Eccoci arrivati al terzo appuntamento con la diciottesima edizione di X Factor. La terza di audizioni, e nel dire ciò è sottinteso che per quanto in montaggio abbiano deciso legittimamente di miscelare voci interessanti, talentuose, personaggi buffi, casi umani, qui siamo di fronte agli ultimi colpi prima del prossimo passo, si passi ai bootcamp, alle home visit e quel che è. Perché la profilazione dei giudici è ormai avvenuta, solo i live potranno sovvertire le cose, in caso. C’è Paola Iezzi, unica donna del gruppo, che incarna l’icona pop, una che sfoggia sex appeal ma al tempo stesso si dimostra assai più competente e sul pezzo di quanto un certo pregiudizio (nei confronti di Paola e Chiara e del pop in generale) potrebbe far pensare. C’è Jake la Furia, la vera sorpresa, almeno per chi scrive, simpatico come pochi, con giusto qualche sprazzo di cattiveria, comunque un vero spasso per chi segue, finalmente. C’è Manuel Agnelli che è il duro e puro, duro e puro evidentemente nel posto sbagliato al momento sbagliato, con le sue battute sagaci contro un sistema di cui è da tempo ingranaggio, pretese assolutamente fuori contesto, ma comunque con una storia remota e una credibilità, forse altrettanto remota, che ce lo fa ascoltare con attenzione. E infine c’è Achille Lauro, che fa la macchietta, parla a un presunto “Senato”, se ne sta con la giacca sulle spalle come una vecchia zia alla cresima dei nipoti, spara giudizi spesso a cazzo, lamentando una assenza di talento che difficilmente si riesce a comprendere, in bocca a lui, e alla fine non ne azzecca mai una, in fondo in ogni gruppo che si rispetti ci deve sempre essere quello un passo indietro. E poi c’è Giorgia, che giudice non è pur essendo probabilmente quella dotata di più talento della covata, togliamo pure il probabilmente. Lei non giudica, accompagna, rasserena, entra in scena, dietro le quinte, sorprendendo i concorrenti in procinto di andare a cantare, fa compagnia a chi è lì al seguito dei pretendenti al trono, e lo fa sempre con tatto, simpatia, empatia. Non una sorpresa, è Giorgia, e che cavolo, ma comunque una bella conferma, seppur viene da chiedersi se non dovrebbe ambire a un ruolo tutto suo, un one woman show, sempre che non si decida di continuare a fare dischi, daje. Infine c’è la macchina X Factor, che in fase di audizioni gira sempre bene, con un buon ritmo, un’ottima scrittura, seppur paracula, l’aver praticamente cancellato la settimana scorsa Jungle Giulia, appena intravista, è una vergogna che andrebbe mondata col sangue (cit.), ma capisco che cannarne due su due, dopo Giulia Mei, che per quel che sta mostrando sui social immagino non approderà ai live, è una bella cantonata.
Loro puntano a fare televisione, e questo X Factor è, un programma televisivo, e della musica sono poco interessati. Al punto che star qui a parlare di nomi e canzoni fa quasi sorridere, come concentrarsi su dettagli irrilevanti, quella testa appena tagliata dalla ghigliottina presentava una brutta ricrescita, signora mia. Io comunque, Michele, stasera, mentre va in onda la terza puntata, ultima delle audition, sono in compagnia di Paola e Chiara, sì, è tutto registrato, ripeto, a Aulla, per la finale del Premio Lunezia, incaricato di conferire alle due il premio in questione, perché ripeto, Paola è mia amica, tanto quanto Giorgia, non si dica che pratichi amichettismo di nascosto. Quindi la puntata me la vedrò nottetempo, in differita, per ora lascio la palla a Lucia, che invece è a casa, a scrivere in presa diretta. Vorrei dire che anche stasera è stata bella come giovedì scorso, ma purtroppo tre sere piacevoli di fila sarebbe stato un po’ troppo per gli standard di questo programma, e infatti per me oggi è stato un grandissimo flop. La serata inizia in maniera agghiacciante con Manuel Agnelli che paragona dei ragazzi agli Arctic Monkeys, e potrebbe concludersi così, perché questo è X Factor, per qualche motivo ignoto certa gente passa e viene elogiata come fosse Prince e poi c’è gente meritevole come Giulia Mei si riceve i no da Achille Lauro.
Potrei già concludere così, però oggi peggiora la situazione un secondo dopo, quando sul palco sale Furia, con un brano di Michael Jackson, che viene umiliato pubblicamente, con risate, battute e imitazioni, al limite dell’indecente. Lui ha steccato, e anche in maniera molto plateale, ma umiliare così in diretta televisiva, una persona, lo trovo svilente e poco in linea con la finta sensibilità che il programma finge di avere. Le audizioni sono costruite e lo sanno tutti, perché a volte persino le canzoni che vanno a cantare sono scelte dal programma, ma la maniera di montare e mostrare uno spezzone si può valutare, dato che non è in onda, ed è chiaro che il programma punta solo all’audience, senza curarsi di chi ci sta dietro. A me i giudici sono piaciuti, come la scorsa volta, ma questo inizio mi ha lasciato l'amaro in bocca per tutta la durata della trasmissione. Poco dopo però sale sul palco Tamara, in arte Tara, che io già conoscevo e ascoltavo grazie a TikTok, che ogni tanto fa anche qualcosa di buono. Una voce incredibile, un talento puro, che rappresenta qualcosa che a noi in Italia manca, soprattutto ora, più che mai. Tara ci porta sul palco una delle sue lingue, l'arabo, raccontando così un pezzo di lei, e l'origine Palestinese. Tutti la giudicano acerba, a parte Manuel, che forse è l'unico che ci ha visto lungo, perché probabilmente lì dentro è una dei pochi che merita davvero qualcosa e che ha qualcosa da dire. Questo mi lascia confuso di X Factor, il non comprendere voci come quelle di Tara, sopraelevando voci tralasciabilissime. Ma poi possiamo bandire alcune canzoni dalle audition? Siamo stanchi di sentire Lamette della Rettore, siamo stanchi di sentire Arisa, Cremonini, anche perché si sa già che poi andremo a vedere una delusione. Quest'anno ho alte aspettative, quindi sì, mi vedrete più puntigliosa, ma questo solo perché so che il livello può essere più alto degli anni scorsi, ed è quello che mi aspetto. Perché quando c'è gente che porta Motta, so che non ci si può accontentare dei soliti due pezzi a ripetizione fatti male. Concludo dicendo che nonostante oggi ne sia uscita delusa, ma dal programma, più che dai giudici in sé, sono comunque rimasta più divertita e più soddisfatta degli anni scorsi, e forse la dice lunga più degli anni passati che di oggi. Ma chiuderei invitandovi a recuperare l'esibizione di Mimi, che a soli 17 anni, si è mangiata il palco come nessun altro, facendo persino commuovere Manuel Agnelli, cosa mai vista in anni e anni di X Factor. Per ricordarvi che la musica non è morta, anzi da qualche parte, a Usate Velate, soprattutto, è ancora vivissima. Stavo poi in procinto di spegnere la tv, pronta a guardare l'ultimo concorrente con la solita frenesia della fine, ma poi mi trovo Lunaspina con "Primpi la merda", che canta Édith Piaf divinamente, facendo alzare tutti i giudici, un momento magico. Insomma questa stagione è pronta a sorprenderci tutti. Torno io, Michele, giusto per una chiusura. Perché la serata al Premio Lunezia, qui a Aulla, è stata molto bella, e la chiacchierata con Paola e Chiara, con dentro anche una versione acustica, voci e chitarra, di Amici come prima e Furore è stato qualcosa di davvero importante, andateveli a cercare sui social. Sui miei, di social, troverete solo mentre sto flexando facendo vedere Paola e Chiara che intonano Furore sul palco di fianco a me, ma questa è altra faccenda. Ho rivisto la puntata forwardando spesso alle tre di notte, e onestamente non credo ci sia molto altro da dire. Le audition ce le dovremmo essere tolte di mezzo, mi sembra di ricordare, noi ci si vede settimana prossima.