Fedez non voleva solo vincere X Factor. Fedez voleva avere il potere di farlo fallire. La peggiore stagione di questo talent un tempo glorioso (che perde anche il Mediolanum Forum di Assago e si accontenta di ospiti di ripiego), si è conclusa da poche ore incoronando Sarafine, la migliore rimasta, ma questo non basta a riscattare l'edizione diciassettesima. Probabilmente penultima, sì ma con quali giudici il prossimo anno? Federico Lucia, Leo, Vittoria e Paloma? Non c'è quasi bisogno di sottolineare come la cacciata ipocrita di Morgan (all'apparenza per le stilettate: la battuta a Francesca Michielin su Ivan Graziani e Annalisa, compresa la lite con Ambra e la vicenda che ha riguardato Fedez) sia stata il punto di non ritorno: a quel punto l'attenzione non era più sui cantanti in gara - non c’è nessun inedito in Top 50 su Spotify, e anche questo è un segnale che qualcosa non ha funzionato - ma su ciò che avveniva dietro le quinte, e in qualsiasi altro luogo la polemica venisse portata avanti. Soprattutto se a vincere è una certa sudditanza nei confronti del marito della Ferragni. Non a caso, al netto delle battute che non fanno ridere di Dargen D’Amico (che è l'unico rimasto che musicalmente se ne intende), l'unica degna di nota nell'ultima puntata è proprio sull'ex giudice: “Salutiamo e ringraziamo Morgan per aver reso scoppiettante quest'edizione”. Gelo fra gli altri, finché Fedez commenta: “Tante belle cose”, lasciando intendere che la questione tra loro non sia finita qua.
E infatti, nell'ormai celebre chat WhatsApp, l'ex Bluvertigo quando plaude alla vincitrice (alle 5 del mattino), non lesina una freccia al veleno nei confronti del rapper: “Vi dirò questa cosa. Alle audizioni ho subito capito che Sarafine era interessante, e siccome le squadre erano ancora tutte da fare, ho detto alla produzione chi mi interessava, e questo l’ho fatto il primo giorno in cui ho puntato piede lì dentro, quindi con LARGO anticipo rispetto al programma. Ho chiesto Sarafine e gli Animaux Formidables. Mi è stato risposto: no Sarafine deve andare nella squadra di Fedez. Hai capito perché? Ahahah”. Commento allusivo che cancella dopo poco, e che rilancia con qualcosa che ha più volte ribadito, quindi di essere stato chiamato per risollevare il programma agonizzante, e poi licenziato una volta messo in risalto quei poteri economici preponderanti. “Dunque se è vero che io, come altri uomini e donne creativi curiosi e aperti, fantasiosi, sono un individuo interessante - continua lui - occorrerebbe mettere l’attenzione sul perché io sia interessante, non sul come si comporta la mia emotività, sotto il massimo livello di stress e di disfunzionalità provocata o indotta. E il pubblico, che io conosco bene perché faccio spettacoli in pubblico da quarant’anni, il pubblico non vuole vedere un artista esasperato che cerca di farsi rispettare, o di rimanere in piedi, perché bistrattato con le telecamere sbattute in faccia, come fosse un divertimento da pervertiti, da sadici che fanno esperimenti sugli esseri umani, convinti che questo porti profitto...”.
E prosegue: “Il pubblico, compreso me, vuole vedere quella persona al lavoro nella sua maestria, nella sua specialità, perché è quella la cosa spettacolare, non è uno spettacolo prendere un grande matematico e durante una conferenza riempirlo di schiaffi, così entrano nell’aula anche tutti i passanti per vedere che cosa sta succedendo. Il matematico è lì a fare la conferenza, perché eccelle in quella materia, non nel difendersi dagli schiaffi. Così come io sono chiamato a svolgere un compito super specialistico, per via della mia preparazione, e nel momento in cui arrivo non mi si prende seriamente, perché si è talmente beceri da preferire il mettermi in difficoltà per fare notizia, perché siccome non mi piego a quella volgarità reagisco, beh questa è una cosa che non solo annoia e fa schifo, ma è miserabile culturalmente, è immorale, siamo oltre la vigliaccheria qui, siamo in un luogo di squallore dove non valgono i diritti umani di base. E vale sia per me che per il pubblico. E non si credano giustificati i signori dei ‘brand’ - affonda - che mettono i loro marchi nella trasmissione, ad aver seguito come dei pappagalli la decisione di Sky e dall’oggi al domani tutti quelli con cui avevo intrapreso una collaborazione mi hanno annullato i contratti, come se si potesse farlo, delle pecore praticamente... e dico a questi ‘manager’ d'industrie, che se voi ritenete che il vostro marchio non debba essere associato ad uno che viene ‘cacciato’, un reietto che non è degno del vostro prestigio, beh, due giorni fa pensavate tutto il contrario, ma sappiate che agire in questo modo con un lavoratore, e optare tutti in coro per la cacciata del musicista dal programma musicale, dell’uomo di cultura e di eloquenza, e soprattutto dell’elemento che ha rappresentato la ragione stessa dell’edizione, quindi del vostro stesso bel ‘product placement’, è una cosa da bifolchi, non da industria moderna, non da commercio democratico. Nemmeno al mercato del pesce c’è un tasso così alto d’ignoranza, altro che proteggere il marchio, cercate di imparare le regole della civiltà, e smettetela di fare solo e sempre tutto per soldi, perché siete davvero ridicoli”. Dunque Morgan è stato scaricato anche dai brand. E ora abbiamo capito chi comanda.