Il mondo di sopra e quello di sotto tornano a intrecciarsi in Suburra 3 che andrà in onda su Netflix dal 30 ottobre. Una serie che, non solo ha ottenuto grandi successi, ma ha anche fatto emergere giovani attori ormai entrati nel cuore degli spettatori. Oltre ad Alessandro Borghi, che si distinto in altre parti oltre a quella di Aureliano, di certo il volto nuovo più interessante del cinema italiano è Giacomo Ferrara, in questo caso nei panni dell’iconico Spadino.
A margine della conferenza stampa, abbiamo avuto la possibilità di intervistarlo e, gentilissimo, ci ha anticipato – senza spoiler – alcune novità della nuova (e ultima) stagione e anche il suo rapporto con un personaggio con il quale è cresciuto, sia umanamente che artisticamente: “Posso solo ringraziarlo, ma ora sono pronto a indossare tante altre maschere, spero anche all’estero”.
Vista la situazione che attraversiamo, come stai?
Un po’ come tutti vivo un momento in cui non comprendo fino in fondo cosa effettivamente sta succedendo. Non sappiamo cosa fare e dove andare. È una condizione difficile, ma sono una persona positiva e spero che passi in fretta. Intanto sto continuando a lavorare ed è molto bello, soprattutto perché non è per niente scontato.
Come hai vissuto il lockdown?
A noi mancava una settimana di riprese di Suburra, per cui siamo entrati in una fase complicatissima. Ci siamo messi in standby per un attimo e poi è ripartito tutto. Poi ho vissuto a casa guardando un sacco di film, serie Tv, ho letto libri, ho videochiamato amici. Un po’ come tutti.
Ai giovani che seguono Suburra, ma sono un po’ insofferenti a seguire le norme anti-Covid, cosa ti senti di dire?
Sono cose assurde quelle che stanno accadendo, come i tafferugli a Napoli. Davvero folle, sono proprio azioni che non hanno senso. Non capisco perché distruggere tutto, per arrivare a cosa? Purtroppo, bisogna rendersi conto che siamo immersi in qualcosa più grande di noi. Questo virus evidentemente non si può placare così facilmente e dobbiamo essere responsabili per chi può essere colpito più duramente, come nonni e genitori. Non dobbiamo essere sempre egoisti, visto che in questa circostanza è più importante l’altro rispetto a noi giovani. Serve più generosità.
Il cinema italiano nel frattempo sembra vivere un rilancio, con un cambio generazionale fra gli interpreti e i registi. Senti di far parte di una nuova stagione?
È vero, in più c’è voglia di sperimentare generi nuovi, come abbiamo visto nel film di Pietro Castellitto “I Predatori”, ma anche nelle pellicole di Matteo Rovere e tante altre. Si sperimenta generi per niente italiani, per cercare di dare una ventata nuova a un cinema che era morto. Era pieno di commedie tutte uguali che non portavano a nulla, ma per riportare la gente al cinema dobbiamo proporre cose nuove e film sempre più interessanti.
C’è un regista con il quale ti piacerebbe lavorare?
In Italia vorrei lavorare assolutamente con Matteo Garrone. E poi sono un fan di “Mio fratello è figlio unico” per cui anche con Daniele Luchetti, ci sono affezionato e ci terrei. Ma sono un tale appassionato di cinema che lavorerei con tutti, questi sono solo i primi della lista.
Veniamo a Suburra 3. Cosa ci puoi anticipare?
Di base i personaggi cercheranno di entrare nel grande affare del Giubileo, ma è solo la facciata perché poi, come accaduto nelle scorse serie, si andrà a raccontare la storia dei vari personaggi con tutte le loro contraddizioni. Spadino si troverà a lavorare sempre più insieme ad Aureliano per cercare di arrivare al comando di Roma, però il momento più bello per lui sarà quando Angelica, la sua compagna, starà per mettere al mondo suo figlio e lui si preparerà a diventare padre. Il coronamento di un sogno, per arrivare alla vita che ha sempre voluto. Ci riuscirà? Lo vedrete…
C’è stato un momento particolarmente complicato nel vestire i panni di Spadino?
Qualsiasi personaggio ogni volta ti mette di fronte a delle difficoltà, ma perché le vedi come tuoi limiti personali. Solo che la maschera, fortunatamente, alla fine ti porta ad avere una facilità ad approcciare qualsiasi parte e a dimenticare ogni ostacolo. Non mi sono mai fatto problemi, neanche nelle scene sessuali e neppure in quelle omosessuali, pur essendo eterosessuale, così come in quelle drammatiche. Tutto rientra nel discorso del personaggio, per cui non ho avuto particolari problemi. Ogni ruolo, se approcciato nel modo giusto, ti dà la possibilità di fregartene di tutti gli schemi e arrivare a divertirti.
C’è una scena della quale sei particolarmente fiero?
Per tanti appassionati è quello in cui canto Acido Acida dei Prozac+, ma secondo me le scene più belle sono quelle di fragilità di Alberto, più che di Spadino. Cioè quelle dove emerge davvero chi è, il suo contesto e perché agisce in quel modo. La verità è che è ferito e solo al mondo e si sente di non avere nessuno che lo possa capire. Quelle scene me le porto dentro al cuore.
Terza e ultima stagione di Suburra. Cosa ti senti di dire a Spadino che dovrai lasciare?
Come ho detto l’ultimo giorno di set è un personaggio che ringrazierò sempre per quello che mi ha portato. È stato come accompagnare un amico per sei anni e quindi siamo cresciuti insieme. All’inizio avevo solo sette pose e poi sono diventato protagonista. Quindi gli vorrei dire solo “grazie”. Sono un attore e ora ho altri personaggi da interpretare.
Altri progetti?
Sono elettrizzato da tutti quelli a cui sto lavorando. Ho partecipato alla pellicola “Non mi uccidere” di Andrea De Sica, oppure “Alfredino una storia italiana”, la serie tv di Sky, così come altri progetti ancora top secret. Sono molto felice, nonostante il momento storico e sociale.
Ultimamente hai partecipato anche al videoclip musicale dei Tiromancino. Non è la prima volta che collabori con musicisti, ricordo che con la cantautrice Angelica avevi anche cantato.
Sì, con Angelica cantavo con la mia vera voce in “Vecchia novità”. Con Federico Zampaglione ne avevamo parlato, solo che c’era già l’idea della ballerina, così ho proposto: perché non posso ballare anch’io? Mi sono allenato con la coreografa Vanessa Guidolin e con la ballerina Alessia Gatta che sono state fantastiche e alla fine ho imparato.
Anche Spadino ogni tanto balla in Suburra ed è stata una tua idea inserire quella caratteristica.
Proprio così, solo che con Spadino ne ho avuto bisogno vista la teatralità del personaggio, mi serviva a livello di corpo qualche cosa che mi aiutasse a dargli una dimensione più ampia. Il ballo mi è sembrata una idea figa e sul set è piaciuta molto, quindi sono stato contentissimo. Però era una improvvisazione, con i Tiromancino, invece, sono stato costretto a imparare a ballare davvero. Ho fatto giornate di prove per arrivare a quel che si vede nel videoclip musicale.
Il prossimo 24 novembre compirai 30 anni. È il momento migliore della tua vita?
Non so se è il momento più felice della mia vita, ne ho passati diversi anche in passato e non sono una persona che si accontenta. Penso ci sia sempre qualcosa di meglio davanti a noi. Ho raggiunto piccole soddisfazioni personali e voglio continuare su questa strada.
Hai un sogno nel cassetto?
Continuo a studiare per non pormi limiti. Mi piacerebbe lavorare anche all’estero, per esempio con produzioni inglesi, americane o francesi. Non perché siano migliori, solo per assaporare qualcosa di diverso e cercare di diventare un attore sempre più completo.
La serie Netflix. Questa volta Suburra sarà composta da soli 6 episodi. Prodotto da Cattleya - parte di ITV Studios - e Bartlebyfilm disponibile dal 30 ottobre in oltre 190 paesi nel mondo sul colosso streaming Netflix, vedrà il mondo "di sopra" e quello "di sotto" che dovranno venire a patti per spartirsi il più grande affare del nuovo millennio: il Giubileo. Aureliano e Spadino sono pronti a sfidare di nuovo Samurai e reclamare il trono della Città Eterna. Chi vincerà la battaglia all'ultimo sangue per ottenere il potere sulla città? Carlotta Antonelli (Angelica) e Federica Sabatini (Nadia) saranno l'ago della bilancia del rapporto fraterno. L'ultimo atto di un'epopea che ha mostrato tre differenti piani del potere romano e italiano: Chiesa, Stato e Crimine. Livelli che sembravano non incrociarsi, mentre in Suburra si scontrano per prevaricare l’uno sull’altro alla spasmodica ricerca di una sola cosa: il potere.
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