Mina non esiste, è un profilo, una sagoma, non è reale, è un mito nell’accezione autentica del termine, come i miti greci, esistono ma non li vedi. Così è lei, sai che c’è ma non ne hai le prove; oggi è il suo 81esimo compleanno, ne sono passati 43 dalla sua ultima apparizione pubblica, da quel concerto alla Bussola di Viareggio nel 1978, nessuno l’ha più vista cantare dal vivo, nessuno l’ha più vista e basta. Ritirata nella sua casa a Lugano, ha smesso di esistere come persona fisica per elevarsi ad uno stato di solo spirito.
La sua voce invece esiste eccome, la sentiamo, alla radio, in tv, nelle pubblicità, la si riconosce subito, è un meccanismo inconscio, come se ci fosse una sorta di memoria musicale genetica che si tramanda di generazione in generazione. Quando parte alla radio una canzone di Mina, tu sai che è lei anche se non lo sai.
Da tutti definita, forse con un pizzico di enfasi di troppo, la più grande cantante italiana di tutti i tempi, il cui talento è tale da essere in grado di destreggiarsi in qualsiasi genere musicale, dal pop al rock’n’roll dalla musica d’autore, al blues, al jazz. Paolo Giordano la definì “il prodigio dell’interprete perfetto”, Mina non ha mai scritto una canzone eppure le canzoni che hanno scritto per lei è come se fossero sempre state sue. Mina trascende l’essere una semplice interprete, lei incarna a pieno titolo il ruolo di vera e unica diva, dopo di lei solo brave cantanti.
E le altre brave cantanti hanno sempre mal sopportato la sua presenza ma ancora di più la sua assenza ingombrante.
Quando nel 2009 aprì il Festival di Sanremo con Nessun dorma, presiedendo, come era prevedibile, con solo la voce, le diedero tutte a dosso: Patty Pravo la apostrofò “ectoplasma”, la Vanoni commentò l’accaduto così: “Noi sosteniamo con ostinazione Mina, a tutti i costi, peccato che Mina non c’è.”Mai stata la più amata dalle colleghe, sempre stata troppo snob, troppo brava e troppo anticonvezionale.
Quando rimase incinta di Corrado Pani lui era sposato. Il settimanale Epoca pubblicò una sua foto con il pancione mentre rideva, con la didascalia “Cosa avrà da ridere”. I paparazzi la tormentavano. Il pubblico invece la idolatrava, così come quasi tutti nel mondo dello spettacolo: Fellini la implorò di recitare in un suo film, Francis Ford Coppola la voleva ne Il Padrino, Louis Armstrong le disse che la considerava la cantante bianca più grande del mondo, tutti la amavano e la volevano lei invece non voleva nessuno, sempre distaccata e al di sopra di tutto, la fama non le interessava, diceva che il successo non lo aveva cercato le era capitato “a una certa età, così come all’uomo viene la barba, a me è venuto il successo. L’ho accettato come una cosa normale: senza pena né fatica, senza rendermi conto della fortuna che mi capitava. Me lo sono tenuto come si tiene un regalo di cui si ignora il prezzo, e se lo perdo pace“. Così è lei, enorme nel suo essere noncurante della sua grandezza.