Ancora tu, ma non dovevamo vederci più? Con il solito tripudio di toraci pompatissimi, tatuaggi e fisici scolpiti nel disagio, ad appena un mese e mezzo dalla conclusione dell'ultima edizione, martedì 10 settembre su Canale 5 è tornato Temptation Island. Mentre le altre reti sono affaccendate a rincorrere Maria Rosaria Boccia, l'ammiraglia Mediaset monetizza l'ultimo scampolo di sole con la puntata d'esordio dello show. Per la gioia del pubblico e di Filippo Bisciglia, ché così ha sei puntate in più da mettere a fattura. Ma andiamo con ordine: ci sono novità in quest'edizione di Temptation Island? No. Ne sentivamo il bisogno? No. Anche perché l'effetto è vagamente straniante: un conto vedere la Sardegna a giugno, quando le ferie sono una felice prospettiva, un altro è quando qualcuno già inizia a cercare una felpa nell'armadio. Sarà che è settembre, che rinizia la scuola e si torna ai soliti ritmi, ma il villaggio turistico, la spiaggia, i tentatori incappucciati e tutto il cucuzzaro, sembrano già fuori tempo massimo. Poi ci sarebbe un'altra cosuccia di cui tenere conto, una quisquilia da niente: le coppie. I protagonisti sembrano la personificazione di quello stereotipo in cui, a non voler infierire, la bellezza naturale alberga altrove: muscoli tanti, italiano scarso. Educazione sentimentale non pervenuta. Fa sempre tenerezza l'ingenuità di questa gente che non sa se riuscirà a regolarsi davanti ai tentatori e alle tentatrici pagati e sottolineiamo pagati, per corteggiarli. In un certo senso, sono fuori tempo pure loro, proprio come il programma: intorno a noi si parla di accettazione, body positivity, salute mentale, ma Canale 5 insiste a portare avanti questo modello di fisicità coatta. Questa perfezione fisica a tutti i costi abbinata a una scarsità di mezzi culturali ed emotivi, davvero si può considerare un peccato veniale? Dev'essere una seccatura presentarsi a Temptation Island proprio nel momento storico in cui su Instagram tira una pessima aria per gli influencer poracci, ce ne rendiamo conto, però ormai quel modello lì è superato. Se ne facciano una ragione agli uffici casting, tanto tutti i candidati potranno fare altro: lavorare, per esempio.
C'è infine un'altra questione, questa ben più grave, ma comunque collegata: basta spacciare come intrattenimento le relazioni tossiche, dove “tossico” non è un termine di moda ma una condizione. Nello specifico, in questa edizione si traduce in Federica, fidanzata da quando aveva dodici anni con il possessivo Alfonso. Otto anni di isolamento e gelosia perché lui non si fida, gli dà fastidio che qualcuno la veda in costume, va a controllare la stanza di hotel in cui è alloggiata durante una trasferta di lavoro. Può una storia simile diventare intrattenimento? Avere spazio su una tv nazionale in un format che la normalizza tra toccate di culo e mare blu? Le dinamiche di possesso non possono essere annacquate in un racconto che si propone come leggero. Il rischio invece è che la fisicità di questi protagonisti, tutti palestrati e tiratissimi, ce li faccia percepire come qualcosa di altro da noi. Ma se li “ripuliamo” dai loro gli eccessi, quanti di noi possono riconoscere l'amico o l'amica in certi discorsi di Temptation Island? Ecco. Temptation Island è prodotto della Fascino di Maria De Filippi, insieme a Banijay Italia e Rti. Tra gli addetti ai lavori, si dice spesso che i prodotti della De Filippi sono il grande romanzo popolare italiano: se questo è il romanzo, allora c'è da augurarsi un risvolto alla Fahrenheit 451.