Da bambino, tra anni ’60 e ’70, andavamo al mare con tutta la famiglia, stipati in macchina tra bagagli, valige, sacchetti ovunque fino a sfidare la compressione dei corpi. Non esistevano le cinture di sicurezza -infatti mio fratello e io finivamo per fare la lotta sul lunotto posteriore con mio padre che urlava “non vedo niente” - non c’era l’aria condizionata e l’abitacolo era pieno di fumo, perché sia papà che mamma accendevano una sigaretta dietro l’altra per tutto il viaggio.
Mio nonno, d’altro canto, smise di andare al cinema nel 1975, quando introdussero il divieto di fumo in sala. Fu un duro colpo per lui “cinephile” ma se la legge non gli consentiva di rilassarsi con le Super pacchetto rosso davanti a un poliziesco o un western, tanto valeva restare a casa. Il nonno era uno che le proibizioni proprio non le sopportava. Applicava una logica stringente che ho fatto mia: c’è una legge, non la rispetto, mi sanzioni ma non farmi la morale. Da te, Stato inefficiente, non l’accetto. Passi la multa, la reprimenda proprio no.
Oggi mio nonno avrebbe praticato una forma civile ma fermissima di disobbedienza, contro il coprifuoco (parola orrenda di derivazione bellica diventata ormai d’uso comune dopo tre mesi di città paralizzate dalle 22 in poi e nessuno che dica niente, a tutti ormai va bene, rassegnati e appecoronati su norme molto ma molto vicine a forme di striscianti dittature), contro il divieto di fumo per strada, contro l’uso del contante. Del Covid francamente non ho più voglia di parlare, quanto al resto ne ho ben donde. Da circa un mese la civile e tollerante Milano ha messo taglie pecuniarie sui fumatori, cui non sarà più concesso accendersi una “paglia” o (nel mio caso) un Toscano negli spazi aperti della città. Niente “cicca” alla fermata dell’autobus, al parco, allo stadio (peraltro chiuso da un anno, prima lo riaprano semmai), al cimitero (ma il divieto vale solo per i vivi, ai morti il fumo non fa così male). Soprattutto il centro meneghino sarà considerato “smoking free” - il sindaco Sala non è scemo, provi a imporre certi divieti in certe periferie e ne parliamo - con alcune deroghe iniziali, tipo dieci metri di distanza da altre persone. Non scherzano le multe, da 40 a 240 euro, non so con che criterio verranno applicate.
Il fumo fa danni, è notorio, lo scrivono ovunque e va bene niente sigarette nei bar, ristoranti, scuole, qualsiasi spazio chiuso compresi i mezzi pubblici, ci mancherebbe. Ma nessun delirio salutista può spingersi alla proibizione totale anche tra lo smog e l’inquinamento delle città, neppure vivessimo nella natura edenica. Regolamentare può essere giusto, proibire sta diventando un’ossessione totalitaria che rivela la strategia politica globale del terzo millennio: controllare tutti. Con la scusa della libertà d’espressione, mascherata dall’idea di democrazia partecipata, mettiamo i cazzi nostri in piazza, tutti sanno dove siamo, con chi siamo, quanto abbiamo speso e da dove abbiamo preso i soldi per pagare un aperitivo, un pranzo, la spesa, persino un libro. Pay Pal, Satispay, carte di credito, bancomat, cashback, tutto deve essere tracciato affinché tutto torni perché di sicuro il problema dell’evasione fiscale lo crea chi paga in nero la domestica, gli insegnanti di ripetizione per i figli asini, il tizio che ti affitta il garage e non chi trasporta ingenti capitali all’estero. No, il colpevole sei tu che metti 1,10 euro sul banco del bar per il tuo cazzo di caffè e non il bancomat che moltiplicherebbe le commissioni e neppure vuoi lo scontrino. Il colpevole sei tu che dai la paghetta ai ragazzi in carta moneta invece di ricaricare Poste Pay. Il colpevole sei tu che non vuoi adattarti alle transazioni virtuali, che ti va di andare nei negozi, che hai ancora quella pessima abitudine di girare con 50 o 100 euro in tasca e chissà dove li hai presi, chi te li ha dati. Il fatto è che noi non siamo mica gli americani, come diceva Vasco, che inventano le sigarette e poi ti impediscono di fumarle, che glorificano il dollaro e poi demonizzano il contante. Noi siamo cresciuti liberi, o almeno così ci pareva e prima di dire addio a una parola così bella dovranno vedersela con noi.