Tony Effe, trapper simbolo di questa epoca di musica pompatissima negli stream ma che comicia a faticare nei live, sembra seguire sempre più una traiettoria simile a quella di Den Harrow, cantante iconico - benché in playback - dell'Italo disco anni '80. Entrambi hanno costruito, o c'è chi gli ha costruito attorno, la loro carriera più sull'immagine che sulla sostanza musicale. Den Harrow, alias Stefano Zandri, non cantava realmente le sue canzoni (e neanche le scriveva), la voce era quella di Tom Hooker, mentre si limitava a esibirsi in playback. Allo stesso modo Tony Effe utilizza l'autotune e nei live, come molti suoi colleghi, si fa supportare dalla base vocale. In più i testi non sono certo il punto forte della sua "poetica", puntando invece tutto sull'apparenza. Den Harrow aveva ottenuto successo e scalato le classifice grazie a brani come Mad Desire e Future Brain, ma la sua carriera, alla lunga, è stata segnata dalla mancanza di autenticità. È questo il rischio di concentrarsi solo sull'immagine, trascurando invece la qualità musicale. I concerti sono una prima avvisaglia?

Il suo recente flop al Circo Massimo ha messo in evidenza una problematica più ampia. Nonostante la location iconica e nella sua città, Roma, l'evento ha faticato a raccogliere pubblico, costringendo gli organizzatori a coprire i posti vuoti con enormi teli. Tony Effe ha cercato invano di coinvolgere un pubblico che forse non rispondeva come preventivato, arrivando persino a bestemmiare, un siparietto che però è servito, come sempre, più per i social che per la realtà. Durante l’esibizione diversi ospiti, tra cui Rose Villain e Gaia, hanno cantato in playback, segnando un altro momento distante dall'autenticità che il pubblico, a un certo punto desidera. In particolare nei live. Così, oltre alla bestemmia, dell'ultimo concerto ci si ricorda soltanto di Tony Effe che rimane in mutande sul palco, con i suoi pantaloni oversize scivolati durante la performance. Non è neanche la prima volta, visto che il Circo Massimo arriva dopo il flop al Carroponte, un altro appuntamento molto importante per aprire il suo tour, che però ha segnato un duro colpo per la sua carriera. E il pubblico di Milano, sebbene non fosse quello romano di casa, ha dimostrato lo stesso disinteresse che Tony Effe ha incontrato sul palco del Circo Massimo. Anche lì, l'organizzazione ha faticato a riempire, con il trapper che è stato costretto a virare verso l'apertura di J Balvin. Ma sarà ancora in tempo per rimediare?

Così, gli inciampi al Circo Massimo e al Carroponte, sono solo gli ultimi segnali di un'industria musicale che a breve potrebbe mettere in discussione l'efficacia del personaggio Tony Effe. Nonostante il successo commerciale dell'album Icon, che è stato il più venduto del 2024, e la partecipazione (un po' anonima) a Sanremo, continua a faticare a costruire una base di pubblico solida. Intanto, mentre altri artisti cercano di evolversi e dare profondità alla loro musica, Tony Effe rischia di diventare il simbolo di una bolla musicale destinata a scoppiare. La storia di Den Harrow quindi, seppur diversa nel contesto, offre una lezione su come l'immagine nel breve possa prevalere sulla sostanza, ma anche su come questo porti facilmente al declino sul lungo periodo. Insomma, se Tony Effe sembra destinato alla parabola triste della popstar anni '80, dai fasti all'oblio, è ancora in tempo per cambiare. Ma lo vorrà davvero?
