Les jeux sont faits, rien ne va plus a X Factor 2024, dove sono stati selezionati i 4 finalisti che si giocheranno la vittoria giovedì 5 dicembre alle 21 sul palco di Piazza del Plebiscito a Napoli: sono Les Votives, Lorenzo Salvetti, I Patagarri e Mimì. A fermarsi sono stati invece i Punkcake e Francamente. Saranno loro a sfidarsi nell’ultimo atto di questa edizione – il primo in “esterna” nella storia del format – che si preannuncia seguitissimo, anche grazie al super ospite internazionale Robbie Williams. Ma come hanno cantato al sesto Live? Li valuta per MOW un’esperta come Clara Moroni, cantante, autrice, compositrice e produttrice, tra le prime donne rock in Italia. Chi meglio di lei? Infatti nella sua Viper Room non ha lasciato scampo a (quasi) nessuno…
Prima manche:
I Patagarri con Can’t Help Falling In Love di Elvis, voto 5. Partendo dal presupposto che Elvis è una delle voci più belle della storia della musica, se non la più bella, difficile capire cosa apporti di entusiasmante a questa canzone la voce catarrosa del cantante dei Patagarri. La loro versione alla "Frank Sinatra a Las Vegas”, non avrà fatto contento neanche Frank, che si starà rigirando nella tomba. Non capisco cosa volesse ottenere Lauro dai Patagarri. Il risultato, per me, è da Pomofiore. Ma vanno dritti in finale!
Mimì con Strange Fruit di Billie Holiday, voto 8. Mollata per fortuna la cumbia, torna su cose che fanno parte del suo bagaglio vocale. L’esibizione è buona, anche se non le consente di esibire le sue note lunghe e setose, se non a tratti. Se dovessi fare un paragone con la Holiday, direi che Mimì esagera nella ricerca di struggimento, mentre la Holiday la cantava con un rassegnato distacco, verso l’ingiustizia delle migliaia di linciaggi (i frutti neri, linciati, bruciati ed impiccati agli alberi) che erano l’arma del terrore della segregazione razziale in America.
Les Votives con Almeno tu nell’universo di Mia Martini, voto 7. Il cantante dimostra che tecnicamente puo’ cantare di tutto, si è distinto soprattutto per le sue interpretazioni di brani femminili. Questa era tosta, ma l’ha portata a casa. Strofa cosi cosi, inciso un po’ troppo urlato. Mancava di pathos, di sofferenza. Anche qui l’orchestra rende un po’ tutto Castrocaro e soffoca il loro stile.
Francamente con Per Elisa di Battiato, voto 10. Perfetta per la sua voce, l’orchestra qui ci sta alla grande, esalta l’interpretazione e aggiunge epicità al tutto. Non saprei cosa altro dire.
Lorenzo Salvetti con Caruso di Lucio Dalla, voto 5. Non la canta male, perché Lorenzo canta bene, però è sciapo come il purè di un ospedale. Manca il dramma. Calca certe parole e altre le getta via. Qui ci voleva tutta la rabbiosa disperazione amorosa di Dalla, invece, in perfetto stile Lorenzo, dalla sua bocca escono fiumi di smoothie alla fragola. Ma ha 17 anni, come si fa a pretendere il vissuto di Dalla da un diciassettenne? Mi fa scattare la voglia di bere. Vai di Gin Tonic!
Punkcake con My Way di Frank Sinatra, voto 7. La replica della versione di Sid Viscious, nel finale dello splendido film di Julian Temple “The great Rock’n’Roll Swindle”. Però, alla fine, dovrebbe estrarre una pistola, come fece Sid, e sparare senza pietà sui giudici, tutti azzimati, come la platea ripresa nel film, che rappresentava tutta l’ipocrisia della società inglese a cui il punk voleva rubare i gioielli, strappare i vestiti di dosso e distruggerla.
Sorpresa! Sale sul palco come ospite Liam Gallagher! Ah no, è Gazelle...
Seconda manche, senza orchestra:
Mimi con Mi sei scoppiato dentro il cuore di Mina, voto 10. Bellissima interpretazione di Mimi. Ha l’occasione di far sentire molte delle sue sfumature di voce e mostra anche tutta la sua capacità di cantare ed interpretare un brano in modo dinamico e non piatto. Ogni parola ha il peso giusto, ogni nota è modulata in modo giusto per creare quei “piano” e quei “forte” che solo le grandi cantanti sanno fare.
Les Votives con Crazy di Gnarls Barkley, voto 10. Ritirano fuori il loro stile brit, sempre quello, e fanno una personale versione di questo pezzo, usando i loro tipici breaks, che a loro piacciono tanto. La band è coesa, hanno un bel suono. Il cantante è ineccepibile. Il risultato vincente, giocano nel loro Wembley.
Punkcake con Gift Horse degli Idles, voto 7. Li hanno vestiti da deficienti un’altra volta. Il pezzo è nelle loro corde e lo fanno nel modo giusto, caoticamente punk. Dimostrano che se non sono strizzati a forza dentro gabbie musicali stilisticamente ai loro antipodi, il loro lavoro lo fanno bene e sono credibili.
Francamente con L’ultimo bacio di Carmen Consoli, voto 9. Non penso che questo pezzo faccia un grande favore a Francamente. Sappiamo che è una brava interprete, ma qui è troppo imbragata nelle parole e nelle divisioni melodiche tipiche della Consoli. Il plus lo fanno la sua timbrica e la sua vocalità.
Lorenzo Salvetti con Questo piccolo grande amore di Claudio Baglioni, voto 7. Con questo pezzo dovrebbe sguazzare come la paperetta gialla nella vasca da bagno. Lo interpreta con quel suo tipico tono dolce e nostalgico. Qualche parola mangiata qua e là, ma l’inciso fa dimenticare tutto. Mi accorgo che la parola della serata è “iconico”.
Finalisti:
I Patagarri, Les Votives, Lorenzo Salvetti. Eliminati i Pancake. Poi incredibilmente vanno al ballottaggio Mimì insieme a Francamente. Meno male che dovevano esprimere il simbolo di una nuova generazione di interpreti e cantautrici. Com'è possibile? Cosa è successo? Allora a questo paese non gliene frega una beata mazza di nuove artiste di qualità. Un ballottaggio crudele e vigliacco. Mimì torna a fare La sera dei miracoli e Francamente i Cranberries. Bello il discorso di Francamente che sottolinea il maschilismo imperante che c'è nella musica e nella società italiana, che arriva a eliminare una delle uniche due donne rimaste in gara che si è dimostrata, tra l’altro, più particolare, più brava, più potente e più importante di altri che sono andati in finale. Eliminata, Francamente, chiude la serata ringraziando Jake per aver sfidato l’egemonia del giovane maschio bianco, scegliendo invece una lesbica di 30 anni. Ha ragione da vendere. Spacco il bicchiere del gin tonic dai nervi. Credo che non scriverò della finale. Non la guarderò nemmeno. Non mi interessa più. Credo che vinceranno i Les Votives, oppure Lorenzo Salvetti con in regalo il kit per il diabete. Per me la giostra si blocca qui, con un orribile stridio di unghie sulla lavagna.