggio dal chirurgo meritava ossequiosamente. Così, per Barbarella, è durissima. La nuova linea editoriale, decisamente più rigorosa e sobria, la costringerà a vivere per un anno intero senza poter mostrare al suo pubblico le immagini in esclusiva della colonscopia di Platinette e la mancanza quasi affettiva che prova verso i suoi soliti contenuti dall’alto potenziale trash zampilla dalle di lei cornee tanto che quasi sembra di sentirle intonare Perdere l’Amore. Da tutto questo spaesamento, non poteva che nascere la gaffe: oltre a una serie di gustosi incespicamenti su quante b effettivamente abbia l’insidiosa parola “tabaccaio” (roba da ricordare il famigerato “Gioielliere” di Borisiana memoria), finalmente a Carmelita scappa un obbligo “vaginale” al posto di “vaccinale”, impiccio in cui nel corso dell’estate è caduto più di un mezzobusto del tg, per la gioia di Twitter. Ecco, quando tocca a Barbarella (che l’avrà detto davvero per errore?) sul social di cinguettii in merito se ne contano 6. Di cui due postati da un paio di giornalisti che evidentemente stavano seguendo il programma per lavoro. In pratica, c’erano più No Vax a occupare la Stazione Garibaldi ieri l’altro.
Barbara d’Urso senza il suo circo di freak e disagiati morenti di fama, è Maria Carmela, un’impiegata partenopea che timbra il cartellino e, prona, annuisce alle richieste del capo senza però essere in grado di assolverle completamente. O, almeno, averne voglia. Pomeriggio 5, stando almeno alla prima puntata di questa nuova edizione, è un copia e incolla di un qualunque contenitore pomeridiano di infotainment Rai, però senz’anima e nemmeno il proverbiale “caffeuccio”. Pure quello le hanno tolto. Come, apparentemente, la possibilità di ripetere ogni cinque secondi di essere “sotto testata giornalistica” (Video News). Barbarella, inoltre, non dice più nulla “col cuore”, imprigionata in un ruolo che la fa essere tutto fuorché se stessa. Per fortuna? Saranno gli ascolti a stabillirlo. Per ora, dove prima c’era il trash, adesso c’è solo desolazione. Decaffeinata.