Le fotografie della nuova campagna pubblicitaria di Balenciaga, scattate dal famoso fotografo italiano Gabriele Galimberti, hanno scandalizzato per 24 ore il Pianeta Terra. Ma non è tutto come sembra, attraverso quel potente specchio del marketing che è il display del telefono. Gli scatti in questione sono quelli della campagna pubblicitaria del famoso marchio di moda Balenciaga e sono relativi alla collezione di oggettistica per la Primavera/Estate 2023. Ma le foto includono alcuni dei pezzi più acclamati già visti durante le recenti sfilate della Paris Fashion Week. Ovvero l'ultima settimana della moda francese, evento che smuove cifre economiche più alte del Pil di tanti paesi e in cui già Kanye West aveva attivato facili polemiche per alcune magliette da lui disegnate e che arrecano la scritta "White Lives Matter". L'ex marito di Kim Kardashian è ritratto in tante fotografie che hanno fatto il giro del mondo mentre indossava le scandalose magliette, però calzava anche in bocca un particolare "paradenti" con il vistoso marchio di Balenciaga. Il brand di moda, poche settimane dopo quell'altra indignazione globale, ha concluso i rapporti di lavoro con il rapper statunitense.
Stavolta, invece, le polemiche globali hanno avvolto di "fashionista" moda il Pianeta per circa un giorno e mezzo. Sono partite dagli Stati Uniti d'America e indossano alcune orrende borsette in peluche. Le polemiche sono state causate dalle immagini scattate dal fotografo italiano Gabriele Galimberti: le sue fotografie mostrano alcuni bambini, in piena infanzia ed età da scuola materna, che stringono in mano due nuove borse del famoso marchio di moda: sono due orsetti in peluche, ma vestiti con abiti e accessori BDSM. Due "teddy bear" sadomaso: come le famose caramelle dell'Haribo, ma con un gilet di rete, costrizioni in pelle e cinghie nastrate. Winnie The Pooh in versione Pulp Fiction: tipo "Lo Storpio" che, nella sceneggiatura di Quentin Tarantino, viveva rinchiuso in una cassa nella cantina di un maniaco sessuale e del suo amichetto poliziotto sadico. E che nella scena cult si prende un cazzotto in faccia da un virile Bruce Willis, in un'adrenalica azione che combina il "riscatto morale" con la "vendetta personale". Cose dure da maschi adulti. Ma certo non quanto abbinare sadomaso e infanzia, per il solo fine di vendere più borsette.
Il marchio che produce e vende i costosi capi d'abbigliamento, ha pubblicato questa studiatissima e progettatissima campagna pubblicitaria sui propri social network, scatenando una facile indignazione in chi ha osservato le fotografie dal titolo: "Holiday Campaign". Dopo nemmeno un giro del pianeta, i commenti indignati e partiti dagli Usa, si sono diffusi in tutto il Web e i social network. La casa di moda ha tolto la campagna pubblicitaria dai propri canali di comunicazione commerciale e ha speso tempo, competenze e denaro per accomunarsi alla pubblica indignazione, che però è stata motivata dalla propria, volontaria e studiata azione pubblicitaria. Infatti si legge nel testo, pubblicato su Instagram, che non a caso è un'altra piattaforma per la vendita dei propri prodotti, che la casa di moda prenderà delle misure contro chi ha allestito il set fotografico, perché quei due prodotti non dovevano "presenziare" nella campagna pubblicitaria che, indubbiamente, sarà comunque passata per decine di mani e di occhi, prima del "via libera" dei responsabili per la pubblicazione e diffusione al pubblico. “Le nostre borse di peluche non avrebbero dovuto essere presenti con i bambini in questa campagna - ha infatti dichiarato con sorprendente stupore l'azienda che produce e vende tali prodotti -, abbiamo immediatamente rimosso la campagna da tutte le piattaforme. Condanniamo fermamente gli abusi sui bambini in qualsiasi forma.”
Balenciaga ha quindi minacciato di intraprendere vie legali. Forse contro se stessa o i propri prodotti. Nel frattempo le accuse sono cadute sul fotografo Gabriele Galimberti, che è stato bersagliato dagli odiatori online ed è stato costretto a evidenziare su Instagram, ciò che è ovvio a persone che ignorano le banalità: “Non sono in grado di commentare le scelte di Balenciaga, ma devo sottolineare che non ero autorizzato in alcun modo né a scegliere i prodotti, né i modelli, né la combinazione degli stessi. Come fotografo, mi è stato solo ed esclusivamente richiesto di illuminare la scena data e scattare le foto secondo il mio stile inconfondibile. Come di consueto per uno shooting pubblicitario, la regia della campagna e la scelta degli oggetti esposti non sono nelle mani del fotografo". Ovviamente non è certo il fotografo la persona che è responsabile della scelta di quali prodotti debbano essere mostrati al pubblico, al solo fine di essere posizionati tra i desideri dei consumatori e pertanto in seguito acquistati.
Inoltre Gabriele Galimberti, toscano d'origine e meneghino d'adozione, è un fotografo documentarista e collaboratore del National Geographic: ha mostrato, proprio il giorno prima di questa indignazione mondiale, le immagini dell'Italia desertificata a causa della siccità e dei cambiamenti climatici. Una "Guida ai Deserti d'Italia" che è stata messa in onda dalla trasmissione televisiva "Striscia la Notizia" di Mediaset Canale 5 con gli scatti del pluripremiato fotografo. Infatti Galimberti lo scorso anno ha vinto il World Press Photo 2021 per merito del progetto "The Ameriguns": una serie di fotografie dedicate all'irrefrenabile passione per le armi dei cittadini statunitensi. La campagna pubblicitaria "Home Holiday", ovvero l'ideona dei sopravvalutati creativi di Balenciaga, si ispira per tipologia, stile e contesto, a un altro noto progetto del fotografo italiano: "Toy Stories", in cui Galimberti ha ritratto alcuni bambini del globo, insieme ai propri giocattoli preferiti: fieri e orgogliosi.
Nel caso di indignazione globale di novembre 2022, gli scatti fotografici hanno un fine commerciale per la vendita dei prodotti della casa di moda ai consumatori. Da segnalare che il creative director di Balenciaga, Demna, ha progettato gli accessori di "Balenciaga Objects", protagonisti della campagna "Home Holiday", in collaborazione con il designer olandese Tejo Remy e la storica azienda italiana con secoli di esperienza nella ceramica, Ginori 1735. La collezione consta in una serie di oggetti e accessori per la casa, decorazioni e pezzi d’arredo. Ma con prezzi a 3 cifre: 650 euro per il portapranzo da ufficio, 450 euro per la "candela home", ma 95 euro per la candela di cera di ricarica, mentre 750 euro sono per la ciotola del cane. E via dicendo e vendendo.
Fake fa rima con remake. Come non tutti ricordano, ma MOW invece se lo ricorda eccome: nell'agosto 2021 ci fu una medesima indignazione mondiale per uno scatto che ha influenzato chi ha studiato questa campagna pubblicitaria di Balenciaga. La fotografia fu premiata in Olanda durante il Gay Pride del 2021: il titolo è “Celebrating Diversity”, scattata da Jan van Breda. "Tutti, rimosso l’ostacolo dei pregiudizi, possiamo coesistere fianco a fianco" era lo slogan allegato alla fotografia, in cui è infatti ritratta la coesistenza, nel cortile olandese in comune e sul retro, tra una bambina di 8 anni che gioca con i giochi dell'asilo e 8 muscolosi maschioni in abbigliamento sadomaso, che sono intenti a fumare all'aperto in un momento di pausa delle proprie attività nel confinante club per soli uomini. Anche in quel caso le polemiche globali durarono un paio di giorni e poi il mondo se ne dimenticò. Fino al contemporaneo re-edit: "Non sanno di averlo visto, ma l'hanno visto" scriveva Chuck Palahniuk nel capolavoro letterario per cui verrà ricordato ai posteri: "Fight Club".
La "Bear Bag Holiday Campaign" è rimasta online sul sito di Balenciaga per un giorno intero e le immagini sono arrivate ovunque. Però a MOW ricorda in parte qualcosa di già visto: non è un dejavu, ma è un videoclip. Ed è creato da due noti italiani: il regista Simone Rovellini e il musicista Stefano Riva, ovvero una buona fetta del "Motel Forlanini", che è il collettivo di cui l'innovativa cantante Myss Keta è la voce e il cuore. Nel ruolo di musicista, Stefano Riva ha pubblicato nel 2014 il singolo "Retina - Motel Forlanini, room 404" con un videoclip girato dal regista Rovellini. La canzone è ancora disponibile, ma il video è putroppo pubblicato in forma privata. E il motivo è presto detto: la canzone elettronica cita un ritornello di un altro motivetto tecno del 2004, quasi venti anni fa ("keta-mina-ina, una pasta non mi basta"). Era un brano anonimo, che si diffuse online agli albori di Yotube in Italia e spopolò anche in alcune discoteche in diverse parti della Penisola, che successivamente vennero chiuse per palese spaccio di droghe e altri reati penali. Oltre a citare la "Keta", che è contenuta nel nome della cantante "Myss Keta" ed è un anestetico per equini con effetti psicotropi sugli umani, al ritmo di una coinvolgente "tecno-jungle" il video ha delle vistose assonanze con la recente campagna di Balenciaga: nei fotogrammi ci sono alcuni orsetti di peluche, che sono dressati con accessori bondage e BDSM, nonché praticano sesso estremo, a colpi di fisting e di iniezioni di droghe, con un finale ricco di copiose eiaculazioni sull'intero corpo di peluche dei poveri giocattoli a forma di coccolosi plantigradi. Italians do it better, ma si sapeva già.