Skam Italia è tante cose, e non è soltanto una serie. È un’inchiesta emotiva, culturale, sociale. Un’indagine su una fase della vita in cui tutto è instabile, urgente, fragile. L’adolescenza: quel momento in cui ci si cerca senza sapere ancora chi si è, in cui ogni emozione è definitiva, ogni caduta sembra eterna. Tra i corridoi di un liceo e le prime incertezze dell’università, tra amori che nascono, finiscono, o semplicemente servono a capire chi si è. Ragazzi e ragazze che si vogliono bene, o imparano a farlo inciampando, sbagliando, provando. In un Paese in cui mancano le istruzioni per crescere, dove l’educazione sentimentale è un tabù, e dove la cronaca racconta violenze sempre più precoci, bullismo, omofobia, maschilismo, e il ritorno strisciante di pensieri autoritari, Skam Italia arriva dove la scuola, le famiglie, le istituzioni spesso non riescono. Non ha la pretesa di spiegare ogni cosa, ma è una parte di soluzione. Nato da un format norvegese di culto, è diventato qualcosa di profondamente radicato e italiano, più semplicemente vero. Per qualche giorno approderà anche sulla Rai, anche se in seconda serata. Ma Skam Italia, a quasi dieci anni dalla sua prima stagione, resta una delle pochissime occasioni per guardare davvero dentro una generazione. Per chi cerca di intuire il futuro attraverso chi sta vivendo il presente senza certezze, senza filtri. E per chi le nuove generazioni non le ha mai capite, ma forse ha ancora voglia di provarci. Skam è un gruppo di amici che si cerca, che sogna. È identità, sesso, amore, rabbia, solitudine. È la scoperta del corpo, della fede, della politica, del desiderio. È quello che spesso non si ha il coraggio di dire, o peggio di chiedere, e che nessuno ascolta. È fragilità che si espone senza vergogna.

Nella prima stagione Eva prova a ricostruirsi dopo essersi allontanata dalle vecchie amiche, mentre si perde – e forse si ritrova – in una relazione piena di dubbi con Giovanni, nella seconda Martino attraversa il caos del coming out e si innamora di Niccolò, in bilico tra la paura di essere sé stesso e il bisogno disperato di esserlo, nella terza Eleonora si scontra con i suoi fantasmi mentre si lascia coinvolgere da Edoardo, cercando un amore che non le tolga la voce, nella quarta Sana vive la tensione tra fede, amicizia e amore, mentre cerca di restare fedele a sé stessa in una società che la giudica prima ancora di ascoltarla, nella quinta Elia affronta le proprie insicurezze legate al corpo e alla vergogna, e piano piano trova il coraggio di esporsi, senza più nascondersi.
Nella sesta Asia tenta di rimettere insieme i pezzi di sé e di una società distrutta, dopo un abbandono improvviso, e nel farlo impara a fidarsi, a lasciarsi andare, a capire chi vuole diventare. E poi c’è il pubblico. Chi guarda, chi si rivede, chi si trova anni dopo. Perché Skam Italia ci ricorda che l’adolescenza non è solo un passaggio, ma una lingua. E chi non la conosce o non la vuole interpretare, non capirà mai il mondo che verrà.

