Capello lungo spettinato, mezza coda, gilet, tatuaggi su tutte le braccia, una sigaretta in bocca, tre diverse chitarre, un microfono. Un pubblico lì per lui. Capitain Jack Sparrow rinasce così, navigando il pubblico attraverso le note del suo nuovo album, realizzato con Jeff Beck, il sacerdote dei chitarristi. Uno va lì, si mette sotto al palco, è caldo ma un po’ d’aria ti fa resistere, tiri fuori la macchina fotografica, di tanto in tanto prendi qualche appunto. Aspetti che il sole si spenga e di vedere le luci puntate sul palco all’Arena Santa Giuliana (Perugia). È la serata conclusiva dell’Umbria Jazz 2022, fuori dalla platea dei musicisti gipsy suonano un valzer. Pensi, forse è il pensiero di tutti, che sia l’ennesima comparsata di una star senza meriti musicali, invece …
Johnny Depp viene accolto da un boato e va a centro palco. Quando inizia a suonare, è davvero un pirata l’uomo che abbiamo di fronte. Ci ruba urla, fa razzia di applausi, sorride al pubblico, seduce la folla appoggiando le labbra sul microfono. Una rockstar. Se pensate che Johnny Depp sia un grande attore, dovete sentirlo cantare e suonare. Alterna una voce spezzata e leggera nelle ballad, a un graffiato d’oltretomba quando il ritmo incalza. E con la chitarra non è niente male, soprattutto per l'affiatamento con Jeff Beck (il vero fenomeno della sei corde).
Superate le vicende giudiziarie degli ultimi anni, che lo hanno allontanato dal grande schermo, il ritorno di Depp non ci fa rimpiangere i tempi in cui era la star più amata di Hollywood. L’amico Jeff dimostra ancora una volta come la musica possa far rinascere un uomo, coinvolgendo l’attore nel suo ultimo progetto, 18, un disco di cover e brani originali del pirata dei Caraibi.
Sono lì, accanto ai fotografi, e assisto a uno spettacolo in cui non hanno spazio discorsi, presentazioni, ed elogi che si rimbalzano tra i due artisti. Solo alla fine, con il sorriso in bocca e a denti stretti per non far cadere il mozzicone acceso, Depp si sposta un ciuffo dal viso, si avvicina al bordo del palco e dice “Grazie”, con un accento quasi imbarazzato. È a Perugia, felice di suonare per i suoi fans. Proprio a loro chiediamo se le ultime notizie che lo hanno visto in tribunale con l’ex moglie Amber Heard, abbiano modificato il loro giudizio. La risposta arriva immediatamente: “Siamo sempre state dalla sua parte”.
Forse è proprio questo che, alla fine del concerto, risalendo la Rocca Paolina, mi viene in mente. Sono sempre stato dalla sua parte. Suona con libertà e gioia, nello stesso modo in cui dava (e speriamo potrà tornare a dare) vita ai suoi personaggi. Canta muovendo la gamba, percorso da un brivido. Forse non è sempre preciso, ma non importa. Il rock non è un coro a cappella. Vorrebbe tornare a mordere il mondo, glielo si legge in faccia.
Depp è il genio che forse non sempre abbiamo meritato, il nostro Ed Wood, o il ragazzo silenzioso dalle mani di forbici che campeggia sui letti degli adolescenti. È un investigatore imbranato ma intelligente, come in Sleepy Hollow, o un capitano di una nave che gli sfugge sempre di mano. Adesso torna alle origini, a prima che l’amico Nicholas Cage gli suggerisse di provare a fare del cinema. E lo riscopriamo cantante, musicista, animale da palcoscenico. Sbrana il suo pubblico, sbrana le corde di metallo della sua elettrica, non ce n’è per nessuno.
Lode a Johnny Depp, l’angelo di Hollywood è risorto.