Tutto è pronto per il 72° Festival della canzone italiana, e anche i Direttori d'Orchestra scaldano i motori, protagonisti a pari merito degli artisti in gara. Il rito sanremese vuole infatti che gli occhi siano puntati anche su di loro, a partire dalla fatidica frase formulata dal conduttore: “Dirige l’orchestra…”. Tra i Direttori di questa edizione c'è anche Enrico Melozzi, al suo sesto podio sanremese. Il richiestissimo maestro, dopo aver trascinato i Måneskin alla vittoria lo scorso anno, torna a guidare l'Orchestra Sinfonica del Festival per tre artisti: Giusy Ferreri, Ana Mena, e il duo Highsnob e Hu, per i brani rispettivamente Miele, Duecentomila ore e Abbi cura di te, di cui ha curato anche orchestrazione e arrangiamenti. Melozzi, che per i tre ha seguito pure la direzione delle cover della quarta serata, si occuperà di nuovo anche dei Måneskin, attesissimi superospiti della prima sera. Così l’abbiamo raggiunto ieri - in tarda serata - cogliendolo a cena con Gianni Morandi, per farci raccontare il suo sesto Festival.
Maestro, è la sesta volta che dirigi l'Orchestra, a dieci dalla prima. Quest'anno, tra l'altro, guidi un terzetto di tutto rispetto. Già conoscevi Giusy Ferreri?
La conoscevo di fama, lei mi conosceva e mi ha voluto proprio tanto, e alla fine eccomi qui. Giusy la seguo e stimo dagli inizi, è molto stimolante lavorare con lei, ci siamo subito trovati bene.
Ti occupi anche di Ana Mena al debutto.
Quando l'ho vista cantare la prima volta dal vivo ho capito chi è. È intonatissima, precisa, pignola, una perfezionista insomma, molto severa con sé stessa. Io la rassicuro, perché deve stare tranquilla.
Quindi vive con ansia questo battesimo?
Si, ma anche quelli che lo fanno da trent’anni e più non sono da meno. Per dire, sono appena stato a cena con Gianni Morandi (sono le 23:30 del 31 gennaio ndr), anche lui è emozionato. Scherza per cercare di sdrammatizzare, ma in realtà questo palco ha una potenza pazzesca per chiunque e tutti ne hanno rispetto e soggezione.
Invece l'esordio di Highsnob e Hu è stato accompagnato dalle polemiche (di Junior Cally sulla co - paternità del brano in gara ndr).
Ho lavorato anche con Junior Cally, l'ho diretto io due anni fa. È stupendo il mondo dei rapper, fanno canzoni in un giorno su argomenti di attualità incredibile, e fanno queste sfide tra di loro. È bello che con le parole dialoghino.
In questo caso però hanno litigato.
Ma sì, poi alla fine fanno pace, fa parte anche della comunicazione di un mondo che è quello del rap.
Possiamo dire che sei popolare quasi quanto il mitico Peppe Vessicchio, complici sicuramente i successi sanremesi che hai diretto negli ultimi anni: da Rolls Royce a Me ne frego (Achille Lauro), passando per Ringo Starr (Pinguini Tattici Nucleari) fino a Zitti e buoni (Måneskin). La band romana ha avuto un exploit internazionale, te l'aspettavi davvero?
Me l'aspettavo sì, ci credevo anche contro lo scetticismo di tanti. Il rock poi ha origine dalla musica classica... tutti amano il rock e tutti aspettavano che tornasse in auge.
Dirigi ancora i Måneskin, attesi superospiti della prima serata del Festival. Cosa ci puoi anticipare della loro performance?
Non posso anticipare nulla, ovviamente, solo che hanno una potenza davvero indomabile, e daranno del filo da torcere a tutto lo staff tecnico dell'Ariston: preparatevi!
Invece come replicheresti a chi li accusa di essere solo un prodotto di marketing?
Mi è capitato qualche tempo fa di andare a cena con un cantautore che come molti che non sono emersi si scaglia contro chi ce l'ha fatta. "Che ci vuole a scrivere una canzone come Zitti e buoni", ripeteva lui. Allora mentre mangiavamo gli ho fatto l'analisi della canzone, e lui alla fine è rimasto sbalordito dalla complessità del pezzo. Inutile a dirsi, dietro c'è un talento pazzesco e un gran lavoro, prima di parlare bisogna aprire bene le orecchie.
C'è un'altra polemica che accompagna il Festival, e riguarda Francesca Michielin, accusata di dirigere Emma senza essere (ancora) diplomata al Conservatorio.
Credo che neanche Beethoven avesse il diploma (sorride nda). Questa cosa del diploma non si può proprio sentire, c'è gente con otto diplomi che non sa nemmeno dove sta il Do sul pianoforte. In fin dei conti il diploma te lo puoi pure comprare, te lo dice uno che ne ha tre. Ma attenzione, non facciamo confusione su un punto, il Direttore d'Orchestra di Sanremo deve essere anche chi orchestra la canzone, ossia deve dirigere e orchestrare, e se questo non succede diventa una direzione di facciata, che rischia di sminuire quindi il lavoro di chi invece fa esattamente quello. Perché il Direttore d'Orchestra di Sanremo, a differenza di quello classico, scrive anche la partitura che dirige, scrive insomma tutti gli strumenti e trova una parte a tutti, a differenza appunto del Direttore di musica classica che apre uno spartito che è già stato composto ed editato. Il Direttore d'Orchestra di Sanremo quindi deve sia orchestrare che arrangiare, altrimenti non ha senso, anzi sembra che tutti lo possano fare. Insomma si deve regolarizzare questa cosa qua.
Alla fine passa un messaggio sbagliato.
Eh sì, così sembra che chiunque possa dirigere. Insomma, se non hai scritto tu quell'arrangiamento puoi anche fare a meno di dirigerlo. Il Direttore d'Orchestra è il concertatore. Quando parte la canzone il lavoro lo hai già fatto, entri in campo solo se succede un disastro e devi rimediare. Il Direttore lavora durante le prove, un lavoro delicatissimo, se qualcosa non funziona deve capire perché, parlando il "linguaggio" di tutti gli strumenti. Non è un lavoro d'immagine, ma un lavoro complesso di gente che si è fatta il cosiddetto per anni.
Tra l'altro, Maestro, indossi i panni di un Direttore anomalo, forse per questo così popolare. Riesci insomma a coinvolgere il pubblico, è una tua caratteristica.
L'ho fortemente voluto, soprattutto con la musica classica. Il mio obiettivo è far piacere Beethoven, Mozart, Bach, Vivaldi, come se fossero Achille Lauro e i Pinguini, quindi quando dirigo questi artisti già amati dal popolo è molto più facile. La sfida vera è quando lo fai con Mozart, quando lo fai piacere davvero alla gente. Il concerto deve essere sempre entusiasmante, travolgente, altrimenti è un fallimento.
Ho letto i tuoi post... durante il primo lockdown avevi proposto lo sciopero dei contenuti artistici, per risvegliare l'attenzione delle istituzioni. È un dato di fatto, l'artista non è considerato, ma non è anche colpa dell'artista?
Certamente è anche colpa dell'artista. Facciamo però un passo indietro, ogni giorno uscivano decreti, aiuti per tutti, dai parrucchieri ai calciatori, e noi? La musica è usata come primissima immagine dallo Stato, pensiamo all'inno nazionale quando arriva un capo di Stato. Se anche le televisioni fossero private dei contenuti artistici, quante cose non esisterebbero? Dalle semplici sigle alle pubblicità, l'Italia scomparirebbe senza arte, ma noi la diamo per scontata, quando invece siamo un Paese fondato su questa bellezza. Allora mi sono proprio incazzato, dico la verità, sembrava che non gliene fregasse niente a nessuno. Questo mi riporta alla tua domanda... i musicisti sono infederabili, insomma non puoi fare un sindacato degli artisti perché l'artista è per definizione un personaggio molto individuale. Congregare gli artisti è molto complicato, proprio per indole, e non essendo un fronte unito, non si riesce nemmeno a rompere le palle alla politica.
A Sanremo tornate ad esibirvi finalmente davanti a un pubblico. Si può davvero sperare nella ripartenza della musica dal vivo?
Secondo me il colpo vero deve ancora arrivare, ma non per il Covid, non ci sono più fondi.
Come si risolve: c'è una soluzione?
Ci sono due soluzioni: o si fanno degli investimenti veri, oppure - ancora meglio - si fa uscire lo Stato da ogni forma artistica. Un discorso un po' provocatorio che ha dietro però una solida analisi economica. Togliere per legge lo Stato dalle attività culturali e dare la possibilità ai privati, detassando i privati come accade se si possiede una squadra di calcio. Questo in Italia non succede, e non succede perché lo Stato ha un controllo capillare della cultura.
La vedo dura. Intanto lo scorso anno sei stato anche maestro concertatore della Notte della Taranta.
Pazzesco, una delle cose più belle che abbia fatto in vita mia. Ero entusiasta, ho fatto tutte le orchestrazioni del concerto in meno di una settimana, un'esplosione vulcanica.
E dopo il Festival, augurando il meglio ai tuoi artisti in gara e non, cos'altro hai in programma?
Ho due concerti a Dubai, con Giovanni Sollima e i 100 Cellos, sto preparando parallelamente questa avventura, e mi auguro di poter rifare il mio celeberrimo rave di musica classica, che ho messo su nel 2018 per la prima volta, poi nel 2019 c'è stato un vero e proprio evento. Un evento insomma che spero di replicare, per avvicinare i giovani e non alla musica classica.
Sono molto curiosa, mi prenoto per il prossimo rave.
Speriamo di farlo, ti aspettiamo!
E noi aspettiamo il Maestro Melozzi, con una sorpresa esclusiva solo per Mow, ma ve ne parleremo più avanti. Per adesso: musica Maestro, e buon Festival!