Riparte X Factor. Qualcosa non deve essere andato per il verso giusto. No, non parlo di ieri, tutt’altro, parlo dell’anno scorso. E non parlo certo del dettaglio, routinario e quindi irrilevante, che vede la vincitrice praticamente scomparsa nel nulla, a meno che non si pensi che quel ruota intorno al medesimo immaginario di X Factor esista davvero. Parlo del gran polverone scaturito dall’abbastanza inspiegabile licenziamento di Morgan, per ragioni mai raccontate nel dettaglio, inspiegabile perché se assumi Morgan sai chi assumi, non puoi certo fingere di scoprire chi sei in corso d’opera. Di fatto, il solo accadimento rilevante della scorsa edizione, le liti, il licenziamento, le gaffe della conduttrice, le frecciatine al licenziato, tutto questo deve non essere piaciuto poi molto, perché in casa Sky si è deciso per un repulisti generale, come non si era mai visto prima. Quindi via tutti, conduttrice e giudici, e ripartenza all’insegna del peace and love. Ecco Giorgia alla conduzione, una vera bomba di notizia, ecco tre giudici nuovi di zecca, Paola Iezzi, l’anima pop, finalmente una popstar laddove si pretende di scovare popstar, Jake La Furia per coprire il segmento rap, dominante in classifica, Achille Lauro a fare quello strano, seppur strano ma dolce, e Manuel Agnelli, unico con un pedigree xfactoriano, a fare sia il veterano che l’alternativa, con quel carico di incoerenze che ci siamo pure stufati di rinfacciargli. Tutto nuovo e tutto orientato verso una nuova modalità di divertimento e leggerezza, per dirla con un grande classico "mettendo al centro la musica”. Dico questo, anzi, diciamo questo, perché quando un Monina scrive di X Factor, sia esso Michele o Lucia, c’è sempre l’altro nei pressi, sia esso Lucia o Michele, diciamo questo perché l’idea di un cambio di linea editoriale per X Factor, a prescindere da come andrà come ascolti, è di suo una notizia, e oltre che una notizia è qialcosa cui aggrapparsi con le unghie e coi denti. Un format logoro o lo si chiude, come del resto è successo in tutto il mondo, o lo si rivitalizza. Evidentemente si è puntata sulla seconda via, quindi ecco l’ondata di nuovi, bene. L’altro grosso problema di X Factor è stato negli anni la parte artistica, quella famosa musica che a ogni tornata si dice di voler mettere al centro. Dopo 17 stagioni, questa è la 18esima, cui aggiungere le oltre venti di Amici, Operazione trionfo, The Voice e via discorrendo, pensare di trovare a un nuovo talento, così, sotto un pero, è speranza vana. Vanissima. Tutti ci sono già passati, al punto che ora sono direttamente i talent a cercare i talenti, sui social, su YouTube o dove capita, e quel che si rischia di vedere è un po’ un deja-vu neanche troppo metaforico, scarti di questo o quel programma. A volte anche gente che ha già fatto dischi, magari anche Sanremo, a loro modo certezze, penso a Fiat 131, uno che una discografia degna di questo nome non lascarebbe certo in balia dei talent, bravo com’è. Il fatto che negli anni, spesso se non spessissimo si sia voluto cercare il caso umano, l’appartenenza alla comunità Lgbtq+, figli di divorziati, borderline, chi più ne ha più ne metta, a rendere il tutto ulteriormente sospetto.
Se la giuria funzionerà, se Giorgia è o non è brava come crediamo a condurre, empatica è un pozzo senza fondo di empatia, non solo quando canta, tutti qui in casa adorano Giorgia, che per la cronaca è mia amica da oltre venti anni, questa cosa l’ha scritta Michele, come sempre Michele, mio padre, è molto amico di Paola Iezzi, che gronda iconicità per ogni centimetro del suo corpo, tutta roba già nota, come è noto che si stia sul culo con Manuel Agnelli, che a sua volta conosce da quasi trent’anni, e che con Jake e Achille ha dei contenziosi a distanza, robe di dissing, critiche violente, tutt’altro che amichevoli. Insomma, questo lo scenario di partenza, con tante novità, a partire dallo spirito oltre che dalle facce, e con la spensieratezza di cui è all’ultima spiaggia, un contratto in scadenza con Sky, con quel che ne consegue. Dire che la prima puntata di audizioni ci ha detto qualcosa di più di quel che ci aspettavamo, sarebbe mentire sapendo di mentire. Perché nelle audizioni gioca molto il montaggio e li funziona in genere tutto, perché gli aspetti ludici e anche comici sono spesso acuiti, a beneficio di chi sta a casa, e il ritmo è sempre sostenuto e ben costruito. Ci sono anche i talenti, chiamiamoli così, per convenzione, con anche qualche viso conosciuto, ma sappiamo già come andrà a finire, e non è una metafora, e che la musica sarà davvero al centro della scena sarà tutto da dimostrare nei live. Per ora gira tutto bene. Paola è assai simpatica, e si sapeva, di musica ne sa come poche, e, diciamolo una volta per tutte, buca il video da vera sex bomb, e con Jake forma una coppia comica da paura, simpatico e affatto ruvido come lo si potrebbe pensare sentendolo rappare. Giorgia sa fare il suo, e viene quasi da chiedersi se c’è qualcosa che Giorgia non sappia fare, la vedi e ti emozioni, specie se sei nel backstage per accompagnare qualcuno. Achille Lauro ancora è un po’ sfumato, o meglio, è molto, troppo educato e dolce, il che stona un po’ con certe sue esternazioni artistiche, ma qui ci sta bene, non costretto a fare il personaggio a tutti i costi. Mentre Manuel, beh, Manuel è ormai una macchietta che veste i panni dello stiloso Cavaliefe Nero (penso a quando ha provato a sbranare chi aveva devastato i Joy Division, per altro condivido tutto quel che ha detto, come quando si inalbera perché i ragazzetti in gara scrivono testi alternativi a grandi classici, maledetti, maledetto soprattutto quello che ha riscritto Celentano, cantandolo pure con l’autotune, ti dovevano menare, tutto condivisibilem Manuel, ti sono vicino, ma se lo dici da finto burbero, risulti però un po’ sopra le righe, spiace), ma rispetto alla realtà è tutto fumo e niente arrosto, anche lui in fondo è un orsacchiotto tutto grugni e grattini.
Se prendessimo X Factor per altro da un programma televisivo che si occupa incidentalmente di musica, e fortunatamente sappiamo bene cos’è, sarebbe da ipotizzare che la famosa apocalisse imminente è in effetti arrivata, perché la scena è tutta e solo per i giudici, come sempre. Ma almeno stavolta i giudici sembrano funzionare bene insieme e, miracolo, bene singolarmente. Tutto equilibrato, a fuoco, simpatico, leggero. Ci hanno messo solo 18 anni, Lucia faceva ancora l’asilo quando è iniziato e io pesavo sessanta chili, ma alla fine è andata, dai. Comunque come partenza ci siamo divertiti. Anche alle cene coi vecchi compagni di scuola ci si diverte, per i primi dieci minuti. Per ora ci siamo quindi divertiti, bravi tutti. E ci siamo anche emozionati, penso a Lorenzo, 16 anni, che ha portato a casa una grande versione di Poetica, finendo con Jake con le lacrime e Achille che si alza per abbracciarlo. Insomma, tutto bello. O ai Moonquakes, un trio beat davvero spaventoso, ma ce ne sono stati anche altri, non è ancora il momento di fare i nomi. C’è stato anche Jake, davvero simpatico, ripeto, che si è giocato il corrispettivo di X Factor del Buzz di Italia’s Got Talent, cioè c’è uno che si porta dei concorrenti direttamente ai Bootcamp, concorrenti altrimenti eliminati, nello specifico due ragazzi che autotuneggiando (I Portara) si erano messi a giocare con Mi sono innamorato di te e non ricordo cos’altro. Insomma, le due ore sono filate via lisce. Con due picchi, va detto. Daniel, delle mie parti, che ha rifatto davvero in maniera originale Sfiorivano le viole di Rino Gaetano e la grande Giulia Mei che ha portato quel gioiello assoluto che risponde al titolo di Bandiera, una canzone che andrebbe diventare l’inno dell’8 marzo, come ha detto Jake, un canto partigiano che parla di libertà. Grande Giulia, temo non ti vedremo ai live, a occhio e croce. Andatevela a cercare, Giulia Mei, fidatevi di uno che si occupa di cantautrici a tempo pieno. “Della mia fica farò bandiera” tutta la vita. Tornando a X Factor 18, bene questa prima puntata di audition. Bravi tutti. Ora vediamo però che succede settimana prossima, e sarà più Lucia a parlare, per le pagelle c’è ancora tempo.