In anticipo di due anni, già nel 2020 MOW rivelava i maltrattamenti che subivano i domestici di Gianluca Vacchi. Episodi che si collegano all'ultima vicenda resa nota, con la denuncia dell'ex colf di "mister enjoy"
Non è tutto oro quello che luccica, figuriamoci in casa Vacchi. E mentre viene a galla la denuncia dell'ex colf dell'imprenditore, per sfruttamento e stress, in anticipo di due anni MOW rivelava già nel 2020 il lato oscuro del re dei social.
Ve lo ricordate il film The Final Cut, quello di un futuro in cui le persone si fanno impiantare nel cervello una scatola nera che registra ogni istante vissuto? Trovai brillante e non troppo lontana quell’intuizione, quella possibilità. A essere franco, speravo però che la prima manifestazione concreta di una realtà simile riguardasse stralci di spionaggio, retroscena scioccanti, complotti internazionali, incontri con alieni, apparizioni, mostri di Lochness, il gol di Muntari alla Juve. Invece no, riguarda la vita di Mirko Scarcella, in risposta a quella che lui reputa in tutto e per tutto una “campagna di diffamazione”.
Molte cose non tornano e la contro-replica di Scarcella – approdando finalmente all’incipit del pezzo – è la registrazione di tutta la sua vita e la conseguente nascita di un film, Occhi dietro: “Il film che solo i miei occhi hanno vissuto”.
È uscito su Vimeo, con tanto di claim che ne anticipa significato e intenti supposti:
“Avete cercato di rovinarmi, dipingendomi come la persona che non sono.
Avete messo in pericolo la mia famiglia.
Avete sotterrato il mio lavoro, la mia passione, i miei sacrifici.
Mi avete dato in pasto all’odio e alla violenza solo per fare audience.
Ma oggi tutti hanno scoperto la verità.
Grazie a Dio avevo le prove contro ognuna delle falsità che avete detto”.
Il film-verità, che dura 3 ore, è incentrato in primis sull'altrettanto lungo servizio delle Iene, a firma Gaston Zama: Do you know Mirko Scarcella?. Servizio che - questa la tesi di Scarcella - è costruito ad arte, con testimonianze manipolate se non inventate, scenari ricostruiti ad hoc o con Photoshop, costruzioni di video oscurati non per privacy ma perché aventi come protagonisti attori, persone estranee alla vicenda.
Ma da sottolineare sono soprattutto le precisazioni circa il suo ruolo quando lavorava per Gianluca Vacchi, visto che nel servizio delle Iene era stata ridimensionata la portata della loro collaborazione, evidenziando anzi una chiusura dei rapporti anticipata per grosse divergenze ed etichettato le sue funzioni con un diretto: “Diciamo che se avessi avuto una borsa, lui avrebbe dovuto portarmela”.
Scarcella, prima ha dimostrato come fosse ben più di un "portaborse" avendo partecipato alla creazione di moltissimi contenuti social di Vacchi dal 2013 al 2017, poi lo ha attaccato duramente mostrando diversi atteggiamenti "deplorevoli" di "mister enjoy", segnalando le sue continue “liposuzioni” e ancora “i maltrattamenti ai domestici” e infine l'accusa più grave, ovvero quella riportata da alcune testimonianze “di aver fatto sesso con escort e averci provato anche con delle ragazze minorenni”.
Accuse sostenute dagli audio a ex collaboratori e domestici e scambi di messaggi WhatsApp - da quanto mostrato nel video -, con accordi per incontri con prostitute e le loro retribuzioni fino all’episodio dell’Azerbaigian, quando – sostengono i testimoni – Vacchi ci avrebbe provato con una minorenne e avrebbe picchiato un suo collaboratore che cercava di convincerlo a non fare sesso con una ragazza così giovane: “Non ero felice che si portava una ragazza tanto giovane in camera, era anche pericoloso per noi che lui andasse con una minorenne, per questo ci ho litigato davanti all’hotel. È successo anche a Madrid, una grande litigata perché lui era completamente ubriaco e voleva saltarmi addosso”, è la testimonianza che Scarcella riporta di uno dei collaboratori.
Se siete arrivati fino a qui seguiteci anche su Facebook e su Instagram