Ha aspettato due anni (per via della pandemia), ma ne è valsa la pena. Renato Zero festeggia i suoi 70 anni + 2 da gladiatore al Circo Massimo, con quattro concerti. "Un premio per la mia romanità”, assicura durante la conferenza stampa in diretta dal Campidoglio, per il piacere dei presenti e dei collegati via etere.
La freschissima radunata con i giornalisti concede subito pure succose dichiarazioni. D'altronde, il cantautore romano, in 55 anni di carriera, non ha mai smesso di stupire e provocare. Per cui il re dei sorcini, parlando della città eterna, rievoca pure antiche speranze (ne disquisiva già qualche anno fa). "Ci sono stati giorni in cui mi sono sentito straniero nella mia città, per questa politica invadente. Perché non spostiamo il governo a Torino? Anche perdendo il titolo di capitale d'Italia. Che ce frega, Roma è già capitale del mondo. Liberiamo la città e riconsegniamola ai romani. A Roma manca la voce dei romani".
Tornando ai quattro live, battezzati "Live Zerosettanta", svelati a sorpresa e previsti a settembre (23, 24, 25 e 30), l'annuncio coincide con l'uscita del nuovo lavoro, "Atto di fede". "La mia opera sacra" - spiega l’artista - un progetto editoriale, libro e doppio cd (in uscita l'8 aprile), con "gli Apostoli della Comunicazione", come li definisce lui, ossia scrittori, attori, giornalisti e politici, che hanno affrontato le tematiche scelte nel disco attraverso delle lettere. Da Alessandro Baricco a Luca Bottura, passando per Sergio Castellito, Aldo Cazzullo, Don Antonio Mazzi, Clemente J.Mimun, Marco Travaglio e Walter Veltroni (and many more). Le voci narranti sono invece di Pino Insegno, Giuliana Lojodice, Oscar Farinetti, Travaglio, Luca Ward e lo stesso Renato.
L'artista torna poi anche sulla pandemia, che “per me - ha commentato - è stata meno dolorosa che per altri colleghi, perché ho la capacità di andare a domicilio. I miei sorci io li vado a cercare: al Tuscolo, a Monteverde, nei quartieri di Roma. Posseggo la facoltà di poter essere ovunque: non ho il dono dell'ubiquità ma ci sto lavorando. Mi piacerebbe essere lo zingaro che molti di voi conoscono. Ho curiosità di incontrarvi al mercato, ma non fatemi le foto, portatemi nel cuore”.
E alla fine lascia il palco, tra gli applausi dei presenti e dei collegati via Zoom, sotto lo sguardo sornione del Marco Aurelio a cavallo.