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Da pionieri a camerieri.
Quanta nostalgia per
lo stile Serie A degli anni Novanta

  • di Silvia Vittoria Trevisson Silvia Vittoria Trevisson

3 giugno 2021

Da pionieri a camerieri. Quanta nostalgia per lo stile Serie A degli anni Novanta
Se anche a voi le divise della Nazionale firmate da Giorgio Armani sembrano il punto più basso mai toccato dallo stile italiano nel mondo, rifatevi gli occhi con la golden age della figheria calcistica nel nostro Paese e non solo. La chiamavano "il campionato più bello del mondo", era popolato da palloni d'oro, contratti miliardari e tutti volevano giocarci: è la Serie A degli anni Novanta, il periodo che ha segnato la storia, oltre che del calcio mondiale, anche della contaminazione tra moda e pallone. Ecco chi erano i calciatori più stilosi e cosa li rendeva tanto speciali

di Silvia Vittoria Trevisson Silvia Vittoria Trevisson

Negli ultimi trent'anni, l'Italia ha saputo farsi conoscere e riconoscere stilisticamente in tutto il mondo, non soltanto per la fashion week milanese, ma anche grazie al calcio e ai suoi protagonisti. Un connubio, quello tra moda e pallone, che ha probabilmente vissuto il suo massimo splendore nel corso degli anni '90, il decennio in cui Serie A e stile sono stati in grado di andare a braccetto come mai è più successo nella storia. O perlomeno come non sta succedendo oggi, a giudicare dai completi che gli azzurri hanno indossato durante la foto per Euro 2020. È delle scorse ore, infatti, il reveal delle divise per gli europei in partenza il prossimo 11 giugno, proprio con una partita della nostra nazionale (Turchia-Italia, ndr). Nonostante il Mirror abbia decretato la prima maglia della nostra nazionale come quella più elegante di tutto il torneo, a provocare una certa perplessità ci ha pensato la divisa destinata alle occasioni ufficiali. Disegnata da Giorgio Armani, è composta da uno spezzattato sui toni del grigio e del nero, con una giacca dal taglio di ispirazione vagamente militare, che pare tuttavia evocare tutt'altro immaginario. Avete presente i camerieri di Gran Budapest Hotel? Ecco, spero di aver reso l’idea.

Ridateci la Serie A (quella degli anni '90)

Trent’anni fa, la storia era ben diversa. Trent’anni fa il mito del "campionato più bello del mondo" raggiungeva il suo apice con un viavai costante di palloni d'oro, investimenti impensabili per qualsiasi altro campionato e uno swag che lèvati. Con squadre come Milan, Juventus, Inter, Napoli, Lazio, e Fiorentina, camipni come Baggio, Ronaldo, Zidane, Batistuta, Gullit, Maldini, sponsor come Pirelli, Nintendo e Fila, l'Italia del calcio era il centro dell'universo football e con lei lo stile dei suoi calciatori, fuori e dentro al campo.

Ad alimentare questo mito, contribuirono di certo le divise dell'epoca. I loro colori, ad esempio, erano così catchy da renderle irresistibilmente desiderabili e da attirare, così, gli occhi della malavita, che diede vita a un floridissimo mercato di falsi e copie.

E poi c'erano i calciatori. Talento a parte, infatti, nessuno come i nostri top player ha saputo pavoneggiarsi sul campo con così tanto stile. Ma quali sono i calciatori che più di tutti hanno segnato la storia del costume italiano ed internazionale? Proviamo a scoprirli insieme.

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Roberto Baggio

Come non iniziare da Roberto Baggio, dopo l’uscita il 26 maggio della serie Netflix dedicata alla sua carriera?  Il “nuovo numero 10” dopo Maradona aveva stile da vendere dentro e fuori dal campo da calcio. E non parliamo solo del suo hairstyle, quel "divin codino” che l’ha reso celebre tutto il mondo, ma del total look di un giocatore che fluttuava letteralmente sull’erba. La sua divisa più rinomata? Scarpini da calcio di lusso firmati Diadora, in pelle nera lucida e logo giallo fluo, accompagnati dalla maglia della nazionale oversize e coda d'ordinanza. Il suo, era un look del tutto innovativo per la moda sportiva italiana. Baggio strizzava l’occhio allo stile casual americano di quel decennio, avanti anni luce rispetto a quello della penisola, e l’ha mantenuto impeccabilmente anche fuori dal campo, indossando giacche oversized abbinate a camicie optical.

Roberto Baggio a Italia 90
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Paolo Maldini

Secondo ma non per importanza, il giocatore che ha consacrato la sua carriera al Milan (impegno che purtroppo non gli venne riconosciuto nella partita d'addio) e che ancora oggi è ritenuto da molti il miglior terzino che abbia mai calcato un campo da calcio: Paolo Maldini. Oggi il numero 3 rossonero è un allenatore e una leggenda, come lo è la sua catenella d’oro portata perennemente al collo durante le partite, omaggiando un perfetto stile italiano riconoscibile ovunque. Uno stile più sofisticato, decisamente diverso da quello di Baggio, ma che negli anni ’90 (e ancora oggi) ha fatto sognare una marea di donne. Fuori dal campo si è presentato spesso in camicia, rigorosamente slim fit, il capello sbarazzino ma curato, la pelle abbronzata. E poi, quel tatuaggio sul braccio che dà grinta a un look di classe. Praticamente il Jude Law italiano.

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Ronaldo Luís Nazário de Lima

Il Fenomeno, quello "vero". Una sorta di “extraterrestre immarcabile”, a detta di Cannavaro. Il protagonista indiscusso degli ultimi due anni di quel decennio, con la famosa diatriba dello scudetto "rubato" e il suo terribile infortunio nel 1999. Ronaldo è tutto questo ed oltre ad aver indossato e reso celebre la divisa dell'Inter sponsorizzata Pirelli, posando come un dio pagano, al posto del Cristo Redentore di Rio de Janeiro, ha fatto la fortuna di Nike in quegli anni, grazie a uno scarpino realizzato in suo onore. Si tratta delle leggendarie Mercurial R9, gialle e blu, le scarpe da calcio più leggere e performanti di sempre. E come non citare il taglio di capelli copiato da tutti i ragazzi del Brasile? Nel 2002, durante la World Cup, il Fenomeno si è presentato completamente rasato con una specie di ciuffo, a mo’ frangia, sulla fronte. Mixed reactions di fronte a questo look azzardato, ispirato a un cartone animato brasiliano, che ha reso il suo personaggio ancora più noto a livello globale.

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Alessandro Del Piero

Il “Golden Boy” di Conegliano Veneto debutta sul campo giovanissimo, e con i suoi celebri “goal alla Del Piero” brevetta in men che non si dica le sue signature moves. E soprattutto i suoi signature look, con quel fascino da eterno bravo ragazzo dal viso pulito, con un filo di barba che sembra quasi disegnata. Immancabili e indimenticabili anche le Adidas Predator con la linguetta rovesciata e i lacci che stringono i calzettoni sotto al ginocchio. Alessandro Del Piero, negli anni ’90, ha creato la sua personalissima iconografia. Quei famosi laccetti sono stati copiati da tutti i ragazzini d’Italia, e Del Piero ha saputo giocare con i suoi outfit utilizzando colori contrastanti per metterli in risalto. Il suo stile era sperimentale e piaceva proprio perché prendeva spunto anche da altri sport: tra gli accessori che preferiva sfoggiare spiccavano il polsino rigorosamente portato sul braccio, alla Michael Jordan, e il finger saver.

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Gabriel Omar Batistuta

Diamante grezzo sudamericano della Fiorentina, che con la sua maglia viola sgargiante e il capello selvaggio ha fatto innamorare tutte le ragazzine degli anni ’90. Ogni divisa cadeva a pennello su di lui, che con il suo fisico alto ed atletico incarnava l’emblema dello sportivo ideale. “Il Re Leone” dalla chioma bionda e selvaggia si faceva riconoscere sul campo perché calciava così forte che quasi faceva esplodere la palla, e quando segnava puntava un mitra immaginario contro i tifosi, sparando finche aveva fiato in corpo. Anche lui, come Baggio, è stato un vero e proprio hair influencer: domava la sua chioma con gel e cerchietto, un po’ come Francesco Totti, ma con il fascino del gaucho argentino.

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Paul "Gazza" Gascoigne

Più che uno sportivo, Gazza è sempre stato un gran personaggio agli occhi dei tifosi, incarnando la goliardia dell’Inghilterra con la sua sregolatezza e i suoi eccessi. Si può definire goliardico anche il suo look, a partire dalla capigliatura mullet e lo stile oversize underground, forse con qualche kg di troppo dovuto agli eccessi di cibo e alcool prima che gli allenatori lo mettessero in riga. Ma in riga Gazza non ci è mai stato, se non al calcio di rigore. I suoi look negli anni ’90 erano estremi come la sua personalità: bucket hat, tute oversize dai colori cangianti in stile rave, capigliature estreme. Nel ’95, con quei capelli biondo platino, sembrava un personaggio mancante di Trainspotting. Per non parlare della famosa foto al Colosseo con la tuta biancazzurra della Umbro: così fuori luogo, che tutta l’attenzione era catalizzata su di lui.

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Hidetoshi Nakata

L’elegante centrocampista della Roma e del Parma è stato una meteora incisiva per il calcio italiano, ritiratosi forse prematuramente dalla scena nel 2006 perché “non gli piaceva più l’ambiente”. Una motivazione che può sembrare strana, ma a detta dei colleghi, forse non così assurda: Nakata è sempre stato un alieno agli occhi degli altri calciatori, basti pensare che durante i festeggiamenti per la vittoria, si sedeva in un angolo a leggere un libro. L’eleganza è sempre stata la forza del centrocampista giapponese, uno dei più forti calciatori asiatici del mondo. Non a caso dopo essersi ritirato ha dedicato gran parte della sua vita alla moda, posando per Calvin Klein, sfilando a Parigi per Louis Vuitton e Dior, e sfoggiando in pubblico i suoi abiti sartorialmente impeccabili. Oggi Hidetoshi è un imprenditore, e si aggiudica il titolo di calciatore più elegante del mondo, secondo solo a David Beckham.    

Hidetoshi Nakata
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