Olly, al di là delle votazioni, il Festival l’aveva già vinto lui con Balorda Nostalgia dalla prima sera: non ho mai visto un cantante che si è presentato a Sanremo così osannato, amato, supportato. Onore anche a Lucio Corsi, altro outsider arrivato secondo meritatamente, a Brunori Sas terzo senza che nessuno se lo aspettasse, a Fedez che si porta a casa tanti applausi e a Simone Cristicchi che, forse, è l'unico deluso. Ma Olly è arrivato a questo Sanremo con una quindicina di amici tra cui Juli, il suo produttore, amico, sodale, musicista. “L’uomo cui devo tutto, io ci ho messo i testi lui la musica e tutto il resto. Un amico che mi ha davvero cambiato l’esistenza“. Un ragazzo che, se incitato dal pubblico durante un concerto, Olly bacia pure sulla bocca, e non hanno certo parentesi omo, anzi, come vedrete poi, su questo fronte Olly ha avuto pure dure critiche, ma era un’altra vita. In effetti, Olly, anche se ha solo 23 anni, ha già avuto diverse vite. Voleva diventare un rugbista, ma poi ha vinto la musica, ha frequentato il Conservatorio, ma a un certo punto ha gettato la spugna ed è andato a Londra a studiare. È tornato e ha scoperto se stesso, la sua vena creativa e negli ultimi due anni è diventato l’Olly di oggi. Questo nome gliel’hanno dato i suoi amici già dai tempi della scuola perché si chiama Federico Olivieri, figlio di una famiglia borghese della Genova bene, padre avvocato, madre magistrato, in un primo momento sembrava dover seguire binari borghesi di un ragazzo come lui, al punto che aveva fatto, ancora minorenne, con Alfa (genovese come lui) persino una canzone ispirata a Chiara Ferragni, perfettamente in linea con gli ideali di successo, soldi, e affermazione sociale e anche denigrazione verso quelle ragazze che avrebbero voluto essere Chiara, considerata irraggiungibile nel testo. Poi l’incontro con Juli ed è stata una rivoluzione nella sua musica, ma anche nella vita. Ovvio che essendo anche un ragazzo alto 1.95, faccia da duro, fisicatissimo ("faccio palestra sempre due volte alla settimana") risulti un concentrato di testosterone (sul web addirittura è diventata virale la ripresa della sua ascella pelosa che si intravedeva dalla maglia senza maniche, “mia madre l’ha trovata non elegantissima”) tanto che già da ora è considerato un sex symbol, anche se si dice single: “In 23 anni non ha ancora trovato la donna da amare”, dice.
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Non so fino a che punto possa essere stata solo una battuta: per qualcuno è infatti una specie di macchina del sesso, anche se lui sottolinea di essere molto timido e di arrossire facilmente. Di certo non arrossisce sul palco: sono diventati virali sul web i suoi balletti mentre mima rapporti sessuali addirittura sdraiandosi a terra facendo piegamenti pelvici quando canta la frase: “Che ti piaceva stare sotto" della canzone Ho voglia di te. Sul palco gli lanciano i reggiseni e lui se li infila dentro i jeans rilanciando la sua maglia dopo essersi asciugato il sudore, ascelle e altro compresi. A Sanremo non era certo solo: mi hanno sottolineato che era presente anche Benedetta Quagli, l’ex fidanzata di Federico Chiesa, il calciatore che era nella Fiorentina, poi nella Juventus e che ora gioca nel Liverpool. Pare che fosse nella compagnia dei suoi amici e sia stata ripresa più di una volta mentre faceva un tifo sfegatato per lui. Gli esperti di social mi assicurano che quei video sono una prova provata di una storia d’amore. Non so fino a che punto vanno presi sul serio. Divertente, poi, il pettegolezzo che girava in passato quando si disse che lui aveva una storia d’amore con una signora di sessant’anni. In effetti la signora esisteva davvero, una modella di nome Tina, credo, che aveva partecipato a un suo video, dove lui amoreggiava con lei. Ma la voce era sbagliata, tanto che Olly ha dovuto perfino smentirla. Naturalmente, quando si sale su un palco, un palco che lui ha diviso anche con Emma, Angelina Mango, Arisa, che gli ha procurato il primo contratto discografico, e ti arrivano molti fiori, e ne ha ricevuti veramente a tonnellate qui a Sanremo in questi giorni, ma possono arrivare anche i pomodori marci. E così qualcuno si è ricordato di qualche passo falso del passato e gli ha rinfacciato alcuni versi con battute omofobe e addirittura un paio di frasi di troppo che potevano lasciare intendere un atteggiamento violento verso le donne. In sua una canzone diceva “non la lascio a te“. “Avevo scritto quel verso a 17 anni, poi ho capito di aver sbagliato, l’ho cambiato, ma una volta durante un concerto l’ho ripetuto e non avrei dovuto”. Ha chiesto scusa, bravo, e mi sembra impossibile che un ragazzo così intelligente, sensibile, educato possa pensare cose tanto spaventose. Quello che mi piace di Olly, poi, è che ama la compagnia, gli amici, il piacere di stare a tavola, mangiare, bere con loro (anche se con loro fuma troppo, "ma spero di smettere"), è ben lontano da quei cantautori che vogliono proporre immagini di sé disperate e solinghe. Si gode la vita, non rincorre il successo a tutti i costi, in più è anche legato alla famiglia tanto che sua nonna involontariamente ha dato il titolo alla canzone Balorda nostalgia. “Mia nonna quando non ha voglia di fare una cosa, dice che ha la testa balorda e quel termine mi è stato proposto da Juli perché ne avevo usato un altro più forte e volgare (bastarda) e mi ha consigliato di tradurlo in balorda, una parola che mi accompagna fin da quando ero piccolo". Credo davvero che con questo Sanremo sia nata una star, ma forse lo era già da prima come lo erano Mahmood e Blanco e Lazza: sono stati scoperti dal grande pubblico attraverso il Festival, ma chi davvero vive la musica al di là della televisione già li conosceva da tempo (Lazza era primo in classifica da due anni). Ma forse è proprio questo il compito del Festival: più che scoprire fa conoscere a chi come me la musica non la cerca, ma forse la subisce, una realtà che è già tale. Caro Olly (forse non lo hai capito, ma io sono un tuo fan) tu sei una realtà musicale più che conclamata. Sanremo è ormai finito, e ora che lo hai vinto ci hai lasciato Una balorda nostalgia.
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