Se la prima serata dei Tim Music Awards 2024 è stata una maratona musicale soporifera, la seconda ha quantomeno tentato di alzare il livello, pur restando lontana dal vero divertimento. Tra strafalcioni di Vanessa Incontrada, autotune sparato come se non ci fosse un domani e premi lanciati a caso, sembrava quasi di assistere a una lotteria dove i vincitori erano pescati dal cappello a cilindro. Si parte con i Pinguini Tattici Nucleari, che ci fanno cantare e saltare, ma lasciandoci con quella sensazione di déjà vu che ormai è difficile ignorare. La loro comfort zone musicale è diventata una gabbia dorata. Ma ehi, almeno si sono esibiti dal vivo, no? Ahia. Arriva lei, la regina del rock italiano, la Bertè. Senza mezzi termini, Loredana spazza via l’intera serata con una performance viscerale che ci fa ricordare perché siamo tutti figli suoi. È il momento di Annalisa.
Non una, non due, ma tre volte sul palco. È ufficiale: la serata si è trasformata in un Annalisa show. Non che ci dispiaccia: ha voce, presenza scenica. E alla fine se ne va col carrello pieno di premi, tanto che a un certo punto mi aspettavo anche il premio “miglior utilizzo di un carrello per trasportare trofei”. E mentre lei si gode il trionfo, c'è chi torna a casa a mani vuote: Alessandra Amoroso e BigMama. In una serata dove anche il cameraman poteva vincere una targa, loro niente. Neanche un piccolo premio “Mezzo Rotto”? Strano. Forse le targhette erano finite o, più probabilmente, qualcuno ha dimenticato di prepararle. Almeno c’è Emma.
Se prima era la ragazza grintosa di Amici, oggi è un’artista che sul palco non si risparmia. Il suo momento è stato uno dei pochi sinceri della serata. Come una doccia fredda, tocca a Lazza, che continua a fare lo spaccone accompagnato da una valanga di autotune che manco fosse un effetto speciale da film di fantascienza. Se c’è una gara a chi usa più filtri vocali, Massimo Pericolo ed Emis Killa si piazzano sul podio, con l'anteprima del brano che tutti si aspettavano al Suzuki Music Party. Ma Amadeus lo sa? Il momento nostalgia non poteva mancare. Entra in gioco Max Pezzali, che “mano sul cuore” riporta indietro di qualche decennio i Millennials.
Torniamo ai momenti surreali: ci ritroviamo a ballare con i Ricchi e Poveri, che nonostante il playback, riescono comunque a farsi perdonare. Sarà che hanno segnato la storia della musica italiana? Ritorniamo al tran tran con Rhove e Capo Plaza (che sembra uscito direttamente da un matrimonio kitsch), pronti a riempire l'Arena con un’altra dose abbondante di niente. L'ospite stavolta è Stefano De Martino. Bello, elegante, disinvolto. Il pubblico lo accoglie con calore, anche se la sua gag non è memorabile, e qualcuno già sussurra che potrebbe essere il co-conduttore ideale per Sanremo 2025, magari al fianco di Vanessa Incontrada e Andrea Delogu.
A surriscaldare il clima, finalmente, Carlo Conti, che nel presentare il nuovo brano dei Pinguini, scandisce con forza “anteprima televisiva”, quasi a sottolineare che “anche qui si fanno anteprime, non solo al Suzuki Music Party”. Una battuta? Forse. Amadeus che dice? E ora, una preghiera proprio a CarloCò: caro Carlo, quando pescherai nomi da queste serate per Sanremo 2025, abbi pietà di noi. Risparmiaci dai soliti trapperini iper-autotunati e regalaci qualche voce vera, qualche emozione autentica. Facci sognare, facci cantare, e, per favore, facci mettere la mano sul cuore... e non sul telecomando per cambiare canale.