Gli NCC sono quei mezzi che ti portano, un po’ senz’anima, da un posto all’altro. Trasferiscono, ma non sono un viaggio nel vero senso della parola, non ti danno quel calore di uno scassato taxi di Frisco. Un po’ come questo 2020, che ci ha trasportato dal 2019 al 2021 in maniera abbastanza asettica e pesante. Ci ha confinato nelle nostre abitazioni, nelle nostre abitudini, nei nostri pensieri, nelle nostre paure.
Ma ci ha anche insegnato tanto, soprattutto che noi si debba spendere il nostro tempo NonConChiunque.
Non con chiunque infatti potremmo - e dovremmo - passare del tempo, ma solo con chi ci fa stare bene.
Non con chiunque noi abbiamo empatia e siamo empatici, è normale.
Non dovunque cresci e condividi, ma non con chiunque mostrerai la tua crescita e non tutti la comprenderanno e la apprezzeranno. Ma non cresci per gli altri, cresci tu. Splendi tu, per primo.
Non con chiunque potremo crescere e condividere le lezioni imparate, ma solo se saremo stati attenti.
Non con chiunque condivideremo la nostra energia, altrimenti andrebbe sprecata, dispersa.
Non con chiunque potremo insegnare o farci capire, se chi ci ascolta è sordo o non sa ascoltarci.
Non con chiunque potremo condividere le nostre passioni, il nostro - prezioso - tempo.
Ciò che non capivamo con alcuni lo capiremo con altri, e non con chiunque potremo - o potremmo - avere una seconda possibilità. Lavorativa. O Affettiva, come diceva Bryan Ferry in “Take a chance with me”.
Non con chiunque esiste una prima volta, figuriamoci una seconda, figuriamoci in amore.
Ogni tanto non ho voglia di dormire da solo, ma non con chiunque.
Ogni tanto vorrei fare l’amore, ma non con chiunque.
Vorrei fare festa, con gli amici, non con chiunque. Rivoglio l’energia dell’amicizia sincera.
Vorrei giocare a biliardo, non con chiunque, insegnarlo sì, forse a chiunque, purché voglia apprenderlo.
Vorrei ridarti un bacio, vecchio amore. Ho visto le tue mani muoversi davanti a me e i tuoi grandi occhi ridere felici. Ed eri con me, non con chiunque. Vorrei stringerti forte.
Paul Weller, nella sua “You do something to me”, che credo sia una delle più belle canzone d’amore, descrive appieno il senso di un sentimento o di un amore profondo.
Di quando siamo un po’ persi, in ricostruzione, aspettando il cambiamento, quelle fiamma che ci faccia sentire vivi ancora, e ancora, e ancora.
Vorrei ricominciare le mie lezioni di chitarra, che diamine. Ricominciare le gare di biliardo.
Vorrei tornare ancora afono da un concerto, ma non di chiunque. Frusciante è tornato e mi aspetta.
Vorrei condividere il resto della mia vita con persone fantastiche, in ogni campo, lavorativo, amicale, affettivo… l’orologio corre al contrario in un 50enne, time is NOT on my side.
I ricordi sono tantissimi e vividi, i rimpianti sono il passato e tale è. Passato. Il futuro è domani, non è ancora arrivato, non posso preoccuparmi di ciò che non è ancora accaduto, come dicevano i Men at Work (mitico Colin Hay alla voce e chitarra) it’s just “Overkill”.
Per cui mi rimane il presente da vivere. Un risveglio fantastico ogni mattina. Un’alba fragile, ma potente.
Ma… NonConChiunque.