- "Di qua per il concerto?"
- "Sì, ma guardi che abbiamo anche la polenta"
7 agosto 2022. Siamo a Cavernago, nella bergamasca, e la rassegna musicale Malpaga Sounds volge al termine con i premi della pesca di beneficenza, grandi abbuffate e l'ultima data in cartellone prima delle vacanze: il live dei Mamaskin, orgogliosa tribute band del gruppo di fama mondiale capitanato da Damiano David e dallo scotch sui capezzoli della bassista Vic. Da Milano, partiamo con grande entusiasmo. Un'ora e un quarto di strada, sulla tangenziale l'uscita "Cavenago" ci fa crescere un brivido lungo la colonna vertebrale. Ricontrolliamo velocemente, la destinazione è corretta. O almeno così dice la foto copertina dell'evento coi quattro cloni della band che ci invitano occhieggiando a scoprire quanto possa essere profonda la tana di Marlena. All'arrivo, campi concimati e tafani. L'inizio del live è previsto per le 21 ma, punto rockstar navigata assegnato, lo staff informa che la band non inizierà a suonare prima delle 21.45. Intanto, il pubblico sottopalco freme:
Mentre attendiamo la venuta dei clon-idoli, alle lunghe tavolate della zona ristoro sono seduti moltissimi locali intenti a ingozzarsi di ogni variante possibile di polenta (in particolare, pare che quella con la pancetta sia top di gamma. Ci crediamo sulla fiducia). All'improvviso, una voce irrompe nelle casse per annunciare il primo premio della pesca di beneficenza: il numero 53 si porta a casa ben sei litri di birra. Ovazioni sparse. Non male anche l'award per il 22, secondo estratto, che si aggiudica una bottiglia d'acqua ghiacciata. Purtroppo, la voce del deus ex machina si perde tra il festoso chiasso delle decine di persone al banchetto. Non sapremo mai cosa stringerà tra le mani il terzo classificato.
Alle 21.44, ecco tornare lo speaker che, all'apice dell'entusiasmo, invita la folla a recarsi sottopalco "nell'area concerti" perché sta per avere inizio il live di una band "molto molto originale". Si muovono in tredici, perlopiù bambini. I Mamaskin dovranno sudare tra caldo e tafani per attrarre a sé il pubblico gozzovigliante. Riusciranno i nostri eroi? "Siamo fuori di testa, ma diversi da loro", intona il frontman appena mette piede sul palco introdotto da un poderosissimo assolo di basso (che, per qualche motivo, suona il corrispettivo "Piccol" di Thomas Raggi). Qui il video dell'avvio di un concerto che si preannuncia già epico. In un certo senso:
Il pubblico non poga. Ma ci crede. C'è un occhialuto giovane fan dei Maneskin che canta ogni brano parola per parola come fosse al Circo Massimo, mentre intima agli amici di non fare casino: disturbano la sua estasi mistica. Sulle note di Mamma Mia, una ragazza sui ventincinque anni videochiama la madre che risponde dalla cucina di casa. Tendine graziose. Il fomento di alcuni, ben coadiavuto dal frontman che chiede più volte agli astanti di avvicinarsi al palco senza disporsi "a ferro di cavallo laggiù", è forse inspiegabile. Ma presentissimo.
Come nascono i Mamaskin? Ci atteniamo a quanto detto durante lo show, perché è questa la perfomance che vogliamo restituire a chi si fosse perso l'impareggiabile evento in questione: "Damiano" rivela di essere originario di Perugia "città che molti credono essere in Toscana", dice ridendo sotto l'eyeliner, e di aver conosciuto la sua "Vic" al programma "Tali e Quali" di Carlo Conti, Rai 1. Lui si era presentato come sosia di qualche altro cantante famoso, lei di Antonella Ruggiero. Nientemeno. Riconoscendo il reciproco talento, i due hanno cominciato a ideare il progetto Mamaskin recuperando l'altra metà del gruppo sulla via. "Oramai siamo abituati a stare sempre con le valigie pronte, abbiamo un sacco di date in giro per l'Italia. E sapete perché? Perché è sempre bello cantare insieme!". Rock'n'roll!
Improvvisamente, le luci strobo del live e il denso effetto fumo che ha fin qui contriddistinto l'esibizione causando la morte di molteplici diottrie, si interrompono. È il momento di Coraline (che, a onore del vero, foneticamente somiglia più a un "ancora lì, ancora lei"). Emo time.
Mentre su queste dolci note, ci chiediamo se esista anche una versione fake della celebre poetessa Giorgia Soleri, il concerto prosegue con un colpo di scena: cover. "Adesso facciamo qualcosa che i Maneskin non fanno", annuncia il frontman, appoggiandosi sulle spalle una giacca di strass dorati. Ed è qui che i quattro ragazzi osano l'inosabile: in rapida successione, sentiamo Smells Like Teen Spirit dei Nirvana, Somebody Told Me dei Killers, Personal Jesus dei Depeche Mode. Siamo finiti in un universo decisamente prismatico (con tanti saluti alla Siae).
Un (probabile) tafano ci punge sulla schiena. Il live sta per terminare e non sappiamo ancora che pensare di questi Mamaskin. L'attacco dei cloni. Sicuramente ci credono, non suonano nemmeno malaccio, il make up regge quel poco che basta per dare l'illusione di essere davanti a qualcosa di lontanamente simile al "fenomeno" Maneskin. A differenza di Marlena, torniamo a casa. Per i fan della band romana, questa tribute band sarà di certo un'eresia. Per il tizio dello staff, quello che all'inizio dell'avventura ci aveva inidirizzati verso la gastronomia e che incontriamo di nuovo verso l'uscita, dopotutto qualunque cosa stiano facendo quei ragazzi "è sempre meglio che lavorare". Beh, probabilmente sì. Di certo, continueremo a sognare. Quella tanto decantata polenta con la pancetta.