Twilight ha fatto la sua comparsa, quasi in sordina, nei cinema di ogni dove nel 2008. Chi scrive al tempo frequentava la terza media e causa Buffy l’ammazzavampiri aveva già una grande passione/ossessione per il mondo vampiresco. Un mondo che l’autrice della saga, Stephanie Meyer, ha totalmente riscritto a suo modo. Addio a cimiteri, bare, paletti e fossati. Edward Cullen non dorme, legge nel pensiero, si ciba di sangue animale e invece di bruciare, quando si espone alla luce del sole, sbrilluccica come se il suo corpo fosse cosparso di diamanti. Vampiri ultra moderni, con tanto di super poteri annessi. Eppure è una realtà che non fa storcere il naso, e che riesce a coesistere pacificamente con la classica figura del vampiro. Quella della tenebrosa creatura della notte, per intenderci, a cui Dracula e compagnia ci hanno abituato dal momento zero. Nel 2008 la comunicazione di massa non era quella di oggi, i social si stavano, purtroppo, lentamente affacciando nella nostra vita, ed è con Twilight che sono iniziati a nascere i primi fandom online. Team Edward? Team Jacob? Questo era il dilemma. Una scelta che ha spaccato il web e che ancora oggi continua a dividere tutte quelle ragazzine ormai donne. Per festeggiare i vent’anni dall’uscita del primo libro tutti i film sono tornati al cinema, dando vita a una maratona a cui noi di MOW non potevamo di certo esimerci. E così, settimana dopo settimana, i cinque capitoli della saga sono passati nuovamente per le sale. Chi scrive desiderava andare a vederli nello stesso cinema della prima volta, quello di quartiere, con le scritte sulle poltrone fatte durante l’adolescenza, ma ormai il colosso di UCI Cinemas ha preso il sopravvento e a malincuore ci siamo dovuti adattare.
All’inizio è stato straniante, perché dall’ultima volta che Edward Cullen è passato sul grande schermo di anni ne sono trascorsi più di dieci, e quella ragazzina sognante e con tante aspettative non esiste più. Eppure le emozioni sono rimaste le stesse. Quella voglia di vivere un amore così, nonostante sia l’emblema della tossicità, non è cambiata. Eppure Bella come protagonista non ha chissà quali particolarità. Ma forse il gancio che ha accalappiato i fan in parte sta anche qui: la sua eccessiva normalità, che ha indotto orde di ragazze a pensare che lo straordinario in cui si è imbattuta Bella Swan potesse capitare a chiunque. L’ordinario nello straordinario, che ha Twilight il libro d’amore simbolo di una generazione. Chi scrive li ha esposti in libreria con tutti i gadget accumulati negli anni. Ultima la casa Lego della famiglia Cullen ancora in fase di ultimazione. Abbiamo colto il ritorno al cinema della saga per porci la domanda della domande: ma se l’avessimo visto oggi per la prima volta, alla soglia dei trent’anni, ci avrebbe fatto lo stesso effetto? Dopo questa full immersion la risposta che ci sentiamo di dare è sì. Nonostante sia una storia d’amore adolescenziale, ci ha regalato la romantica illusione che davvero l’amore può tutto. E ci ha anche insegnato a ragionare fuori dagli schemi, adattandoci a un nuovo scenario vampiresco che prende le distanze da Bram Stoker e Buffy Summers, rovesciando tutti gli ideali costruiti sulle creature della notte. Ma che rimangano comunque affascinanti, creando quello sbilanciamento nel rapporto tra Edward e Bella da far si che diventi il classico amore impossibile che seduce il pubblico femminile di qualsiasi età. E questo ritorno in sala ne è stata la prova, per una saga che in cinque film fa il pieno di contraddizioni e di elementi che oggi non tarderemo a definire tossici, ma che attraggono ora come vent’anni fa. La magia è stata compiuta di nuovo.