Lui, che ha fatto suo il motto “dalla parte degli ultimi/per sentirmi primo”, sa bene che in ambito spettacolo molti “ultimi” lavorano senza garanzie e senza dignità. Insomma, Niccolò Moriconi, Ultimo in arte, sa bene quanto sia bassa la paga degli invisibili, e non lo accetta certo di buongrado, anzi. Chi sono? Le maestranze: tecnici, facchini, addetti all'accoglienza, alla biglietteria, che lavorano spesso in condizioni lontane dalle regole.
Si fa presto a dire luci della ribalta, stadi sold out e biglietti che vanno in fumo in poche ore. Quasi nessuno pensa a chi rende possibile tutto ciò. Persone che lavorano dalla mattina alla sera, in condizioni anche precarie; solo che a volte ci scappa il morto. È successo due volte in pochi anni: Matteo Armelini travolto dal palco che stava allestendo per il live di Laura Pausini, e Francesco Pinna, prima di un concerto di Jovanotti. L'operaio guadagnava, secondo le dichiarazioni dei colleghi, 5 euro l'ora.
In seguito a queste due morti venne fatta una legge, ma la situazione è cambiata di poco. Come testimoniano quei trenta lavoratori in nero sottopagati (4 euro l'ora!) per smontare il palco di Ultimo allo stadio Olimpico di Roma, anno 2019. Allora Vivo Concerti (società promoter) se ne tenne fuori. Come testimonia ancora la paga di chi ha lavorato all'ultima tranche romana del cantante di San Basilio (segnala anche il Fatto Quotidiano e i post via social). Così salta fuori il guadagno dell'addetto al merchandising: 50 euro per circa 12 ore di attività. Vale a dire intorno alle 4 euro l'ora (ancora!). Questo è quanto si trova tra gli annunci della società Hostess e promoter (che si occupa del merchandising dei grandi eventi) che reclutava personale per le date nello stadio, trattendendo (in verità) oltre il doppio di quanto previsto dal contratto d'appalto.
Non sono certo gli artisti a determinare le paghe, lo ribadiamo, ma non stiamo scoprendo l'acqua calda. Se ne parla da anni di lavoro nero e sottopagato, ma a conti fatti chi sta davvero “dalla parte degli ultimi?”