La questione degli spoiler è sempre spinosa. È lecito farne? Dopo quanto tempo lo spoiler cade in prescrizione, anzi, il veto allo spoiler? Nel senso, se oggi dicessi che Kevin Spacey è Kaiser Sose ne I soliti sospetti, immagino, in caso contrario avrei fatto un danno, amen, non direi nulla di così scandaloso. È un film di quasi trent’anni fa, ventotto per la precisione, talmente un classico che la Rai ha ben pensato di farci su un programma indegno di quel titolo, e poi Caparezza ha scritto, anche lì, dodici anni fa, una canzone che si intitolava appunto Kevin Spacey nella quale spoilerava di tutto e di più. Ma suppongo che spoilerare, che so, qualcosa che è appena uscito, o, peggio, che deve ancora uscire, rientra in quella forma di peccati 2.0 per i quali la Bibbia non prevedeva una punizione, a proposito, spoiler, Gesù dopo tre giorni risorge, ma che oggi come oggi sono davvero considerati deprecabili. Partendo quindi da questo pensiero, che vi ho introdotto retoricamente ponendo delle domande alle quali ho poi dato risposta da solo, credo che per aggirare il rischio spoiler, visto che quanto sto per scrivere parte appunto dalla trama di qualcosa di recente, eviterò di citarne il titolo, così che chi mai dovesse recuperare con un certo colpevole ritardo il film in questione, colpevole si fa per dire, sto parlando di un film del 2018, non avrebbe già svelata la trama. O, se poi uno capisce, amen, io mica sono un critico cinematografico. Comunque, c’è questo film che in sostanza presenta un futuro neanche troppo prossimo, anzi, credo che nelle intenzioni del regista sia piuttosto un presente, che però ha sfumature apocalittiche, o quantomeno distopiche. La Terra è stata invasa da non si sa bene chi, alieni che arrivati hanno ben pensato di eliminare noi abitanti senza neanche affaticarsi a ucciderci, ma semplicemente inducendo l’umanità a suicidarsi. Il metodo usato dagli alieni, però, non è di quelli che passa attraverso la telepatia o roba del genere, no, gli alieni riescono a indurre gli umani al suicidio, suicidio che può essere di qualsiasi tipo, da chi si spara a chi si butta sotto la metro, attraverso la vista, tu li vedi e dopo pochi secondi l’hai fatta finita. Di qui l’idea della protagonista di muoversi bendata, usando degli uccellini dentro una gabbietta, qui mi sto muovendo davvero su un terreno scivoloso, per farsi avvisare della presenza dei medesimi alieni. Va detto che, prima di fotterli con la vista, i mostri provano a fotterli bisbigliando, qualcosa come L’alieno che sussurrava agli umani, ma senza vista, niente, non succede niente. Altra cosa, i pazzi, o comunque i disagiati mentali, sono immuni a questa faccenda, forse perché con lo sguardo gli umani vedranno cose terribili. Detta così, lo so, viene in mente il video di Just dei Radiohead, col tipo che se ne sta steso a terra facendo inciampare un passante, la scena è vista da Thom Yorke da una finestra di un palazzo, finestra di una stanza nella quale la band esegue il brano. La faccio breve, il tipo è steso a terra. Il passante, che non è poi inciampato pensa che il tipo stia male. Glielo chiede, noi tutto questo possiamo leggerlo nei sottotitoli, perché ovviamente il sonoro è il brano della band di Oxford. Comunque il tipo steso non sta male, allora il passante lo prova a far alzare, ma il tipo non ne vuole sapere. Arriva un poliziotto, attratto da una folla che nel mentre si è creata intorno al tipo a terra. Chiede a sua volta spiegazioni, ma niente, il tipo steso non dice niente. La canzone cresce, si arriva verso l’assolo di Jonny Greenwood, giusto il tempo in cui il passante intima al tipo steso di dirgli cosa mai lo spinga a stare in terra, cosa che accade esattamente nel momento in cui spariscono i sottotitoli e parte l’assolo allucinante. Tempo qualche nota e Thom si affaccia di nuovo alla finestra e vede che ora tutti, il passante, il poliziotto e la folla che si era creata sono stesi in terra, vai a saper perché.
Torno al punto di partenza, per motivi che ci sono oscuri, esattamente come nel video di Just dei Radiohead, nel film di cui sto parlando la gente tende a fare cose irrazionali, lì a stendersi a terra, qui a suicidarsi su due piedi, lì per essere venuti a conoscenza di qualcosa, evidentemente di terrificante, qui per aver prima sentito un brusio non abbastanza convincente, poi per aver visto qualcosa.
Ecco, so che spoilerare è qualcosa di particolarmente rischioso, forse anche fastidioso, e immagino che azzardare il paragone che sto per fare ora, se non si è dotati di un minimo di attrezzatura intellettuale per cui si capisce che una iperbole è una iperbole e in quanto tale deve azzardare paragoni improponibili altrimenti, potrebbe risultare addirittura offensivo, ma del resto sono anche propenso a credere che questa faccenda che non si possa più dire nulla per la paura che qualcuno si senta offeso per quanto detto, a prescindere dal contesto e le intenzioni, è questione che non credo mi vedrà mai propenso all’adesione, il capo chino a recitare le nuove regole del galateo, per cui procedo, convinto che in fondo al vostro cuore, chiunque voi siate, non potrete che pensarla come me, magari senza esservelo mai detto prima.
Ecco, ci stiamo avvicinando a Ferragosto, festività che risale all’antica Roma e che, almeno in Italia, è sia la festa dell’estate, religiosamente dell’ascensione in cielo di Maria, altro spoiler, stavolta di testi apocrifi non contenuti nella Bibbia, è anche quella che fa cominciare, e non potrebbe che essere così, il declino dell’estate stessa, gli amici se ne vanno, la festa che è da poco cominciata è già finita, tornerà un altro inverno, cadranno mille petali di rose e via discorrendo. Siamo nel pieno dell’estate. Possiamo quindi dire, con una certa credibilità, che i brani destinati a diventare, o non riusciti a diventare nonostante gli sforzi, tormentoni dell’estate 2023 sono già usciti tutti. E quando dico tutti, attenzione, intendo tutti tutti, cioè tutti quanti, cioè davvero tanti, tantissimi, come mai prima.
Ecco, giuro, io ascoltandoli praticamente tutti, per lavoro e anche per quella forma di costrizione fascista e violenta che vuole che se anche tu volessi provare a non ascoltare musica dimmerda, evitando le radio, i programmi come Battiti Live o qualsivoglia evento che quella musica veicoli, a meno che tu non viva sotto la campana di vetro del Piccolo Principe, quella con la rosa, non puoi non ascoltare d’estate musica di merda perché te la sparano ovunque, nei negozi, nelle spiagge, nei ristoranti, anche dalle finestre lasciate aperte nonostante l’arsura. Ecco, giuro, io ascoltando tutti i tanti brani dell’estate posso dire di aver capito esattamente cosa devono aver visto i protagonisti di Bird Box, inutile che io vi creda così sciocchi da non aver capito di cosa stavo parlando, del resto è da poco uscito anche il sequel Bird Box Barcellona, cioè provo un istinto innaturale a farla finita.
E proprio come certi personaggi del film, che per paura di vedere quel che non devono vedere invece di ricorrere a bende si sono cavati gli occhi, o bruciati le palpebre, ho l’istinto di estirparmi i timpani, magari per mezzo di un ferro da lana, usato con una certa cautela. A voler essere meno tranchant mi viene voglia di stendermi sul marciapiede, lì a rischio di non ustionarmi le palpebre ma tutto il corpo, l’asfalto infuocato di questi giorni è dannoso, sperando che almeno da qualche finestra esca almeno una canzone dei vecchi Radiohead, in fondo resto sempre un grande ottimista.