Ieri sera Roma ha ospitato non uno, ma ben due concerti di Capodanno, quello ufficiale della città al Circo Massimo e quello organizzato da Tony Effe al PalaEur, dopo essere stato escluso dal cast precedentemente annunciato dal Comune, reo di aver scritto testi misogini. Partiamo subito col dire che Tony Effe non è stato censurato. Infatti, si è esibito davanti a un palazzetto completamente riempito senza impedimento alcuno. Questo episodio non scomoda tanto il campo dei diritti, quanto quello della credibilità e dell’immagine, in cui i cantanti - e in particolare Tony Effe - sono maestri. Il gesto dell’amministrazione romana è stato un goffo tentativo di mantenere una reputazione pulita agli occhi di tutte le parti politiche. Un esempio perfetto di ciò che si può considerare "politicamente corretto".
Di fronte a tanto chiasso Tony Effe si è mosso in silenzio, senza rilasciare dichiarazioni o lanciare frecciatine. Ha fatto la sua serata e l’ha fatto bene. Dopo il dj set di apertura di Sick Luke e lo show degli ospiti non dichiarati in scaletta, dall’inaspettato Naska a Bello Figo e Side Baby, Tony entra al PalEur con una fascia tricolore da sindaco tutta scintillante. Alle 23.30 inizia il suo spettacolo, che prosegue fin dopo la mezzanotte interrotto solo dal conto alla rovescia per il nuovo anno. A festeggiare con lui arrivano a sorpresa prima Lazza e poi Capo Plaza che per pura amicizia si sono precipitati a Roma solo per lui, un grande regalo per il pubblico ma soprattutto la dimostrazione che l’unione fa la forza. Non un momento è stato dedicato a critiche o invettive a chi si è schierato contro di lui. Nessuna istigazione alla violenza, ma lo stupore di vedere le persone lì presenti nonostante le accuse sì che c’era e per questo ringrazia tutti, soprattutto le mamme che hanno accompagnato i propri figli, “non è scontato” dice. Il dialogo con la platea è un punto forte del modo in cui Tony Effe gestisce il palco, coinvolge le prime file facendosi prestare delle orecchie da coniglietta rosa e fa salire sul palco chi indossa una maglietta della Roma, dopo averlo individuato con lo sguardo tra la folla. Approfitta pure per scambiarsi un bacio d’auguri dal palco con la neofidanzata Giulia De Lellis, che ha assistito per tutto lo show fronte palco affiancata anche da Gaia Clerici, l’altra influencer fidanzata di Capo Plaza e La Iena Nicolò De Devitiis.
Il PalaEur per Tony è casa. Chi ha comprato il biglietto per vederlo al prezzo simbolico di 10 Euro non è solo un fan della trap o del cantante Tony Effe, ma in primis un cittadino di Roma che riconosce la propria romanità nel successo di Tony, ormai icona della città. Scherzando chiede: “Mi votereste se tra dieci, quindici anni mi candidassi come sindaco?”, ma è la sua gente e se lo può permettere. La risposta è un sì gridato all’unisono ovviamente. Dopo la bella figura di ieri, questa mattina all’alba del 2025 il manager del cantante Giammarco Barbieri ha fatto notare, giustamente, lo scivolone del comune di Roma, che al posto di Tony Effe ha dato spazio ai Culture Club capitanati da Boy George, accusato nel 2009 a 15 mesi di prigione per aggressione e sequestro di persona nei confronti di un’escort. Eppure nessuno se ne è accorto e nessuno si è indignato. Come nessuno ha preso le difese di Enzo Dong, lui si censurato a Benevento, ma che non godendo del favor di popolo di Tony non ha ricevuto la solidarietà tanto decantata dai cantanti delle battaglie già vinte. Dopotutto ha ragione Enzo Dong, “il rap non è un genere facile da capire” e se Tony è riuscito a cantare e lui no è proprio perché ormai la sua è una strada verso il Pop, anzi verso Sanremo.