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Roberto Benigni, dal “sogno di una cosa” di Marx con Berlinguer a “Il sogno” su Telemeloni (Rai1)? Ecco come fa a essere da prima serata in tutte le stagioni politiche

  • di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

19 marzo 2025

Roberto Benigni, dal “sogno di una cosa” di Marx con Berlinguer a “Il sogno” su Telemeloni (Rai1)? Ecco come fa a essere da prima serata in tutte le stagioni politiche
Roberto Benigni torna in Rai, noncurante dell’aria politica che cambia e dei governi che passano. Vate e maestro per tutti, ora anche per chi da destra lo criticava. Ma come fa a essere ancora il “guru” della cultura umanistica in televisione? Forse la risposta è ne “Il sogno”, l’evento speciale (e segretissimo) in prima serata

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

Il “sogno di una cosa” di cui scriveva Marx era il comunismo, oggi di quel sogno resta la parola, “sogno”, e un uomo che la porta in prima serata su Rai1: Roberto Benigni. Prima di lui un precursore canoro: Massimo Ranieri con Sogno e son desto. Perché tendere l’arco di questa iperbole che va dal teorico del socialismo scientifico e rivoluzionario fino all’interprete di Rose rosse per te? Perché il comico, premio Oscar, amico di tutti, dal Papa a Mattarella, è riuscito nell’impresa di rendere impolitica la politica nei suoi spettacoli. Ha tradito il sogno di Marx, che era quello di Berlinguer, adorato da Benigni, ma ne ha sfruttato i contenuti. Prima la Divina commedia, poi la Costituzione italiana, “la più bella del mondo”. L’Unità d’Italia esaltata a Sanremo e il discorso al Parlamento Ue, un film sull’Olocausto e qualche frecciatina antigovernativa all’Ariston in questa edizione del festival. Roberto Benigni non scade ed è buono per tutte le stagioni politiche. Non è sovranista né comunista, non è propriamente democristiano (se non in senso metaforico) né conservatore, né rivoluzionario né reazionario, non è neanche propriamente cattolico, ma neanche anticattolico. A Benigni piace tutto. È l’ufficio stampa dello status quo.

Roberto Benigni a cavallo all'Ariston per i centocinquanta anni dell'Unità d'Italia
Roberto Benigni a cavallo all'Ariston per i centocinquanta anni dell'Unità d'Italia

Così anche il suo nuovo spettacolo, annunciato ma senza anticipazioni, è forse il sogno di Benigni, che rimane tuttavia segreto ai più, poco avvezzi alla psicanalisi. Più che a Freud qui si pensa ad Adler, all’idea che i sogni siano tentativi di risolvere problemi della vita reale. Forse il problema reale di Benigni è proprio quello di rimanere a galla nonostante cambino le maree. Alla fine persino Telemeloni lo accoglie con gioia, mentre Mattarella lo applaude da casa e nessuno, nel suo ambiente, osa criticarlo. Il sogno di Benigni, dunque, è la soluzione al problema della sopravvivenza mediatica: e non c’è nulla di più geniale che rendere “il sogno” stesso la soluzione. Da qui il programma. Poco importa il tema, il segreto non nasconde un contenuto dirompente e rivoluzionario: c’è chi crede che si parlerà d’Europa e chi, invece, di guerra. C’è chi crede parlerà di cultura e chi, invece, di clima, magari ripescando qualche poeta dell’idillio… non importa. Il segreto è in realtà serve a coprire il fatto che il programma in sé sia il contenuto, che, per così dire, “il medium è il messaggio”.

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