“È quasi mezzo secolo che ‘tizio’ (riferito a Vittorio Sgarbi) si ripete come un vecchio comico del varietà, arrivando adesso persono a fare a botte, poveruomo; eppure interlocutori ne trova sempre non sventurati ma complici. Ora sta prendendo il suo posto quel biondo e delicato professorino che sa far ridere restando serio come i comici più raffinati”. Con queste parole la giornalista e scrittrice Natalia Aspesi risponde ad un suo lettore su Repubblica indignato dal compleanno di Vittorio Sgarbi festeggiato l’8 maggio sul fiume Po. Indignato per cosa? Per la volgarità, a quanto pare, che spesso va a braccetto con Vittorio. Forse è bene fare una premessa citando la massima sgarbiana che, per rispondere alla Aspesi ed il suo indignato lettore, a noi – e non solo a noi - piace tanto: “Il massimo della violenza verbale e zero violenza fisica”. Ma se da un lato l’utilizzo di espressioni forti e volgarismi sono parte di Sgarbi, dall’altro non sono neanche lontanamente i tratti che più lo contraddistinguono ed infatti, come ci ha detto il conduttore radiofonico de “La Zanzara” Giuseppe Cruciani: “Sgarbi è soprattutto cultura, che non è fatta solo di conoscenza nozionistica, ma anche di capacità argomentative, di ragionamento, non invidio niente a nessuno ma se c’è una cosa che invidio di Vittorio è certamente la cultura”.
Spesso però capita che chi si indigna per certi comportamenti, in realtà non ne conosce affatto le ragioni o le particolarità. Si tratta di ignoranza, profonda ignoranza verso un qualcosa o qualcuno di cui non si ha nessuna particolare conoscenza e dunque, si critica, si attacca, ci si indigna. Moni Ovadia, noto attore di teatro e ideologicamente agli antipodi di Sgarbi, ci parla di lui con queste parole: “Vittorio è una persona di grande umanità, io sono felice di essere qui a festeggiare il suo compleanno. Lui è l’unico che mi ha supportato in un momento in cui tutti mi davano addosso, nonostante le diversità ideologiche. Vittorio dovete imparare a conoscerlo, è un uomo di grande umanità.
Vittorio Sgarbi è una rockstar dell’arte e, come tutte le rockstar, non fa parte della loro indole limitarsi, uniformarsi, standardizzarsi. Cara “tizia” (Natalia Aspesi, ndr) lei che da sempre è sensibile alle tematiche femministe dove l’uso della violenza verbale è anche una modalità storica e culturale di far sentire la propria voce, criticando anche il neo-femminismo e tacciandolo di essere troppo “vittimista”, e lei caro ed indignato lettore che per ignoranza apodittica critica Sgarbi , quest’ultimo non è solo insulti, parolacce e botte, ma molto di più. Noi eravamo lì, su quella “nave dei folli” sotto la pioggia e sotto il sole, e questo è ciò che è successo davvero. Perché questo è Vittorio Sgarbi!